Il sottotitolo di “Colazione da Audrey” di Sam Wasson (Rizzoli 2011) sintetizza ciò che il saggio dimostra brillantemente: La diva, lo scrittore e il film che crearono la donna moderna.
Infatti, l’autore scrive nel prologo del volume “Audrey Hepburn non poteva certo saperlo… ma lei e quanti realizzarono Colazione da Tiffany stavano per scatenare una rivoluzione. Questo libro racconta di loro, dei loro sforzi e di quella rivoluzione”.
Nella scena iniziale di un film, che ha segnato un’epoca e creato uno stile, Holly Golightly alle prime luci dell’alba di domenica 2 ottobre 1960 cammina per la Quinta Avenue vestita con un little black dress di Hubert de Givenchy, come accessori occhiali scuri, girocollo di perle e sandali. La donna alle 5 di una mattina autunnale newyorkese è appena scesa da un taxi, estrae da una busta di panettiere una brioche e un bicchiere di carta contenente caffè, mentre si ferma ad ammirare le vetrine di una celebre gioielleria. Esiste qualcosa di più stravagante e chic se non consumare la propria colazione da Tiffany? Nasce così con questa scena semplice, ma di straordinario impatto visivo, il mito di una pellicola intramontabile, che a quasi cinquant’anni dalla premiére, avvenuta al Radio City Music Hall il 5 ottobre del 1961, ha il potere di suggestionare e incantare ancora una volta lo spettatore. È la magia del cinema, la bravura del regista Blake Edwards, l’incanto di una colonna sonora evergreen composta da Henry Mancini (Premio Oscar 1962), ma soprattutto è lo charme e la grazia innata di Audrey Hepburn, che prestò il suo volto a Holly ragazza di grande naturalezza e spontaneità.
La Holly di Audrey è completamente diversa dalla Holly descritta nell’omonimo romanzo di Truman Capote pubblicato nel 1958. L’autore per descrivere la complessa personalità di questa ragazza dalla vita sregolata alla ricerca del suo posto nel mondo “che racchiude in sé tante persone reali” si era ispirato ai Cigni. I Cigni erano “le amiche più affascinanti e potenti di New York”, cioè “quella cricca affiatata di dive di Manhattan che Truman adorava smisuratamente” tra le quali spiccava la bella Babe Paley, la quale aveva sposato Bill Paley magnate delle telecomunicazioni e creatore della CBS. Audrey Hepburn proveniva dal successo di Vacanze romane (1953) la cui interpretazione della principessa in incognito le era valso un Premio Oscar come migliore attrice e di Sabrina (1954), nel quale grazie agli abiti di Hubert de Givenchy l’attrice era stata subito consacrata come musa del sarto francese e icona di stile.
“Scrivendo un libro su Blake Edwards ho scoperto che nessuno finora aveva raccontato la storia di questo classico, un punto di svolta per l’immagine della donna nel cinema” ha dichiarato Sam Wesson. Nell’America maccartista e puritana degli anni Cinquanta “le donne nei film potevano essere di due tipi: o Doris Day o Marilyn Monroe”, cioè sante o prostitute. La svitata e disarmante Holly Golightly proponeva un nuovo modello femminile assolutamente moderno. Holly è ribelle, libera, senza curve, spigolosa, indipendente però fragile quindi assolutamente seducente. “Era ok anche non sposarsi ed essere sessualmente attive, divertirsi bastare a se stesse”. Nel film quindi il sesso finalmente non era più visto come un tabù. Il simbolo di tutto ciò è il little black dress che sdogana il nero, colore finora indossato al cinema solo dalle dark lady. “Givenchy e Audrey ci offrirono uno chic molto realistico, molto accessibile” qualsiasi ragazza poteva cucirsene uno, il glamour si trasformò da inaccessibile a pratico. “Dopo Tiffany chiunque. A prescindere dalle possibilità economiche, poteva essere chic, nel quotidiano, e in ogni luogo”. Era nata la donna moderna degli anni Sessanta protesa verso nuove conquiste e nuovi traguardi.“There was once a very lovely, very frieghtened girl she lived alone execpt for a nameless cat”. Così Paul Varjak/George Peppard in una delle scene della pellicola descrive in un suo racconto Holly, la protagonista, mentre nella scala antincendio del suo appartamento nell’Upper East Side canta la struggente melodia Moon River (1) accompagnandosi con la chitarra, rivelando il suo candore. Do, sol, fa, in fondo una canzone semplice nella quale Audrey/Holly “avrebbe dovuto spogliarsi di ogni finzione, gettare la maschera, mostrare con quella canzone chi era davvero dietro la sua facciata sofisticata”.
Il saggio, scritto con uno stile fluido e accattivante, cita gli altri interpreti del film tra i quali Patricia O’Neal, George Peppard dal carattere difficile, uno strepitoso Mickey Rooney nel ruolo dell’inquilino del piano di sopra della palazzina di Holly, il “caro ometto” Mister Yunioshi. Un ruolo fondamentale è affidato al “muso da canaglia” e “agli occhi gialli da pirata” di Gatto, l’unico appartenente alla razza maschile che ha il privilegio di vivere con Holly, la quale soprattutto quando ha le “paturnie” bolla gli uomini come “verme” e “superverme”. Holly che proviene da Tulip nel profondo Texas è stata ferita dalla vita e il suo atteggiamento eccentrico e cinico altro non è che una maschera. “Credi che io ti appartenga? Lo credono tutti ma si sbagliano… ”.
Il libro svela anche interessanti retroscena inerenti a Breakfast at Tiffany’s: il primo giorno delle riprese Nikita Krusciov si trovava in visita ufficiale negli USA e il premier sovietico sarebbe comparso sulla Quinta Strada “alle sette e trenta in punto”. Colazione da Tiffany è stato il primo film girato all’interno della gioielleria, furono girati due finali diversi e il bacio tra Holly e Paul che appare al termine della proiezione fu ripetuto 8 volte. Un saggio imperdibile ed emozionante che narra la genesi di un film che ha fatto da spartiacque cambiando per sempre la storia del cinema e del costume, nel quale brilla Audrey Hepburn donna dalla semplicità disarmante e dall’eleganza innata. “Capisci cosa intendo quando dico che niente di brutto può accaderti qui?”.
(1) Moon river wilder than a mile, I’m crossing you in style someday. You dream maker, you heartbreaker, wherever you’re going I’m going your way. Two drifters off to see the world. There’s such a lot of world to see. We’re after the same rainbows end. Waiting round the band. My huckleberry friend, moon river and me.
Sam Wasson critico cinematografico, con il suo Colazione da Audrey ha conquistato le classifiche del New York Times. Ha studiato cinema alla Wesleyan University e presso la USC School of Cinematic Arts. Egli è l’autore di A SPLURCH uno in bocca: i film di Blake Edwards (2009) e la Fifth Avenue, 05:00: Audrey Hepburn, Colazione da Tiffany, e l’alba della donna moderna. Attualmente sta lavorando per una biografia completa di Bob Fosse per la Houghton Mifflin.
Info: http://youtu.be/6P2qlR97HkU
Autore: Sam Wasson
Titolo: Colazione con Audrey
Editore: Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 17,90 Euro
Pagine: 250