Canfora e la natura del potere. Il passato e il futuro politico

lanturadelpotereIl 6 maggio scorso a Milano, Luciano Canfora ha presentato il suo ultimo lavoro”La natura del potere” (Laterza, 2009). A discutere di un testo ricco di storia e di prospettive, Paolo Mieli e Lorenzo Ornaghi.

Un libro di dubbi. Il Prof. Canfora come al solito fa discutere. Il bello dei suoi libri, come lui stesso sottolinea al cospetto di un pubblico attento, è che non creano mai una verità condivisa. Lanciano sassi e i lettori li vanno a cogliere con dubbi, conferme, rivitazioni e sguardi al futuro. L’amore per la storia, quella vera che Canfora non smette di perseguire nei suoi studi ma cerca di ravvivare e di metterla anche all’attenzione delle giovani d’oggi. Così, con “La natura del potere” l’autore pone l’accento sul delicato rapporto tra elite e capo individuando la possibilità ma anche la difficoltà di condividere il potere una volta legittimato.

Un libro che conclude un pensiero. L’idea di scrivere questo testo è stata per Luciano Canfora l’occasione di concludere un discorso iniziato con Vito Laterza, fondatore della casa editrice barese. L’editore, infatti, commissionò a Canfora un libro su Giulio Cesare. Di lì il tema del Cesarismo espresso nel libro “Giulio Cesare. Il dittatore democratico” (Laterza, 2000) ha sempre accompagnato Canfora nei suoi studi.

Due spunti di rilievo. E’ Ornaghi a sottolinearli: le sorti della democrazia e la natura del potere che appare molto efficace e ricco di contaddizioni. Secondo il Rettore della Cattolica, però, occorre “guardare cosa c’è in fondo alla democrazia“. “Molti riferimenti di Canfora – prosegue Ornaghi con la prima critica sulla visione dell’autore – fanno vedere che il potere ma non sono convinto che quello più forte sia quello economico“. La seconda critica invece avviene sul versante del fascimo o del neofascimo come lo definisce Canfora: “Nel nostro paese penso non ci sia di nuovo la riunificazione al basso come fu per il tratto dominante del movimento fascista. Dovrebbero esserci nell’analisi una tendenza più generale e non troppo specificia sull’Italia“.

Da sottolinare, dopo un’osservazione di Luciano Canfora che auspica una libertà per gli studiosi “di poter parlare senza essere incasellati“, un appellativo dato dallo stesso Canfora a questo suo ultimo libro: “difettoso“.

Luciano Canfora insegna Filologia classica all’Università di Bari. È direttore della rivista “Quaderni di storia” e collabora con il “Corriere della Sera”.

Info: la video intervista a Luciano Canfora