Anarchia e prigioni

coverAnarchia e prigioni. Scritti sull’abolizione del carcere è uno degli ultimi titoli dell’Ortica editrice, giovane casa editrice con un catalogo raffinato: una manciata di titoli che propongono riflessioni, provocazioni e idee sulla natura del progresso (o non progresso) materiale e spirituale dell’uomo. Anarchia e prigioni è un libro che sin dal titolo dichiara la sua posizione, e tuttavia non è necessario condividere un’ideologia anarchica o anti-carceraria per leggerlo e apprezzare la lucidità dell’analisi sociale. Siamo all’inizio del secolo scorso, eppure Pëtr Kropotkin , Alexandr Ber­kman ed Emma Goldman (autori dei tre pamphlet qui raccolti) hanno una visione nitida della condizione carceraria, e, in anticipo rispetto ai tempi, individuano i punti di rottura di una struttura a lungo considerata immutabile e indispensabile per l’ordine di una società sana e moderna.

Le prigioni sono “università del crimine”, come dice Kropotkin, luoghi nei quali si appren­dono dai compagni modi per commettere reati più raffinati, dove lo spirito di vendetta prevale su qualunque desiderio di riscatto sociale. La prigione è un luogo di contagio, e come si può promuovere la salute diffondendo il contagio? Si chiede la Goldman, citando alcuni dei più bei versi di Oscar Wilde, scritti in carcere, tratti da La ballata del carcere di Reading.

Gli atti più vili, come erbacce velenose,

prosperano bene  nell’aria della prigione;

è solo ciò che di buono c’è nell’uomo che là si consuma e appassisce.

La pallida  angoscia sorveglia il pesante cancello,

e il carceriere è la disperazione.

Un male sociale, quello della criminalità, per Kropotkin, come per gli altri autori, legato al mondo della finanza, della proprietà, in un’analisi sociologica che punta tutto sulla “prevenzione”, sul mutuo sostegni e sulla ridistribuzione delle ricchezze. (“Pur concedendo l’esistenza di tendenze criminali innate, è nondimeno vero che queste tendenze trovano terreno fertile nel nostro am­biente sociale”).

Sono pamphlet di inizio ‘900, non bisogna dimenticarlo, e gli autori sono intrisi della prima filosofia comunista, dunque si dovrà perdonare alcuni aspetti di quest’analisi che oggi ci risultano evidentemente ingenui. Anarchia e prigioni non perde però la sua forza, al di là dei limiti dell’ideologia.  “Quando si va in prigione, vi si ritorna. È inevi­tabile e le statistiche lo dimostrano. […] e il reato per il quale di ritorna e sempre più grave del primo”, scriveva Kropotkin e ancora oggi, guardando le nostre statistiche, è impossibile non dargli ragione.

 

Autore: Pëtr Kropotkin , Alexandr Ber­kman, Emma Goldman

Titolo: Anarchia e prigioni. Scritti sull’abolizione del carcere

Editore: Ortica editrice

Anno di pubblicazione: 2014

Prezzo: 10 euro

Pagine: 80