Passato, presente, futuro. Autobiografia di Italo Bocchino

italo-storiadidestraNelle prime righe del libro “Una storia di destra” (Longanesi, 2011) di Italo Bocchino, l’autore scrive (in questa sua autobiografia) che la politica per lui “è una missione laica”.

A poco più di quarant’anni d’età l’esponente di punta di Fli, “davanti a un passaggio fondamentale della mia vita”, traccia un bilancio del suo percorso personale e politico volgendo lo sguardo sul suo passato.

Un viaggio a ritroso, tornando lì dove tutto è cominciato”. Se la politica rappresenta per Bocchino una missione laica “entrare in questo mondo è un po’ come prendere i voti”, allora “la Camera dei Deputati è il mio convento”. In questo convento il giovane deputato è entrato nel 1996 a ventinove anni. La prima tappa di questo bilancio “senz’altro positivo” è il giorno degli esami orali davanti alla commissione di maturità, avvenuto il giorno prima che l’autore compisse diciotto anni. Il 5 luglio del 1985 “ingessato” dentro uno spezzato in fresco di lana, comprato apposta per questa importante occasione, il maturando Italo, nella piazza centrale di Norcia nel cuore dell’Umbria dominata dalla statua di San Benedetto patrono d’Europa, si sentì fare dal padre una domanda inevitabile: Vuoi continuare a studiare o iniziare a lavorare?

Ho sempre vissuto nella politica fin da bambino” ricorda Bocchino rievocando la sezione del Movimento Sociale Italiano di Frignano in provincia di Caserta, nella quale il padre era segretario. “L’emozione enorme” provata a otto anni quando il piccolo Italo, chiamato così in onore di Italo Balbo, incontra Giorgio Almirante nella piazza di San Marcellino, il paese di sua madre. A metà degli anni Ottanta la politica universitaria a Perugia durante gli studi di Giurisprudenza studente fuori sede, avvengono molti fatti importanti per la sua vita come l’iscrizione al Fuan, il Fronte universitario d’azione nazionale, l’amicizia con Maurizio Gasparri, le elezioni universitarie, i primi comizi. “Il Msi di allora era un crocevia di tutto: si incontrava una destra storica, formata da uomini della cosiddetta borghesia professionale e una destra con soggetti portati da Rauti, con un tratto nazional – popolare rivoluzionario”.

Fondamentale il rapporto con Gianfranco Fini, che per l’autore rappresenta chi potrebbe contribuire che la destra italiana abbia i medesimi principi fondanti della destra occidentale ed europea. In seguito il legame instaurato con Giuseppe Tatarella suo maestro e poi da lui considerato come un padre, l’illuminante esperienza vissuta come inviato de Il Secolo d’Italia a Milano nel ’92, durante le inchieste di Tangentopoli, la nascita di Alleanza Nazionale e la campagna elettorale del ’94 “un crescendo rossiniano”. L’autore descrive “venticinque anni di impegno” cronaca dell’evoluzione della destra italiana narrata dal suo interno. “Fin da piccolo sono stato immerso nel modello culturale postfascista, ciononostante dichiaro con fermezza di essere antifascista: il fascismo mi ha negato la possibilità di confrontarmi e aderire a una destra liberale, conservatrice ed europea”.

In questa autobiografia che l’autore dedica alla moglie Gabriella “protagonista paziente e forte di questa storia”, efficaci sono le pagine dedicate ai genitori: il padre uomo integerrimo del Sud “un anarcoide legalitario” e la madre dolce e affettuosa presenza venuta a mancare troppo presto. Nella nota Pietrangelo Buttafuoco, grande e sodale amico dell’autore scrive che la vita di Bocchino “è degna di Balzac, o di Verga, e coincide con quelle trame dove è fondamentale prendere l’ascensore sociale, partire insomma da un remoto angolo di provincia e guadagnare in tempi brevi un posto che consenta il gioco in serie A”. Un’occhiata al passato, al presente e una proiezione verso il futuro è il significato di questa autobiografia presentata a quasi un anno dall’infuocata direzione nazionale del Pdl del 21 aprile 2010, che sancì l’inizio della fine del rapporto politico e personale tra Fini e Berlusconi. Il resto fa parte della recentissima cronaca, Italo Bocchino negli ultimi tempi è stato il politico italiano più presente nei programmi di approfondimento specializzati. Nelle pagine finali è tracciata la grande sfida dei prossimi anni “costruire il terzo tempo della destra che spinga il Paese verso un risveglio morale con un programma non ideologico ma concreto”. Un appello rivolto ai giovani, la futura classe dirigente italiana per edificare “una destra moderata” confrontandosi con una sinistra altrettanto moderata e al cervello degli italiani, non alla loro pancia, perché “se una volta l’estremismo si manifestava attraverso i manganelli o le pistole, quello odierno si palesa attraverso il populismo”.

Italo Bocchino è nato il 6 luglio 1967 a Napoli. Vive a Roma con la moglie e due figlie. Laureato in legge e giornalista professionista fa politica da sempre. Nel 1996 è diventato deputato nelle liste di Alleanza Nazionale. Dopo essere stato nel 2008 vice capogruppo vicario del Partito della Libertà ha dato le dimissioni il 29 aprile 2010 dopo lo scontro tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini alla Direzione Nazionale del PdL. Alla fine di luglio dello stesso anno ha aderito al nuovo gruppo parlamentare Futuro e Libertà per l’Italia che fa riferimento a Gianfranco Fini di cui il 4 agosto diviene capogruppo. Il 13 febbraio 2011 all’assemblea costituente del nuovo soggetto è stato nominato Vice – presidente di Fli. È fondatore di Generazione Italia, corrente che si riferisce a Gianfranco Fini.

Una storia di destra è stata presentata il 21 marzo scorso a Roma alle ore 17 presso il Tempio di Adriano a Piazza di Pietra. Erano presenti l’autore con Walter Veltroni, moderatore il direttore del Tg de La7 Enrico Mentana.

Giovedì 14 aprile 2011 alle ore 18,30 presso il Circolo della Stampa di Milano in Corso Venezia 48, Pietrangelo Buttafuoco, Paolo Mieli e Michele Serra discuteranno del volume Una storia di destra con Italo Bocchino.

Autore: Italo Bocchino
Titolo: Una storia di destra
Editore: Longanesi
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 16 euro
Pagine: 304