Via Ripetta 155

cov“La causa prima fu che sono snob. La casa mia la volevo proprio lì, nella porzione di Roma compresa tra Campo de’ Fiori e piazza del Popolo…”. È l’incipit del romanzo Via Ripetta 155 di Clara Sereni (Giunti 2015), nel quale l’autrice rievoca dieci anni di vita dal 1968 al 1977, anni di contrasti e cambiamenti, pieni di ribellione, proteste, amore libero, sfociati negli anni di piombo. La diciannovenne Clara era impaziente di uscire da casa a causa dei contrasti con il padre Emilio, dirigente del PCI, il quale desiderava non solo che la figlia s’iscrivesse al partito ma che abbandonasse la professione di cantante. Invece Clara, la più giovane e la meno dotata nel gruppo L’Armadio, con pochi soldi a disposizione aveva iniziato a visitare varie abitazioni, a piedi per strade e vicoli, una in Ghetto “particolarmente scalcinata”, un’altra in via dei Cappellari e un’altra ancora in via del Babuino, in cima a scale più impervie delle altre. Un giorno, uscita con Ferdinando Pellegrini dalla casa di Giovanna Marini, dove Clara aveva ascoltato Contessa, una nuova canzone scritta da un ragazzo sconosciuto, Paolo Pietrangeli, figlio del regista Antonio, che sarebbe diventata presto la colonna sonora del ’68 nel nostro Paese, la Sereni dopo aver attraversato ponte Cavour si era trovata di fronte un cartello. “AFFITTASI. VIA RIPETTA 155. RIVOLGERSI AL LIBRAIO PER LE CHIAVI”. “Quando in cima a quattro piani di scale a chiocciola, mi trovai davanti a uno stanzone luminoso con il soffitto a cassettoni, la scelta fu immediata”. A cinque minuti da piazza Navona dove tutto succedeva, dove ci si incontrava, si discuteva e si cantava. Nel novembre del ’68, nel giorno dell’elezione di Nixon, il Presidente degli Stati Uniti repubblicano la cui elezione cancellava qualsiasi speranza, Clara firmava il contratto d’affitto. Il trasloco fu rapido, la ragazza non possedeva quasi niente. La ristrutturazione dell’appartamentino era proseguita in modo autarchico, ciascun amico di Clara partecipava, molte le braccia a disposizione, il tempo passava lavorando, mangiando, parlando di politica. Iniziando dalla Francia che per prima “aveva dato forma e visibilità a sentimenti, ragionamenti, pulsioni che già da tempo si affacciavano al mondo”, che fino a quel fatidico Maggio erano sembrati episodi sparsi, per poi diventare “un movimento, un fiume”. Lì, in via Ripetta, “il futuro era un cantiere aperto, molte e grandi cose da fare. Senza timore di infortuni”. Clara Sereni, giornalista, scrittrice e traduttrice, una delle più importanti autrici italiane contemporanee, qui compone un mosaico di ricordi personali che si intrecciano con la storia del nostro Paese e non solo. Gli anni della giovinezza sono per lei quelli legati indissolubilmente alla piccola abitazione di Via Ripetta 155, anni epocali dove accadde di tutto, la strage di Piazza Fontana, le dimostrazioni contro la guerra in Vietnam, il referendum sul divorzio, per citare gli avvenimenti più rilevanti, tutti aventi come sottofondo le canzoni e la musica suonata al Folkstudio. La generazione alla quale appartiene l’autrice, che avrebbe cambiato l’Italia e il mondo, era consapevole che “nessuno ci avrebbe aperto le porte del potere, nessuno ci avrebbe regalato niente senza una lotta di tutti. Dura”. Una generazione che dava molta importanza al pronome “Noi” perché nessuno si pensava da solo. Clara non rimpiange i suoi vent’anni, comunque difficili, la nostalgia è sempre soltanto per quel “Noi” che è andato spegnendosi via via fino a diventare isolamento: “ognun per sé e nessun Dio per tutti”. Nel romanzo l’autrice che si considera “cittadina del mondo”, rievoca la figura un po’ ingombrante del padre, conversatore sapiente, matematico e fisico a tempo perso, conoscitore di una serie infinita di lingue e idiomi, politico sferzante dall’intelligenza multiforme. “Forse ora poteva capitare alla nostra generazione di essere capaci di lanciare ponti, costruire relazioni diverse, prenderci il buono di quel che avevamo alle spalle e lasciar cadere il resto”.

Clara Sereni è nata a Roma nel 1946 e vive a Perugia. Da anni impegnata nel mondo del volontariato, è stata per oltre un decennio presidente della Fondazione “La Città del Sole” – Onlus, che costruisce progetti di vita per persone con disabilità psichica e mentale. Ha pubblicato: Sigma Epsilon (1974), Casalinghitudine (1987), Manicomio primavera (1989), Il gioco dei regni (1993), Eppure (1995), Taccuino di un’ultimista (1998), Passami il sale (2002), Le Merendanze (2004), Il lupo mercante (2007) e Una storia chiusa (2012). Ha curato anche le raccolte di testimonianze intorno al tema della disabilità e della diversità: Mi riguarda (1994), Si può! (1996) e Amore caro (2009). Dirige per l’editore Ali&no la collana “Le farfalle”.
Il romanzo Via Ripetta 155 è uno dei dodici libri finalisti al LXIX Premio Strega che sarà assegnato presso il Ninfeo di Villa Giulia a Roma la sera del 2 luglio 2015.
Autore: Clara Sereni
Titolo: Via Ripetta 155
Editore: Giunti
Pubblicazione: 2015
Prezzo: 14,00 Euro
Pagine: 197