I diritti delle donne secondo Flavia Perina e Alessia Mosca

senzaunadonna-addeditoreIl sottotitolo di “Senza una donna” di Flavia Perina e Alessia Mosca (Add) è eloquente: Un dialogo su potere, famiglia, diritti nel paese più maschilista d’Europa. Le autrici, parlamentari provengono da differenti schieramenti.

Il loro intento è di chiarire al lettore le ragioni per le quali in Italia il talento delle donne nell’ambito professionale non è sufficientemente valorizzato e quindi va sprecato. In sette capitoli (Femminismo, Maternità, Quote, Leadership, Lavoro, Diritti e Media) le deputate auspicano la necessità d’iniziative politiche che permettano a tutte le donne di conciliare il lavoro con la famiglia. Oltre alle voci delle due autrici nel saggio appaiono quelle delle donne “che ci hanno scritto, inviandoci le loro storie. Sono state raccolte, lette e pubblicate sul sito www.donnealvolante.it, un progetto dell’Associazione TrecentoSessanta”. Ogni capitolo inizia con la testimonianza – diario di ciascuna donna. È il mio compleanno e per festeggiare mi sono regalata un giorno di ferie”.

Flavia Perina afferma: “Sono le donne a dover prendere in mano il loro destino, riscoprendo la passione della vita della res publica e provando a cambiare il gioco. Non più soggetti passivi di una rappresentanza politica che le ignora (quando va bene), ma cittadine capaci di rivendicare i loro specifici diritti.”.

Alessia Mosca tra le altre cose precisa “questo libro, per la sua stessa struttura di dialogo tra persone di area politica diversa che vogliono trovare un terreno comune di confronto e di lavoro, ha la presunzione di rappresentare un minimo passo per la ricostituzione di quel sistema valoriale da cui ci siamo così tanto allontanati”. Le donne hanno nel nostro paese un ruolo marginale “in termini di partecipazione alle decisioni, sia nel mondo politico sia in quello economico e sociale”.

L’occupazione femminile in Italia è ferma al 46% (20 punti in meno di quella maschile) media tra le più basse nei paesi europei. Questo è stato l’allarme lanciato dal Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi il 31 maggio scorso durante la sua ultima relazione. “La scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro è un fattore cruciale di debolezza del sistema” ha sintetizzato il futuro Presidente della Banca Centrale Europea.

Potere è un sostantivo maschile nota ironicamente Flavia Perina. In un paese come l’Italia nel quale le immagini femminili vincenti e predominanti sembrano essere desolatamente solo quelle delle veline e delle escort, finalmente un piccolo ma consistente volume che riporta al centro del dibattito, nella nostra sempre più superficiale società, il problema dell’occupazione e della condizione femminile.

Il punto centrale del dialogo tra le due autrici è il tema della maternità. È forse diventato un lusso fare figli in Italia? Si ha paura e quindi non s’investe abbastanza sul proprio futuro? La paura immobilizza, tende a far ritardare le scelte… ci ricorda Alessia Mosca. Il saggio intende dimostrare che di donne ce ne sono molte e che la loro voce si sta facendo sempre più chiara e forte in un’Italia nella quale per Flavia Perina e Alessia Mosca l’obiettivo è la parità lavorativa e di retribuzione tra uomini e donne. Individuare quindi insieme, subito, anche nelle aule parlamentari un equilibrio per sanare quella disparità sociale, vulnus dell’occupazione in Italia. Le donne, in Parlamento come nel Paese, devono provare ad agire una buona volta come soggetto unitario, sostenendo senza dividersi proposte e riforme nell’interesse di tutte.

Onorevole Perina nell’introduzione al volume cita una frase di Antoine de Saint-Exupéry. (1) Desidera spiegarci il motivo?
“È un invito ad avere coraggio nelle scelte che talvolta possono sembrare difficili. Per esempio la scelta di questo nuovo protagonismo femminile è una di queste. Era un appello rivolto alle donne che sono in politica per cercare delle sintonie oltre i rispettivi schieramenti. Immaginare delle battaglie comuni, è una cosa che finora in Italia non si era mai vista e che secondo me sarebbe utile a tutte.”

Come si può conciliare il legittimo desiderio di diventare madre con quello di realizzarsi nell’ambito lavorativo e far carriera?
“Esclusivamente ottenendo servizi efficienti che consentano un impegno lavorativo. Nel nostro Paese siamo un po’ sotto il minimo sindacale, noi sappiamo che soltanto un terzo di chi ne fa richiesta ad esempio ha accesso all’asilo nido, in questa situazione è ovvio che ci sia una disparità particolarmente gravosa per le madri che intendono restare nel mondo del lavoro.”

Nel rapporto NoiItalia dell’Istat, uscito dopo la pubblicazione del saggio, risulta che il tasso d’inattività femminile delle donne tra i 15 e 64 anni è del 48,9%. Che cosa ne pensa, considerato che nella vecchia Europa ci batte solo Malta?
“Penso che questo sia l’esito dell’arretratezza italiana in materia di sostegno alle donne lavoratrici. Abbiamo una legislazione che è rimasta molto indietro, molto spesso c’è disinteresse delle amministrazioni comunali, un’arretratezza anche del mondo delle imprese dove iniziative come quella della costituzione degli asili aziendali non sono mai state prese in considerazione o varate anche se sicuramente proporrebbero dei vantaggi per le stesse imprese.”

