La catabasi cubana di Mejides

leduetestedellamoreUn uomo disilluso e senza più valori vaga per le vie dell’Avana conscio di un terribile segreto: la sua testa si può staccare dal collo, come fosse un accessorio. Sarà la prova indiscussa e definitiva della sua follia, il suo passepartout per l’inferno. Inizia così “Le due teste dell’amore” (Edizioni Estemporanee, 2010), di Miguel Mejides, uno tra i più prolifici scrittori cubani contemporanei.

È una sorta di Raskolnikov tropicale Juan Tristá ˗ questo è il nome del protagonista ˗, con i suoi dubbi, le sue meschinità e il suo vagabondaggio che si trasforma ben presto in una vera e propria catabasi urbana. Lui, il suo segreto e la sua terrificante ernia ombelicale che lo rende un sessantenne in pieno disfacimento fisico. Nonostante ciò si innamora di Rebecca, la ragazza del figlio. Un figlio degenere, metafora di una gioventù capace di vendersi per pochi soldi al miglior offerente. Quando tutto sembra perduto sarà l’amore a risollevare, a redimere il vecchio Juan Tristá, nonostante l’atroce delitto da lui commesso.

Attraverso l’uso di metafore parlanti Mejides racconta la sua Cuba, tanto viva e pulsante quanto perversa e spietata. Personaggi memorabili come Mariíta, la moglie di Juan Tristá, il fantomatico spiritista Kardec, amante di lei, o, ancora, Chantal e l’anziana ballerina, si susseguono in un continuo gioco delle parti. Verità e finzione si alternano, quasi fossero complementari. Così quel realismo magico portato alle luci della ribalta da García Márquez viene reso alla perfezione nelle pagine di “Le due teste dell’amore”, lasciando di sasso il lettore per la naturalezza con cui avvenimenti sorprendenti prendono il posto di episodi di vita quotidiana, senza che si avverta il minimo scollamento narrativo.

E appare chiaro, allora, giunti alla fine del romanzo, come ogni personaggio, ogni particolare non siano altro che una grande messa in scena, una rappresentazione burlesca della realtà cubana così intrisa di sacre incoerenze, incastrata com’è tra un passato di ideali disattesi e un futuro di speranze disilluse.

Miguel Mejides (Camagüey 1950), è membro dell’Unione degli scrittori e artisti di Cuba ed è uno tra i più prolifici autori cubani contemporanei. In Italia appare in due antologie di autori cubani: A labbra nude (1995) e Vedi Cuba e poi muori (1997), entrambe edite da Feltrinelli, mentre nel 2001 è uscita la sua raccolta di racconti, Rumba Palace, pubblicata da Perosini. Mejides è inoltre coautore, con Graziano Bartolini, del volume di testi e fotografie Suonare sogni a Cuba (Stampa Alternativa, 2001). Con Edizioni Estemporanee ha pubblicato, oltre a Le due teste dell’amore (2010), Perversioni all’Avana (2006), giunto alla sua seconda edizione.

Autore: Miguel Mejides
Titolo: Le due teste dell’amore
Editore: Edizioni Estemporanee
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 13,50 euro
Pagine: 194