L’immigrazione asiatica in Italia

cover immigrazioneL’immigrazione asiatica in Italia. Presenze, lavoro, rimesse (Edizioni Idos 2013). Con questo primo numero dedicato all’immigrazione asiatica in Italia, il Centro Studi e Ricerche IDOS/Immigrazione Dossier Statistico dà l’avvio alla nuova serie della rivista Affari Sociali Internazionali di cui è divenuto proprietario e editore.
Il Centro auspica che la rivista diventi uno strumento d’informazione e riflessione sulle migrazioni, sulle condizioni di vita degli immigrati in Italia, sui cambiamenti e sugli effetti che questa presenza sta determinando per il nostro Paese e per i suoi cittadini, sulle problematiche e le opportunità che dall’immigrazione possono derivare. Promuove e finanzia questo primo numero la società MoneyGram, a sua volta interessata a conoscere meglio il mondo delle migrazioni e le prospettive economiche che da queste possono derivare, tanto in Italia quanto nei paesi di origine.

I migranti nel mondo sono 232 milioni ma includendo anche le migrazioni interne quasi un miliardo. In tredici anni sono aumentati di 57 milioni, quindi tutti i paesi del mondo sono contemporaneamente aree di destinazione, origine e transito. Si è scelto come primo argomento di approfondimento monografico della rivista Affari Sociali Internazionali le migrazioni asiatiche in Italia per diversi motivi. Innanzi tutto dall’Asia sono partiti alcuni dei più antichi flussi migratori registrati nel nostro Paese, emblematico è il caso delle Filippine, attualmente gli immigrati asiatici sono un quarto di tutti gli stranieri non comunitari autorizzati a soggiornare in Italia. L’Asia è un continente che negli ultimi decenni ha registrato un ritmo di crescita economica intenso. Ne è un esempio la Cina, ma si potrebbe dire la stessa cosa per l’India. Allo stesso tempo l’Asia rimane un continente di grandi povertà e diseguaglianze dal quale continuano a partire flussi di persone che cercano un lavoro e un salario migliore e verso cui ritornano i flussi di denaro inviati dagli stessi migranti ai familiari rimasti a casa.

Quindi il presente numero, diviso in quattro parti più una sezione di allegati statistici e relative mappe grafiche, dedicato alle prime sei collettività asiatiche presenti in Italia, approfondisce le migrazioni asiatiche anche nell’ottica del contributo economico e delle prospettive di sviluppo che queste migrazioni possono avviare tanto in Italia quanto nei paesi asiatici. Dalla lettura del Dossier emerge una prospettiva finora poco considerata cioè che l’Italia può fare dell’immigrazione asiatica un’opportunità per collegarsi più stabilmente a uno dei continenti economicamente più promettenti del mondo, per rafforzare in tal modo il proprio ruolo futuro nel nuovo scenario internazionale.

Roberto Bisogno, collaboratore del Centro Studi e Ricerche Idos, nel capitolo Lo scenario economico. I paesi del continente asiatico a un bivio, sottolinea che la Cina “all’inizio degli anni Novanta, si è resa protagonista di uno dei più straordinari processi di trasformazione in campo economico nella storia del pianeta: la massiccia migrazione della ricchezza dall’Occidente verso Est”. “L’eccezionale dinamismo dell’economia cinese” prosegue Bisogno “ha contagiato vaste regioni del continente”, a cominciare dall’India. La Cina dal 2010 è il primo Paese esportatore nel mondo e il maggiore detentore di riserve valutarie e le previsioni dicono che il reddito cinese supererà entro il 2030 quello americano. Se la Corea del Sud attualmente è capofila di quei paesi del Sud-Est asiatico in piena crescita economica, il Giappone, il quale era stato negli anni Sessanta il primo paese in Asia a segnare la riscossa del continente, ora invece è afflitto da una crisi caratterizzata da deflazione e insufficiente livello di crescita. Non solo una difficile congiuntura economica per il Giappone ma anche scandali e crisi politiche, per non parlare dei noti disastri naturali.

Tornando alla Cina, Bisogno ricorda come l’inquinamento sia diventato negli ultimi anni il maggiore motivo di preoccupazione e di scontento della popolazione cinese, “L’inquinamento atmosferico è la quarta causa di morti precoci”. Vi sono altre forme dannose di inquinamento, meno avvertibili ma più difficili da rimuovere, come quella del suolo che colpisce i terreni agricoli e le falde idriche. “L’obiettivo primario da porsi deve oggi considerarsi quello di allentare la pressione sul territorio sconvolto da un fenomeno di urbanizzazione senza precedenti”. “Anche in Cina” termina Roberto Bisogno “si sono ripetuti in nome della corsa al benessere e della necessità di bruciare i tempi per conseguirlo, gli stessi errori compiuti dai paesi industrializzati dell’Occidente”.

I curatori di L’immigrazione asiatica in Italia. Presenze, lavoro, rimesse sono Maria Paola Nanni e Ginevra Demaio con il supporto dei redattori del Centro Studi e Ricerche Idos. La rivista Affari Sociali Internazionali – Nuova Serie è aperta ai contributi e alle ricerche di studiosi ed esperti delle tematiche migratorie italiani e stranieri.

Titolo: L’immigrazione asiatica in Italia. Presenze, lavoro, rimesse
Editore: Idos
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 144