On. Perina, Lei ha partecipato a Siena all’incontro nazionale (9-10 luglio) organizzato dal comitato Se non ora quando? Bilancio di questa mobilitazione?
“C’è stato un nuovo passo rispetto a quello uscito dalla manifestazione del 13 febbraio. Prima di tutto la conferma di un protagonismo femminile e di un desiderio di rivendicare una serie di diritti nella società italiana, una conferma della trasversalità di queste rivendicazioni ma poi anche un incontro e di scoperta tra tutte noi. Erano presenti donne di tutte le formazioni politiche, è stata questa la grande novità della riunione nazionale di Siena.”

On. Mosca, dopo la grande manifestazione del 13 febbraio Se non ora quando? che ha aperto una nuova stagione femminista è cambiato qualcosa nella coscienza delle donne?
“Non credo si possa parlare di un prima e di un dopo nella presa di coscienza femminile sulla necessità del cambiamento. Bastava parlare con amiche e conoscenti – studentesse, lavoratrici precarie o disoccupate, neo-mamme o ragazze che per ora non pensano a far figli per non perdere il lavoro – per capire che il clima non era certo quello di pacifica accettazione dello status quo, come propagandato da alcuni media. La manifestazione del 13 febbraio è stato il modo di rendere questi sentimenti chiari ed evidenti, ha costituito una svolta solo nell’animo di quanti non avevano compreso l’insoddisfazione diffusa.”

Desidera parlarci del Suo progetto di legge che ha firmato insieme all’On. Lella Golfo volto a introdurre le cosiddette quote rosa nei CDA? (2)
“Il testo punta a garantire una adeguata rappresentanza femminile per i CDA e i consigli di sorveglianza delle società quotate alla Borsa di Milano. Il testo, che è in via di approvazione al Parlamento italiano, prevede che questi organi debbano essere partecipati per almeno un quinto da donne a partire dal 2012 e per almeno un terzo a partire dal 2015.
Il mondo dell’economia e del business, nei suoi criteri di selezione e di accesso alle cariche, sono ancora fortemente maschili. Se si guarda alle statistiche infatti emerge che generalmente i curricula scolastici delle donne sono migliori di quelli degli uomini. Tuttavia, quando si esaminano le posizioni delle donne laureate, ma anche diplomate, nelle carriere, si nota che non c’è corrispondenza fra i risultati raggiunti negli studi e quelli conseguiti nel lavoro. L’Italia è al terzultimo posto in Europa per numero di donne presenti nei CDA delle aziende quotate in Borsa e la proposta di legge può incidere in maniera sensibile per portarci nelle posizioni di vertice. È una misura dura da digerire anche per le donne, però data la situazione drammatica nella quale viviamo è necessaria una cura shock che sblocchi la situazione. Si tratta di una azione positiva, in quanto tale è solo temporanea: tre mandati, con la speranza che questo aiuti a “normalizzare” un po’ il nostro paese quanto alla parità di accesso.”

Chiara Saraceno ha scritto che l’occupazione femminile in Italia rappresenta “una corsa ad ostacoli tra inadeguatezza dei servizi e scarso investimento da parte delle imprese”. (3) Concorda con il pensiero della sociologa?
Concordo pienamente. Aggiungerei solo: scarso impegno della politica a mettere il tema al centro dell’agenda politica e a intraprendere azioni che sradichino stereotipi culturali molto radicati nel nostro Paese. E’ anche questa la ragione del libro: un altro strumento per assumerci la responsabilità di avere il coraggio per portare fino in fondo la nostra battaglia e allearci con quanti ne comprendono la portata.”

  1. Se vuoi fare un passo avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo”.

  2. Le quote rosa nei CDA è diventato legge dello Stato il 28 giugno 2011 quando il progetto di legge è stato approvato alla Camera con un

voto bipartisan: 438 si, 27 no e 64 astenuti

(3) Fotografia di un paese scoraggiato”. La Repubblica 20 gennaio 2011

Flavia Perina nata a Roma, giornalista e parlamentare di Fli è stata direttrice del Secolo d’Italia. Militante fin da giovanissima nelle organizzazioni del Movimento Sociale Italiano, negli anni Ottanta insieme con altre dirigenti femminili fonda il mensile Eowyn, primo esempio di femminismo di destra. Nel 2006 è eletta deputato alla Camera nella lista di Alleanza Nazionale, dal giugno 2006 è componente della VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione), restando direttore politico del giornale di An fino al 22 marzo 2011, quando il Consiglio di amministrazione del quotidiano la esonera dall’incarico.

Alessia Mosca nata a Monza è parlamentare del Partito Democratico dal 2008 e segretaria della Commissione lavoro. Dal 2004 è ricercatrice dell’Arel (Agenzia di Ricerca e Legislazione). Ha curato il volume Europa senza prospettive? (il Mulino, 2006). Ha lavorato al Parlamento Europeo e nella segreteria tecnica del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta. Fa parte dell’Aspen Junior Fellows, nel 2009 è stata nominata tra gli Young Global Leaders del World Economic Forum e nel 2010 entra nel programma Rising Talents del Women International Forum. Dal 2010 è vicepresidente dell’Associazione TrecentoSessanta (nata nel 2007 da un’intuizione di Enrico Letta per dare continuità alla mobilitazione delle primarie del partito) nell’ambito della quale è stato sviluppato il progetto Donne al Volante.

Autore: Flavia Perina – Alessia Mosca
Titolo: Senza una donna
Editore: Add
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 14 euro
Pagine: 160

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