Studio Garamond: intervista a Stefania De Paolis

studio-garamond-logo-375Incontriamo Stefania De Paolis, editor dell’Agenzia Letteraria Studio Garamond che ci svela il dietro le quinte di un’Agenzia Letteraria, il fiuto e la competenza che occorrono per scovare un capolavoro tra tanti manoscritti, scoprire nuovi talenti e consigliare scrittori esordienti all’oscuro delle regole del gioco.

Stefania, di che cosa si occupa all’interno di Studio Garamond?
Mi occupo soprattutto dei lavori redazionali, valutazioni delle opere, correzione bozze, editing, ma tra di noi in agenzia c’è uno scambio continuo d’idee, quindi in un certo senso riesco a partecipare all’intero processo di comunicazione e questo mi piace molto.

Qual è il ruolo di un’agenzia letteraria e com’è strutturato il vostro lavoro?
Semplificando, l’Agenzia Letteraria si pone come una intermediaria tra gli autori e gli editori; l’obiettivo è di supportare gli autori nel percorso editoriale di ricerca dell’editore giusto e allo stesso tempo aiutare le case editrici a trovare libri di qualità. Studio Garamond affianca sia gli autori sia gli editori e si occupa di ogni aspetto del complesso processo editoriale, dai servizi di valutazione dell’opera, editing e correzione bozze fino alla rappresentanza e la consulenza legale.

Vi proponete di “offrire risposte rapide e concrete sia all’autore sia all’editore”. In che senso?
Vogliamo offrire un servizio serio, caratterizzato da precisione e cura del testo, e puntiamo molto sull’esperienza e sulla conoscenza del mercato di riferimento. Per fare un esempio, un autore, soprattutto se alle sue prime esperienze nel mondo dell’editoria, rivolgendosi alla nostra agenzia ottiene nell’arco di 7 giorni una scheda di valutazione in cui, oltre a un’accurata analisi formale del testo, viene analizzata l’opera dal punto di vista contenutistico e soprattutto nell’ottica di una concreta spendibilità editoriale con uno sguardo attento alle tendenze del mercato.

Il vostro obiettivo è di essere un ufficio stampa a 360° per gestire l’immagine del cliente. Come pensate di attuare tutto ciò?
Studio Garamond dedica particolare attenzione all’ambito della comunicazione, e offre un servizio di ufficio stampa completo, utilizzando i media tradizionali (giornali, riviste on/off line, blog ecc.) e i principali social network, ma anche curando l’organizzazione di eventi letterari, reading, tour.

Gli italiani si sa sono un popolo di aspiranti scrittori, però leggono poco. Per essere un bravo scrittore non occorre avere una buona cultura di base?
Sì, se consideriamo il termine nella sua accezione più ampia e non come mero possesso di conoscenze, più o meno specializzate, acquisite mediante lo studio. Più che altro penso che le doti necessarie a un aspirante scrittore siano grande curiosità, onestà intellettuale, passione e tanta, tanta umiltà. E, naturalmente, leggere è imprescindibile.

Quali requisiti deve avere un manoscritto per catturare la sua attenzione?
Non credo esista una ricetta fissa nella scelta di un testo. Per quanto mi riguarda alla base ci deve essere un uso corretto e soprattutto consapevole della lingua, non solo a livello grammaticale (caratteristica peraltro non proprio scontata purtroppo), ma in senso più ampio, creativo: uno stile peculiare, insomma, una buona padronanza stilistica ed espressiva. Sono sempre alla ricerca di una storia che sappia emozionarmi, sorprendermi, con un punto di vista originale e che non ricorra a stereotipi.

Occorre avere un ottimo fiuto letterario per scovare un buon libro?
Nella valutazione e selezione di un libro intervengono tanti fattori, il fiuto letterario è senza dubbio uno di questi. Penso che per essere un buon editor occorra essere un forte lettore, pieno di curiosità, libero da cliché e pregiudizi, ma anche attento ai fenomeni in atto e alle tendenze del mercato. La vera difficoltà, infatti, è contemperare il proprio gusto letterario con le qualità oggettive del testo e, naturalmente, con le esigenze editoriali. Alla fine comunque, l’unico modo per investire in un progetto è crederci fortemente e quindi trovare un’opera che faccia risuonare qualcosa dentro di te.

Secondo il rapporto Nielsen e AIE (Associazione Italiana Editori) il 2012 è stato un annus horribilis per il libro, infatti, il mercato complessivo ha fatto segnare un calo del 6,3%. Come si può cercare di invertire almeno in parte la rotta?
Effettivamente il Rapporto 2013 dell’AIE sullo stato dell’Editoria in Italia parla di annus horribilis, con un complessivo -6,3%. Ma è anche vero che si parla di raddoppio del mercato e-book, che ha raggiunto il 2% della quota di mercato e che si ipotizza possa arrivare al 4% a fine 2013. Senza contare che i lettori digitali sono quasi triplicati dal 2010. Magre consolazioni, certo. L’aspetto più inquietante però è che “il 30% del mercato è fatto da medi e forti lettori (che leggono più di 7 libri l’anno), che da soli generano tra il 39% e il 43% dei volumi di vendita di libri italiani”. Beh, se ancora si considera un lettore forte chi legge 7 libri l’anno mi pare ovvio che sia necessario ripartire da una politica seria di educazione alla lettura, sia in famiglia sia nelle scuole. Purtroppo la lettura viene ancora vissuta come qualcosa di noioso e di elitario, o peggio ancora come una specie di caratteristica genetica: o ce l’hai o non ce l’hai. Naturalmente non è così, la passione per la lettura si trasmette. Si può educare alla lettura: basta trovare il modo migliore e più efficace per farlo. Al resto si arriva quasi di conseguenza: un maggior numero di lettori consapevoli significa un maggiore volume di vendita di libri, ma anche maggiore attenzione alla qualità, la riscoperta della figura dei librai, delle librerie ecc.

Stefania De Paolis è nata a Lecce e dopo gli studi in musica e lettere si è occupata principalmente d’insegnamento. Lavora nel settore editoriale in qualità di editor.

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Agenzia Letteraria Studio Garamond
Roma – info@studiogaramond.com
Contatti: http://www.studiogaramond.com/richiedi-preventivo/

1 thought on “Studio Garamond: intervista a Stefania De Paolis

  1. Ho sentito a suo tempo, mi pare nell’ edizione del 2010 di PordenoneLegge, che il rapporto tra autore ed editore, è qualcosa di molto simile ad una relazione coniugale. Si tratta di partire – da quanto colgo qui – con il partner giusto ( ovvero trovare la controparte-metà più affine, più adatta) e poi di proseguire il percorso, consolidandolo possibilmente nel tempo. E , se si è veramente capaci – ovvero leali – senza mai “tradire” il proprio partner/editore con un altro. Allora, Buon Inizio ! Sperando che sia amore……

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