Se ti abbraccio non aver paura. Il viaggio di Franco e Andrea

se-ti-abbraccio-non-aver-pauraSe ti abbraccio non aver paura” di Fulvio Ervas (Marcos y Marcos) è la frase che i genitori del piccolo Andrea avevano scritto sulle maglie del figlio perché il bambino “a scuola provava in continuazione l’impulso di abbracciare con forza i compagni”.

Ricordando quella scritta “né troppo grande né troppo piccola”, che non voleva essere “un avvertimento minaccioso” o “una supplica” ma un “semplice suggerimento”, l’autore “narra la storia vera del lungo viaggio attraverso Stati Uniti e America Latina di Franco Antonello, con il figlio Andrea nell’estate del 2010”. Un viaggio particolare, simbolico iniziato quindici anni prima quando un medico comunicò a papà Franco che suo figlio di tre anni era probabilmente autistico. “Da quel momento sei nella bufera”, ma “il treno della vita” tranquilla della famiglia Antonello non deragliò “anche se la prima reazione fu di incredulità” perché ciascuna vita, anche la più imperfetta possiede “una sua forza”. Scorrono quindi le immagini di un itinerario on the road con una Harley Davidson rossa come compagna dopo aver prenotato solo un albergo a Miami, tappa iniziale, per “tagliare l’America costa a costa”. Un percorso vissuto, assaporato attimo dopo attimo da un padre con un figlio speciale, due “esploratori dell’universo” per un’intera estate da luglio a settembre trascorrendo 123 giorni insieme e percorrendo 38mila km. “Sarà il nostro viaggio. Strampalato, vitale, un poco avventato. Un poco curativo”. Il viaggio della vita. “Ascoltami, la storia che ti voglio raccontare ha la forza della vita vera e la bellezza di un sogno”. Così disse Franco a Fulvio davanti a uno spritz consumato in un bar mentre mostrava foto e parlava di suo figlio. “A un tratto sul fondo scorsi un ragazzo in punta di piedi che pareva svitare lampadine in cielo. Visione unica… Agganciava gli sguardi. Fu l’apparizione di Andrea a spingermi ad accettare l’impresa”, ha raccontato Ervas in una recente intervista. Un dialogo tra lo scrittore e Antonello, incontrandosi ogni venerdì, “durato più di un anno” che si è trasformato nelle pagine di un libro tra i più amati e apprezzati dai lettori italiani, da settimane nella classifica generale dei titoli più venduti in Italia e destinato a breve a diventare un film prodotto dalla Cattleya di Riccardo Tozzi.

Se ti abbraccio non aver paura si conferma un successo della passata estate grazie anche al passaparola, centocinquantamila copie vendute dal giorno dell’uscita del volume lo scorso aprile, 12 edizioni e 6 traduzioni in corso. Sono queste le cifre di un successo. “Per certi viaggi non si parte mai quando si parte. Si parte prima. A volte molto prima”. “Siamo viaggiatori avventurosi”. Sono le parole di Andrea che dialoga con i genitori attraverso sintetiche frasi scritte al computer e comunica con gli estranei toccando le loro pance “Sento la pancia di persone per conoscere chi mi sta vicino. Mi presento alle persone toccandole e sto tranquillo”. Andrea è un “alchimista” “che distilla poche parole ma con una grande eco”. Il ragazzo “non ha barriere, assorbe tutto come una spugna basta guardarlo per capire che ha un’intimità diversa, tutta sua, con la realtà”.

Se è vero che l’autismo o Sindrome di Kanner è un disturbo che interessa la funzione cerebrale e la persona che ne è affetta mostra una marcata diminuzione dell’integrazione sociale e della comunicazione, è anche vero che il deserto del New Mexico fa pensare a questa patologia. Sono queste le riflessioni di Franco mentre “km dopo km” con Andrea aggrappato a lui l’uomo associa deserto e autismo, due mondi dove apparentemente regna sovrana l’incomunicabilità, la solitudine assoluta. “Forse l’autismo è un deserto inizialmente ostile, molto esigente, sin troppo sincero…”. Le esistenze di Andrea e di conseguenza quella di Franco viaggiano “un po’ contromano”, sarà dunque “la strada a guidarci” per trovare “l’isola che non c’è” o quel “regno dell’impossibile” in luoghi suggestivi quali l’America di frontiera “rude, sepolta, in posa” o nel Sud America “pianeta intricato”, coacervo di sensazioni immediate e fortissime. “L’America Latina si spalanca davanti a noi”.

Un romanzo che “intreccia vicende ed emozioni autentiche con fantasia e arte narrativa” redatto da un perfetto narratore di una vicenda originale scritta con finezza senza retorica o inutili pietismi. La voce di Franco diventa quella di Fulvio, perché chi ha saputo tradurre in parole le immagini di una spedizione indimenticabile è abile nell’entrare in una storia particolare facendola sua e donandola a milioni di lettori che si ritrovano a peregrinare insieme ai protagonisti del racconto. “Io e Andrea attraverseremo tutte le Americhe possibili e immaginabili, due o tre, quelle che incontreremo. Ce ne andremo a zonzo tutta l’estate, come esploratori”. Il viaggio di un padre insieme a suo figlio non è altro che quel viaggio che ciascuno di noi compie attraverso se stesso per conoscere le proprie possibilità e i propri limiti. Per crescere e superare le paure. Significativa quindi appare la citazione di Emily Dickinson che suggella questo libro coinvolgente e sincero “La speranza è un essere piumato che si posa sull’anima, canta melodie senza parole e non finisce mai”.

Fulvio Ervas è nato nell’entroterra veneziano il 23 luglio 1955, senza sapere che Albert Einstein era morto da qualche mese. Quando ne avrà coscienza, si iscriverà a un liceo con la presunzione di doversi costruire una cultura scientifica. Inspiegabilmente attratto da tutti gli animali diversi dall’uomo, si laurea in scienze agrarie, con un’inquietante tesi sulla Salvaguardia della mucca Burlina. Insegna Scienze Naturali nell’Impero della pubblica istruzione, e di questo ci racconta in Follia docente, ma è assediato da altre storie. In treno, nell’orto, vicende e personaggi gli si affollano in testa, e non gli danno pace finché non si sentono in salvo su una pagina. Autore di una serie di brillanti gialli con protagonista l’ispettore Stucky, vive nella campagna di Treviso con la famiglia e una squadra compatta di animali domestici.

Franco Antonello vive a Castelfranco Veneto e dalla finestra della casa in cui è nato vede le mura merlate di un castello. Imprenditore e editore è il presidente della fondazione I Bambini delle Fate che si occupa di sostegno ai famigliari e alle persone affette da autismo come suo figlio Andrea. Immagini del viaggio e della vita di Andrea si trovano all’indirizzo Internet www.andreaantonello.it, o sul suo profilo facebook.

Autore: Fulvio Ervas

Titolo: Se ti abbraccio non aver paura. Il viaggio di Franco e Andrea

Editore: Marcos y Marcos

Anno di pubblicazione: 2012

Prezzo: 17 euro

Pagine: 319