I carnefici stranieri di Hitler. Nazisti non tedeschi

carnefici-stranieri-hitlerForse c’è anche una sorta di urgenza contingente, la risposta a un allarme non privo di fondamento – ahimé – nelle ricerche sul vastissimo fronte del collaborazionismo europeo in chiave militare in questo “I Carnefici stranieri di Hitler” (Garzanti) di Christopher Hale. Continue reading

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“Un giorno mi troverai”

un-giorno-mi-troveraiDal Giappone, dove si è trasferita con Yoshi, Lucy Jarrett è tornata a casa. Dopo aver a lungo viaggiato all’estero, nella grande casa in riva al Lago dei Sogni, nella regione dei Finger Lakes, stato di New York, ritrova la madre, reduce da un piccolo incidente automobilistico e molti ricordi. Continue reading

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“La cognizione del dolore”

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Come ha precisato Gadda in una sua intervista RAI il titolo “La cognizione del dolore” (Garzanti, 2010) va inteso letteralmente: “cognizione” è quel procedimento conoscitivo che porta ad una determinata nozione. Un procedimento che può apparire amaro, lento, sofferto e può passare attraverso esperienze atroci della realtà. Un titolo che ha in sé un insegnamento morale ed è lontano da ogni sorta di felicità o illusione.

Si arriva al nucleo della storia passando per una descrizione dettagliata del Maradagàl, un paese sudamericano inventato, reduce da una guerra aspra con il Parapagàl. Un artificio che non nasconde nulla, nemmeno gli elementi più apertamente autobiografici. Gadda vuole “intorbidare le acque” ma sono evidenti i riferimenti al nostro paese, al suo privato e il suo Gonzalo non è altro che un alter ego di Carlo Emilio. Un uomo che non sente l’affetto di sua madre, che non ha conosciuto realmente la guerra, come il fratello morto, e cova dentro rancore.  Si trova a raccontare il suo dramma esistenziale, a tratti, al suo dottore, non sopporta la bontà della madre verso i servi che si comportano da parassiti irriconoscenti e soffre una solitudine che non ha eguali.

Gadda non rinuncia all’ironia, sempre presente come negli altri suoi lavori, ma non ammicca al lettore, alcuni passaggi sono ostici e lirici, anche per via di un melange linguistico che unisce spagnolo, italiano e, a tratti, napoletano. Non c’è narrazione in prima persona, non è presente una classica confessione diaristica. C’è solo un meccanismo ben articolato, preciso, congegnato, che non lascia spazio ai sentimenti  incentrandosi prettamente sullo stile, spesso volutamente artificioso e forzato.

Pubblicato a puntate tra il 1938 e il 1941 sulla rivista “Letteratura”, “La cognizione del dolore” fa la sua comparsa nelle librerie solo nel 1963 ed è, oggi, considerato come uno dei libri più importanti del Novecento italiano. Questa ristampa può essere un’occasione importante per conoscere un grande scrittore e un titolo fondamentale.

Carlo Emilio Gadda oltre a “La cognizione del dolore” è autore anche di “L’Adalgisa” e “Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana”. L’intera sua opera è raccolta nella prestigiosa edizione curata da Dante Isella nei volumi della collana Garzanti Novecento.

Autore: Carlo Emilio Gadda

Titolo: La cognizione del dolore

Editore: Garzanti

Anno di pubblicazione: 2011

Prezzo: 12 euro

Pagine: 210

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Il ritorno di Jean C. Grangè. Arriva “Amnèsia”

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Un grandissimo thriller che non molla la presa fino all’ultima pagina. Un’indagine sui meccanismi sconosciuti dalla mente umana. Jean Cristophe Grangè torna in libreria con un nuovo avvincentissimo romanzo, Amnèsia, edito da Garzanti. Continue reading

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“L’ora prima del Alba”. Ondaatje viaggia per mare

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Michael Ondaatje, scrittore cingalese naturalizzato canadese, nato nel ‘43 da una famiglia di origini olandesi, noto a molti grazie al film Il paziente inglese tratto da un suo romanzo, con L’ora prima dell’alba, si cimenta con una narrazione che lascia immaginare traslati e risonanze autobiografiche. Continue reading

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“Io e Dio. Una guida dei perplessi”

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Il volume Io e Dio. Una guida dei perplessi di Vito Mancuso (Garzanti 2011) riprende il tema già oggetto della ricerca sviluppata nella precedente opera ”L’anima e il suo destino”: quale è il senso e il fine della nostra vita? Un interrogativo che l’uomo si pone come essenziale e prioritario sin dai primordi della storia. Intorno a questa domanda si sviluppa il discorso appassionato di Mancuso dal momento che, secondo il teologo, ”rispondere a questa domanda è impossibile senza riflettere sul rapporto tra noi e Dio. E’ una domanda che coinvolge l’intero genere umano ma anche “personale”, perchè riguarda ciascuno di noi e alla quale non ci si deve sottrarre.

