Il mio amico

Dalla prefazione di Paolo Di Paolo

“Era da un po’ che non trovavo – in un racconto, in un romanzo – un amico, un grande amico, uno misterioso come Meaulnes, o irraggiungibile come Gatsby. L’elettricità che sprigiona un nostro amico: uno che sa scrivere canzoni, il fratello maggiore acquisito che ti insegna come comportarti con le ragazze, l’adolescente cresciuto, «sensuale inconsapevole». Il mio amico è il racconto che apre questa raccolta di Daniela Matronola; ed è un ottimo campione della sua scrittura giocosa, verrebbe da dire «seriamente giocosa»”. 

Quattro racconti con un unico protagonista: Mauro, anestesista presso l’antico ospedale sul Tevere, che sa tenere a bada il dolore – il proprio e l’altrui. “Un domatore del dolore, un soccorritore nato”, come lo definisce l’autrice. “Qualcuno l’elastomero se l’era già inventato, ma in Italia nessuno ne faceva ancora un sacrosanto uso pop” (dal racconto Liquor). A completare la raccolta, Cronaca di una sparizione, racconto ferroviario Roma-Parigi sulle tracce di Butor e “La modificazione”, e il racconto dialogato Il lavoro rende liberi.

Quattro racconti caratterizzati da una scrittura che indaga la realtà, spesso difficile e dolorosa, sapendo volgere lo sguardo oltre, mettendo al centro di tutto il sentire e il cuore, senza tralasciare una buona dose di humour.

Muoversi sulla scena reale significa compiere un’indagine indomita sull’esistenza, è insieme metodo e oggetto di una interrogazione mai conclusa sulla condizione di tutti i viventi. L’ironia che permea la scrittura di Daniela Matronola è strumento elettivo di distanziamento rispetto alla realtà indagata, è il setaccio che permette di vedere e scostare le qualità secondarie che infestano il quadro rendendolo falsamente misterioso: dunque l’ironia e spesso l’umorismo o l’accorto ragionamento sulla definizione e dopotutto la conoscenza linguistica del mondo sono l’unica via d’accesso alla verità nascosta. E implica lo scavo nella profondità temporale. Per Daniela Matronola, la quest letteraria è una lotta senza distinzione di generi.

Daniela Matronola (Cassino, 1961) vive e lavora a Roma dove si è laureata con la poetessa toscana Margherita Guidacci con una tesi su Tennessee Williams. Ha iniziato presto a recensire intervistare e tradurre autori italiani francofoni e anglofoni tra i quali Richard Ford. È docente di ruolo di Lingua e Letteratura Inglese alle Superiori dal 1987.

Critica letteraria militante, ha scritto per varie testate nazionali tra cui Alias, Diario della Settimana, Linea d’ Ombra, Nuovi Argomenti. Attualmente fa parte della redazione di Leggendaria e collabora a succedeoggi.it. 

Nel 1997 è stata inclusa nell’antologia La sedia di paglia si è rotta del Premio Dario Bellezza per la Poesia Inedita I Edizione, tenuta a battesimo da Giovanna Sicari, Sara Zanghì e Luce D’Eramo. 

Nel 1999 ha pubblicato Cartolina Da Parigi, l’opera fotopoetica con prosa finale (BlackHole/LineaGrafica, Roma), incoraggiata dalla fotografa Sebastiana Papa. Nel 2000 ha collaborato da traduttrice delle americane Emily Fox Gordon, Rachel Westzeon e Cynthia Ozick al volume Il Dovere della Felicità di Filippo La Porta e Alessandro Carrera (Baldini&Castoldi, Milano). 

Con l’editore Manni, ha pubblicato nel 2002 la raccolta Il luogo dell’appuntamento, insignita nel 2003 del Premio Alghero Donna per la Poesia Edita; e nel 2010, PARTITE. Romanzo in tre movimenti, insignito nel 2011 del Premio Città delle Donne (XII Edizione, Casa Internazionale delle Donne).

Con RP Libri di Rita Pacilio ha pubblicato Melamangiai nel 2018, e Tempo Tecnico nel 2019 – insignito il 27 giugno 2020 del Premio Prata Sannita / Anna Maria Ortese.

*su gentile concessione dell’agenzia Anna Maria Riva – Comunica Valore