La libreria dove tutto è possibile

La libreria dove tutto è possibile

La libreria dove tutto è possibileLa libreria dove tutto è possibile (Garzanti 2018) di Stephanie Butland illustra alle lettrici più romantiche che l’amore può nascere anche in libreria.


York, Inghilterra del Nord, 2005. Nel centro della bella cittadina Loveday Cardew lavorava in una piccola ma molto fornita libreria, “Giro di parole”, considerata dalla giovane come un rifugio. Il negozio, che odorava di carta e fumo, aveva due finestre a bovindo, una delle quali occupata da uno scrittoio di quercia con due piani di cassetti. Il martedì sera ospitava il Circolo dei lettori e Loveday ne approfittava per sorbire una tazza di tè e riordinare. Un giorno era arrivata in libreria una scatola di libri che aveva emozionato e colpito la ragazza. Il cartone era pieno di comuni tascabili pressoché intatti pubblicati negli anni Novanta, i Classici Penguin neri con i quadri della National Gallery in copertina, come le confezioni di cioccolatini. Niente di speciale o, almeno, niente di ricercato: Eliot, Trollope, Dickens.

Quando Loveday aveva cominciato a tirare fuori dalla scatola i Classici Penguin, l’aveva presa una strana sensazione: erano tutti libri che la madre aveva posseduto. La madre sapeva che i libri erano importanti, e alimentava la passione per la lettura della figlia riempiendo di volumi la piccola libreria in soggiorno dove trovavano posto anche quelli che non entravano più nella cameretta di Loveday. Quindi la libraia aveva imparato fin da piccola a prendersi cura dei libri fino a preferirli ai contatti con le amiche. Alla giovane sembrava che attraverso le pagine scritte con le avvincenti storie di famosi personaggi letterari, riuscisse a scambiare le proprie emozioni. Alcuni giorni erano passati e svuotando altre scatole Loveday aveva riconosciuto altri libri che erano appartenuti alla sua famiglia da alcuni segni distinguibili. Dapprima Loveday aveva pensato che fossero state casualità, coincidenze ma poi che qualcuno stava cercando di mandarle un messaggio. Inoltre, per Loveday era giunto il momento di accorgersi del giovane cliente Nathan Avebury, amante della poesia che aveva un debole per lei.

Una lettura piacevole e accattivante in cui spicca la sarcastica ed eccentrica Loveday, che nonostante le traversie della vita, dimostra di avere ancora fiducia nel domani e nell’amore.

Stephanie Butland vive con la famiglia in Northumberland, Inghilterra. La sua carriera di scrittore è iniziata con la sua lotta contro il cancro, e ora è una scrittrice. Scrive in uno studio che si affaccia sul suo magnifico giardino sulla riva del mare e nel suo tempo libero fa la maglia, cucina torte e legge. Oltre a scrivere, lavora come relatrice e formatrice, e lavora con associazioni di beneficenza per contribuire ad aumentare la consapevolezza e il denaro per la ricerca di cure, nella speranza che il cancro possa essere presto guaribile. Lost for words è tradotto da Elisabetta Valdrè.

Autore: Stephanie Butland
Titolo: La libreria dove tutto è possibile
Editore: Garzanti
Anno di pubblicazione: 2018
Prezzo: 17,90 euro
Pagine: 272