“Nuove poesie”

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Come l’anguilla citata (Marianna Montale, p. 9), anche il poetare di Fabrizio Miliucci è cosa che sfugge alla facile presa, alle categorie, ai casellari, agli schemi usi del recensore. Ho scorso veloce, lettore affrettato, fino all’inganno. Al culmine indotto, e non lo vedevo, di sensi a convergere al sé disvelato. Letta la pagina 29 (molte, le poesie senza titolo), bozzetto gustoso di detonante sarcasmo, capita la cifra dell’uomo-poeta non solo ho riletto, ma anche apprezzato. C’è un io errabondo, in questa raccolta, a tradurre per versi uno sguardo sul mondo. Passi la scelta non sempre sensata (cedi all’icona, ragazzo di facebook?) del corpo variante (succede un po’ troppo, e a volte sparpaglia: p. 56): magari son urla, o corsivi negati; passi quel quote di stampo dantesco (ci tieni alla laurea, vademecum al poetare – a p. 47, casuale cabala): gli echi sono tanti, preziosi – ricorda – di più i celati.

Lo stile s’impenna di cose minute: si è grati a Fabrizo del tanto variare, del cogliere infra e con piglio anti-dolente (una lode: di giovani in cupio dissolvi ne abbiamo, sia detto, gonfia la sacca) il rivolo lirico del mondo che accade. Un dubbio d’intenti ne Al funerale (p. 5), una sposa-bambina ben presto ingannata (p. 33), un principio d’anno piuttosto molesto (p. 40), un epilogo in moto –in auto, pardon (p. 50), Latina e dintorni in labile secco (p. 59). Poesia Per il paradosso di lingua e d’affetti, campione in E io (p. 20); avanguardia (altra lode per l’autoironia) in Poesia originalmente intera fatta a pezzi (p. 23).

Anche la prosa è all’altezza del tutto. Qualche sentenza: Romanzo (confidenza amicale del Gioberti a uno) (p. 10, e poi 34 e 37); un omaggio postremo: Bibliografia (p. 16), un dialogo folle dai ritmi serrati / venato di bello / per un ritornello / per questo alla bocca / come filastrocca: Il muto (p. 25). C’è un senso di Dio (citato una volta ma per formulario: p. 57) calato, trasposto, e persona in carne e costumi; ecco Mosè (p. 48),ecco il Redentore: Cristo la tigre (p. 39; e con quanto rispetto, e con quanto dolore). L’amore non manca, ma è bello scoprirlo (per l’eco dolente chi scrive s’astiene dal recensire una biografia).

Un augurio, in chiusura: mai gli sia scarsa negli anni a venire al contegno la cifra, alla mano la vena (p. 52, bel manifesto d’etica e penna e splendida immagine di zoo-questuante).

Fabrizio Miliucci è nato a Latina il 9 luglio 1985. Laureato in Italianistica presso l’Università di Roma Tre con una tesi sugli autocommenti poetici del ‘900 dal titolo “I critici di sé”, è alla prima pubblicazione.

articolo di Andrea Viviani


Autore: Andrea Camilleri

Titolo: Nuove poesie

Editore: Perronelab

Anno di pubblicazione: 2010

Prezzo: 10 euro

Pagine: 74