Marco Vichi: “Il contratto”. Intervista all’autore

il-contratto-marco-vichiIl contratto “di Marco Vichi è quel documento che un aspirante scrittore in cerca di successo firma incautamente. “Con la presente transazione, io sottoscritto M. Ronzini… cedo agli Uffici ciò di cui poco m’importa in cambio di tutto ciò che invece desidero. Il presente contratto è irrescindibile”.

Nel suo ultimo racconto pubblicato nella collana Microcosmi, l’autore toscano rielabora il mito di Faust portandolo ai nostri giorni. È sempre stato attuale e sempre lo sarà, anche se ne corso della Storia cambiano i nomi dei protagonisti: oggi Mefistofele s’incarna nella corruzione, nella mafia, nella malversazione, negli scambi di favore, nella cattiva politica, nell’avidità di certa finanza, e al posto del desiderio di conoscenza di Faust ci sono i soldi, il potere, la fama” ci ha rivelato Vichi.

Ronzini, scrittore ad alta dose di frustrazione dopo l’ennesima serata negativa trascorsa invidiando la ricchezza e il lusso degli altri, viene svegliato da un uomo “sui sessant’anni, vestito elegante”. Il misterioso individuo che possiede nello sguardo una luce dolorosa propone a Ronzini un patto, alias un contratto che pone il giovane di fronte a un bivio. Il mediatore, l’esimio Commendator Stefano Mephi, Consulente Generale, Esperto in cessione e transazioni, sa che Ronzini è la persona giusta, adatta a compiere “una grande impresa” letteraria. Una volta convocato presso dei fantomatici Uffici, lo scrittore si trova a colloquio con un uomo in giacca e cravatta dalla faccia pallida e affilata che si trova seduto dietro una scrivania monumentale. È nostra intenzione commissionarvi un poema sullo stesso stile dell’Alighieri”. L’opera letteraria si chiamerà “La Vera Comèdia” e “parlerà della verità del mondo ultraterreno”. Se Ronzini accettasse di scrivere il poema gli viene assicurato che in pochissimo tempo diventerebbe ricco e famoso. La dignità di Ronzini sarà trasformata in ricchezza, proprio “come il metallo in oro”. L’anima malata di invidia di M. Ronzini accetta. Cosa accadrà? “Firmate e non ve ne pentirete”.

Abbiamo domandato a Marco Vichi come sia nata l’idea del libro e l’autore ci ha risposto che “è tutta colpa di Dante, della sua inarrivabile capacità poetica… che a un certo punto si può aver voglia di dissacrare, proprio per l’infinita e inestirpabile ammirazione verso il ghibellin fuggiasco. I grandi maestri vanno affrontati sul loro terreno, anche sapendo di essere romanticamente perdenti, anche se si è consapevoli di combattere contro giganti imbattibili che dai nostri sforzi usciranno ancora più grandi, soprattutto ai nostri occhi”. A Vichi piace indagare negli infiniti meandri dell’animo umano che conosce più vizi che virtù. Messer Ronzini non vuole accettare il suo destino di scrittore mediocre, i propri limiti, e quindi come Faust perde la propria anima acconsentendo, forse senza nemmeno rendersene conto, a un patto con il demonio. “E l’onore? Il mio onore? Mi sembrerebbe di vendere l’anima”. Fama, donne e ricchezza, tutto ciò che un uomo desidera ed è lì a portata di mano. Chi per la fama è disposto a sacrificare qualcosa, è disposto a sacrificare tutto. La dignità (parola antica, ormai) non si perde a pezzetti, ma tutta insieme… è composta di un unico pezzo monolitico. «Perdere un po’ della propria dignità» è una frase assurda, come affermare che «si è assassini, ma solo un po’» ”. Intrigante il personaggio di Vanessa, una donna bellissima, tentatrice, dalla chioma fulva. Vanessa potrebbe essere la «forza vitale», che non sempre spinge verso cose buone e giuste. Accoppiarsi per amore o per violenza non è certo la stessa cosa, ma dietro la profonda differenza morale o razionale dei due gesti pulsa la stessa identica potenza della natura”.

Uno scritto certo piacevole, che fa riflettere sulla condizione umana, sulla frenetica corsa alla felicità, al successo ad ogni costo. L’autore sembra volerci dire anche se in maniera ironica e surreale, di diffidare delle adulazioni e di chi ci promette l’impossibile. Al termine della nostra intervista quando abbiamo fatto notare allo scrittore che leggendo Il contratto si percepisce il divertimento dell’autore nello scriverlo, il simpatico e arguto Marco sorridendo ci ha risposto che “se chi scrive non si diverte, non si diverte chi legge”.

Nel mezzo della vita mia boscosa… Non ti sia duro il mio parlar sincero… Qui non si dice quel che già fu detto…”

Marco Vichi è nato nel 1957 a Firenze e vive nel Chianti. È autore di racconti, testi teatrali e romanzi. Presso Guanda ha pubblicato i romanzi L’inquilino, Donne, donne, Il brigante, Nero di luna, Un tipo tranquillo; le raccolte di racconti Perché dollari? e Buio d’amore; la serie dedicata al commissario Bordelli Il Commissario Bordelli, Una brutta faccenda, Il nuovo venuto, Morte a Firenze (Premio Giorgio Scerbanenco – La Stampa 2009 per il miglior romanzo noir italiano) La forza del destino (2011); e la graphic novel Morto due volte con Werther Dell’Edera. Ha inoltre curato le antologie Città in nero, Delitti in provincia ed È tutta una follia. Il suo sito internet è www.marcovichi.it

Autore: Marco Vichi

Titolo: Il contratto

Editore: Guanda

Anno di pubblicazione: 2012

Prezzo: 7,90 Euro

Pagine: 95