Tra la zona del design di via Tortona, meta di giovani, artisti e designer, e quella del Giambellino, vecchio quartiere popolare rimasto ancora autentico anche se in via di gentrificazione, Gogol&Company è forse più simile ad un modello di libreria anglosassone, dove non si ha paura di unire ai libri il buon cibo e un ambiente accattivante.
Non “solo” libreria ma anche luogo dove stare insieme: “Gogol è un laboratorio in cui sperimentiamo la possibilità di vivere tutti insieme lavorando con ciò che amiamo di più, letteratura e gastronomia racconta Danilo Dajelli, uno dei tre librai che gestiscono Gogol & Company. Il sogno nel corso degli anni è diventato progetto imprenditoriale, con il chiaro intento di creare aggregazione, comunità all’interno di uno spazio che offra circolazione di idee e pensieri. Cerchiamo di avvicinarci sempre più e sempre meglio ad un concetto puro di cultura”.
La comunità di Gogol comprende una decina di persone, tre librai e cinque ragazzi che si alternano dietro il bancone bar, più tre figure assolutamente fondamentali che lavorano dietro le quinte. Siamo quasi tutti trentenni con un paio di figure più esperte e sagge. Siamo Danilo, Tosca e Alessandro, i librai. Chami, Riccio, Laila, Lorella, Teo in caffetteria e dietro le quinte Daniela, Franco e Pinuccio i fondamentali.
Com’è composto il vostro catalogo e su che aspetti puntate di più?
Partendo dal presupposto che siamo una libreria indipendente e autofinanziata, ci piace identificarci come libreria generalista, specializzata in narrativa italiana e straniera. Leggiamo molto, caratteristica non sempre scontata in chi lavora con i libri, librai inclusi. Amiamo leggere ma non siamo concentrati solo sulle novità della settimana: ci piace riscoprire, dare profondità alle nostre proposte e i nostri banchi diventano sintesi delle novità più fresche e di classici riscoperti o autori contemporanei poco letti. Questa ricerca spesso ci porta a leggere editoria indipendente, che trova ampio spazio sui nostri scaffali.
La libreria è anche su Facebook: perché questa scelta e che riscontro stai avendo?
Facebook è in questo momento fondamentale per uno spazio come il nostro. Creare le giuste sinergie tra mondo editoriale, librerie con una chiara affinità elettiva e ovviamente gli amanti dei libri, i potenziali clienti, è un modus operandi che ci sta dando molte soddisfazioni. Crearsi una vetrina importante nella rete in un contesto sociale come il nostro in cui si è connessi praticamente tutto il giorno può fare la differenza. Il modo di farsi pubblicità, di proporre percorsi e ricerche deve cambiare ed è innegabile che alcuni uffici stampa, soprattutto legati a realtà editoriali indipendenti fanno un lavoro straordinario da questo punto di vista. Citerei tra questi Iperborea e Minimum Fax, la vera eccellenza.
Librerie online e ebook: cosa ne pensate? Possono coesistere con le librerie indipendenti “tradizionali”?
Gogol & Company nasce con il chiaro intento di creare un nuovo modo di frequentare le librerie. Abbiamo creato un presidio, sociale e culturale, che permetta all’avventore di fermarsi, passare del tempo, bloccare la routine, concedendosi un momento estetico con un libro, un giornale, un bicchiere di vino o una chiacchierata. Questo sistema crea un alternativa importante alla libreria online, incredibilmente più efficace per l’acquisto di impulso. Noi offriamo la consulenza, la ricerca, la proposta e forse un po’ di preparazione e quindi qualità. L’ebook è una strada molto interessante, ma che ancora nel nostro Paese fatica a svilupparsi. Mi sembra che la copertura Internet in Italia abbia ancora grandi passi da compiere per mettersi al livello di quei Paesi in cui sta invece prendendo piede con successo. Per il momento vedo entrambe le realtà come una possibilità, non un pericolo per il nostro lavoro: quindi sì, possono e devono coesistere.
