L’etica in un mondo di consumatori, di Zygmunt Bauman (Laterza, 2010), è un involto di pungoli invasivi, che danno adito a riflessioni di ogni tipo, di primo acchito complesse ma che ci si rende conto affondano le radici nelle considerazioni più banali che siamo portati a fare ogni giorno.
Le numerose citazioni sradicano la consapevolezza di ognuno di noi, declinata secondo quella che è ormai l’accezione più valida: “consumatore”, e fanno si che si staglino sullo sfondo della lettura una miriade d’immagini che riproducono noi stessi alle prese con le scelte quotidiane.
I paralleli sono azzeccati, sebbene potrebbero apparire un azzardo: sono le vespe di Panama perfetto epitome della società liquida contemporanea? Lo sono rispetto al pregiudizio che vuole che ogni sciame sia in ogni sua parte eguale solo a se stesso e mai aperto al resto della popolazione di vespe adiacenti? Secondo Bauman lo sono: i gruppi demografici moderni tendono ad essere sempre più disarticolati, composti da soggetti che smarriscono la reciproca complementarietà e interfunzionalità a causa del pregiudizio verso l’altro che fatica a scemare.
Le popolazioni sono per Bauman una “Somma di diaspore”: aggregati di differenze che mischiano i profili e li annegano nell’indefinitezza. Senza che però questo sia necessariamente un limite: lo è solo per via del pregiudizio, null’altro: è il pregiudizio che definisce l’anacronismo della tendenza ad una società liquida in un mondo che non appare pronto; è il pregiudizio che articola iniquità e realtà schiavistiche moderne.
La società globale segna il passaggio dall’ homo politicus all’homo consumens, una società nella quale i fini sono sempre più materializzati ma scarniti, una società in cui è l’amore stesso a trovare definitezza in un dare per avere ed in cui la felicità si riduce ad un cumulo di acquisti finalizzati alla soddisfazioni di bisogni artificiosamente indotti.
Ed è così che i valori della rivoluzione francese, Libertà-eguaglianza-fratellanza, trovano i propri surrogati moderni in sicurezza, parità e rete.
La modernità liquida è una necessità storica, e come tale si è riaffermata nei suoi sviluppi inevitabili. Per questo va valorizzata: vanno incentivati gli scambi culturali, i passaggi di conoscenza, anche come misura preventiva degli scontri di civiltà che deflagrano nel terrorismo internazionale.
Bauman passa al setaccio i luoghi comuni relativi ad un’involuzione del soggetto umano, a quella che Pasolini definiva con altre parole “Rivoluzione Antropologica”, e li mostra in tutta la loro assoluta centralità rispetto al corso della storia economica e sociale del mondo.
Zygmunt Bauman è uno degli intellettuali più influenti del ventesimo secolo, a lui si deve la folgorante definizione di “Modernità Liquida”. Tra gli altri, ha pubblicato per Laterza: Modernità Liquida; Amore liquido; Vite di scarto; Modus Vivendi. Inferno e utopia nel mondo liquido.
Autore: Zygmunt Bauman
Titolo: L’etica in un mondo di consumatori
Editore: Laterza
Anno: 2010
Pagine: 234
Prezzo: 16 euro
*articolo di Luigi Riccio