Lungo il suo percorso logico, ricco di dottrina e denso di richiami ai filosofi e teologi che nel corso della storia hanno meditato sull’esistenza di Dio, spiega e condivide le ragioni della sua profonda fede in Dio.

“Per me affermare l’esistenza di Dio” scrive Mancuso “significa credere che questa dimensione, invisibile agli occhi ma essenziale al cuore, esista, e sia la casa della giustizia, del bene, della bellezza perfetta, della definitiva realtà”. Ed indica come senso della vita il bene, sintesi della giustizia, verità e bellezza, per il quale i credenti devono operare: un compito di enorme portata, che essi sono chiamati a svolgere con consapevolezza, senza attendere aiuti dall’alto, lottando e soffrendo, se necessario, giorno per giorno lungo tutto l’arco della vita. Occorre, inoltre, superare il dualismo fra lo “scientismo ateo e semplicistico” ed il dogmatismo delle autorità ecclesiastiche. L’esperienza spirituale – sostiene con forza e convinzione l’autore – ha più valore della dottrina ed il primato, quindi, deve essere conferito alla coscienza e non alla dogmatica. Insomma, libertà di coscienza e non cieca obbedienza all’autorità: una tesi che, seppure non nuova, sarà presumibilmente al centro dell’attenzione ed oggetto delle dispute più frequenti nel dibattito che questo libro è destinato ad aprire.

Vito Mancuso è nato a Casate Brianza nel 1962. Dopo gli studi nel Seminario arcivescovile di Milano, viene ordinato sacerdote nel 1986. A distanza di un anno ha chiesto di essere dispensato dalla vita sacerdotale e di dedicarsi solo agli studi teologici. Inizia quindi la sua attività lavorativa in campo editoriale prima presso Piemme, quindi Mondadori e San Paolo. Nel 1996 consegue il terzo e conclusivo grado accademico, il Dottorato, in teologia con il massimo dei voti, con una tesi “Hegel teologo e l’imperdonabile assenza del principedi questo mondo”, pubblicata da Piemme.

Seguono, dal 1997 ad oggi, otto opere, tra le quali ricordiamo. “Dio e l’angelo dell’abisso, ovvero la visione cristiana del mondo” (Città Nuova1997), ”Per amore. Rifondazione della fede” (Mondadori, 2005), ”L’anima e il suo destino” (Raffaello Cortina, 2007), “Disputa su Dio e dintorni” con Corrado Augias (Mondadori, 2009), “La vita autentica” (Raffaello Cortina, 2009), che ha avuto anche un’edizione audio con prefazione di Lucio Dalla (Emons ,2010). Il pubblico più ampio ha impparato a conoscerlo attraverso gli articoli che va pubblicando sul quotidiano “La Repubblica”, che spesso hanno suscitato discussioni e polemiche per le posizioni non sempre allineate con quelle delle gerarchie vaticane. Attualmente è docente presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano

Autore: Vito Mancuso

Titolo: Io e Dio. Una guida dei perplessi

Editore: Garzanti

Anno di pubblicazione: 2011

Prezzo: 16,60 Euro

Pagine: 488

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Il Pasticciaccio di Gadda nella nuova ristampa Garzanti

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“Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” (Garzanti, 2011), il romanzo più famoso di Carlo Emilio Gadda, non è un tipico giallo dalla trama avvincente. In realtà, non rientra proprio negli archetipi della narrativa ma nell’alveo, ben più consistente, della letteratura. Letteratura della Parola, a dispetto della convenzionalità della storia. Il Pasticciaccio è un romanzo d’abbandono in cui il racconto, frammentato, iperbolico, dilatato a dismisura, viene colorato dai vari dialetti, dal turbinio di lingue diverse, italiane, che vanno a denotare i personaggi e a detonare nel “botto” finale, in-aspettato, che sembra quasi redarguire il “parolaio” Gadda prima del completo abbandono descrittivo. Continue reading

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Non molto lontano da qui di Massimo Cacciapuoti

non-molto-lontano-da-quiLa storia d’amore fra Giacomo e Alice, l’amicizia fra Giacomo e Cristina e Giacomo e Francesco, i legami che reggono la struttura solida e stranamente, comunque, solare di “Non molto lontano da qui” di Massimo Cacciapuoti sono da leggere mentre si beve il retroterra famigliare proprio del Giacomo.

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