Arte, libri, cucina coesistono nella vostra libreria: è questa la strada per le librerie indipendenti per sopravvivere alla crisi?
In Gogol & Company si sono sintetizzate le nostre passioni, libri arte e cucina. Ci piace leggere e ci piace mangiare. La Gastronomia, come disse Savarin, il cui manifesto è per noi legge, è una scienza che studia la felicità, una risorsa per migliorare la nostra esistenza e come la letteratura dovrebbe perseguire un ideale estetico gratificante, che ci migliori. Il lavoro di ricerca, studio e confronto fatto con i libri è il medesimo per la cucina. Lavoriamo con piccoli produttori locali, che interpretano il cibo come cultura e valore da trasmettere, e noi diventiamo cassa di risonanza. Leggiamo, mangiamo e presentiamo. Da noi si mangia bene, pulito e giusto. Non dimentichiamo l’arte, intesa come spazio espositivo. Anche in questo caso senza correre, con metodo e programmazione. Vuol dire esporre il lavoro di giovani artisti, magari ancora studenti, con il giusto rispetto verso alcune forme d’arte che in Italia vengono sempre messe in secondo piano. Si parla soprattutto di illustratori e fotografi. Siamo però riusciti ad esporre anche Mario Dondero, un maestro: ascoltarlo parlare è stata una lezione di vita.
La vostra più grande soddisfazione?
Il nostro è un quartiere in mutamento, che vive oggi una prepotente gentrificazione. In questo momento coesistono l’anima popolare e quella più ricca e innovativa. Questo è per noi un grande stimolo. La vera soddisfazione non è quando ti dicono “bravo”, ma quando il “teppistello” di quartiere si apparta seduto in poltrona a sfogliare un libro.
I libri più venduti negli ultimi sei mesi?
Negli ultimi sei mesi abbiamo venduto parecchia letteratura italiana. Complice il fatto che ci sono piaciuti moltissimo gli ultimi lavori di Paolo Cognetti. Ma soprattutto abbiamo riscoperto un grande della nostra letteratura, Michele Mari. Vendere Michele Mari e godere insieme a un cliente della sua grandezza non ha prezzo, è la vera soddisfazione di cui si parlava sopra.
Qualche consiglio di lettura? E un “classico dimenticato” da riscoprire?
“Che Dio ci perdoni” pubblicato da Feltrinelli e scritto dalla geniale mente di A.M Homes. E “Carta Carbone” pubblicato da SUR, di Julio Cortazar, un godibilissimo epistolario che si può leggere in ogni dove. Aggiungerei anche “Non è il vino dell’enologo” di Corrado Dottori (DeriveApprodi) che ci racconta il mondo del vino visto da un vero contadino, lontano da tutto ciò che l’industria alimentare oggi cerca di distruggere.
Il “sogno nel cassetto” per il futuro?
Stiamo lavorando ad un progetto ambizioso ma assolutamente realizzabile. Riuscire a ritagliarsi una quasi totale autonomia nella proposta soprattutto gastronomica: avere la terra, lavorarla e proporre direttamente nel locale i prodotti coltivati da noi. Per quanto riguarda i libri…purtroppo è un segreto, e non sono più sogni ma progetti veri e propri.
Il personaggio che vorreste venisse a presentare il suo libro nella vostra libreria?
Senza ombra di dubbio David Foster Wallace. Anche sorseggiare un buon bicchiere di vino con Roberto Bolano non sarebbe male. Purtroppo sono morti entrambi quindi appartiene tutto al mondo dei sogni. Tra i viventi sarebbe interessante incontrare Michele Mari, i suoi lavori ci hanno letteralmente estasiato.
Gogol & Company
Via Savona 101, Milano
Orari: dal martedì alla domenica, ore 9-22
Tel. 02 45470449 Mail: libreria@gogolandcompany.com
www.gogolandcompany.com