Paradiso a colori di Chagall

In principio non fu la “Genesi”, veramente. In principio furono “Le anime morte” di Gogol e le “Favole” di La Fontaine, riedite per la prima volta in Italia da Donzelli Editore nel 2009. Con “Il Paradiso a colori” la casa editrice romana ci restituisce ora una selezione di lavori ispirati al primo libro della Bibbia, che, pur costituendo solo una piccola parte della produzione religiosa di Marc Chagall, ne rappresenta a pieno lo spirito e l’impostazione.

Il committente di questi progetti illustrativi, Ambroise Vollard, scomparso nel 1939 – editore di buon gusto nonché amico del Maestro – aveva evidentemente intuito quanto l’immaginazione pittorica, la visionarietà onirica, il tratto fatato e semplice che l’avevano reso già meraviglioso interprete della narrativa russa e della fiaba francese, si sarebbero rivelati affini all’universo biblico, in particolare ai miti del Vecchio Testamento. Del resto la Russia, l’elemento favolistico e la religiosità ebraica erano ormai delle costanti della sua pittura.

Ebreo russo naturalizzato francese, l’artista delle logiche fantastiche, divenuto anni dopo un vispo “folletto dai capelli bianchi” (Bucci), avrebbe detto: «Io non vedevo la Bibbia, la sognavo». Non che quando dipingesse fidanzati volanti, capre sui tetti delle case e violinisti verdi fosse sveglio, in effetti! ma seguendo le tappe del suo “sogno” biblico, accompagnato, nell’edizione Donzelli, dal testo ufficiale, si noterà un avvicinamento; si avvertirà un’irruzione del quotidiano in quell’onirismo tipicamente suo, quello attraverso cui vedeva i rossi e verdi dove avrebbero dovuto esserci i bianchi e i blu, o le figure fluttuare nell’aere in barba a tutte le leggi newtoniane, e ai principi del realismo interpretativo pure.

Beh, ma Chagall, sì sa, pur assimilando la lezione degli altri Dei dell’Olimpo suoi contemporanei, aveva un personalissimo modo di rendere soggettiva l’arbitrarietà stessa (faceva Chagall anche quando sembrava fare Picasso). Non ci meravigliamo, dunque, se nel suo Paradiso fiorito e ingenuo i patriarchi sembrano dei cari vecchietti russi, e gli angeli, come nota l’autore dell’introduzione Siegmund Ginzberg, banchettano amenamente con Abramo, le ali quasi accessori della loro incongrua umanità. Un senso di stupore viene, invece, dall’ironia malinconica che pervade i disegni. Il lampo di un sorriso, nascosto dietro una posa un po’ goffa e in qualche espressione intontita; tra i galletti gialli e le colombe grigie di Noè; tra le pecore paffute; tra le morbide nuance delle gouaches opache e dei pastelli allegri, di tanto in tanto incupiti dai toni drammatici del passo biblico.

Chagall era davvero l’ultimo dei romantici. Non un teologo né un moralista (detestava la morale delle “Favole” di La Fontaine). Dipingeva ciò che sentiva, illustrava ciò che vedeva. Nelle sue litografie, nei grandi oli; nei graffitici, quasi bozzettistici cartoni, ai personaggi delle storie si affiancano quelli della sua memoria: ed è Vitebsk, sotto sotto. Sono i racconti della “Genesi” che facevano a lui da piccolo, probabilmente. A casa, davanti al caminetto accesso – messo che gli Chagall ne avessero uno… Sfogliando le belle pagine di carta opaca va a finire che sogniamo anche noi. E chissà, pensiamo: Sara potrebbe essere sua moglie Bella, Abimelech il suo maestro di pittura dell’Accademia di San Pietroburgo, Lot il rabbino della sinagoga del quartiere.

Sembra quasi che stiano lì lì per strizzarci un occhio, Isacco e gli altri, dal loro nuvoloso Eden blu cobalto e lilla. Ci potremmo ritrovare anche i nostri sogni, in questo racconto illustrato della sacra vecchia Bibbia. Il buon Giuseppe rassomiglia a vostro nonno? Non si sa mai, nelle mani di Chagall. Non si sa mai…

Marc Chagall
nasce nel 1887 in una famiglia ebraica a Vitebsk, in Russia. Dopo gli studi d’arte compiuti a San Pietroburgo, si trasferisce a Parigi, dove si inserisce nella comunità artistica di Montparnasse. Nel 1917 aderisce con entusiasmo alla Rivoluzione russa e fonda un’accademia nella sua città natale, ma ben presto torna a Parigi, da dove, nel 1941, partirà alla volta degli Stati Uniti. Terminata la guerra, rientra in Europa, e si stabilisce in Provenza, dove rimarrà fino alla morte, avvenuta nel 1985. La sua pittura, che ha attraversato le varie correnti dell’arte contemporanea, si è sempre distinta per l’originalissima qualità cromatica e l’ispirazione infantile. Oltre alle Anime morte di Gogol’, ha illustrato le favole di La Fontaine (pubblicate nel 2009 per i tipi della Donzelli con il titolo Favole a colori, nella nuova traduzione italiana di Maria Vidale, e accompagnate dalle splendide gouachesdi Chagall).

Autore: Marc Chagall (illustrato da)
Titolo: Il Paradiso a colori
Editore: Donzelli
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 22,50 euro
Pagine: 241

* Diritti dell’articolo di Emanuela Cicoira