Playboy’s little annie fanny

little_annie_fannyVita, morte e miracoli di una playmate, per raccontare una contro-storia degli Stati Uniti d’America: un’idea folgorante nata dalla collaborazione di Hugh Hefner (inutile presentare un uomo considerabile l’inventore dell’erotismo moderno) e Harvey Kurtzman, ideatore di Mad Magazine, probabilmente la rivista satirica più famosa di sempre.

Le avventure di Annie Fanny avrebbero accompagnato i lettori di Playboy dal 1962 al 1988 ed oggi, grazie a Magic Press, abbiamo la possibilità di godere nuovamente di questo straordinario fumetto comico: il primo volume di Playboy’s Little Annie Fanny raccoglie infatti tutte le strisce pubblicate tra il 1962 ed il 1970.

Annie è biondissima ed ha delle curve mozzafiato, i suoi occhi sono azzurri come il cielo più limpido e sulle sue labbra non manca mai una traccia di rossetto. Il genio di Kurtzman e Will Elder ha pensato di donare un corpo splendido alla tipica “ragazza della porta accanto” made in USA: ingenua, solare, animata sempre e comunque dalle migliori intenzioni; in grado di far palpitare l’intero universo maschile, conservando intatto il proprio candore.

Nei 44 episodi che compongono la raccolta, la nostra protagonista si ritrova invischiata in numerose diversissime avventure: l’agenda di una playmate è densa degli impegni più disparati e così troviamo Annie ora impegnata in servizi fotografici, ora attesa a feste ed eventi mondani; la osserviamo a contatto con personalità eccellenti del suo tempo (più che riconoscibili, nonostante i nomi storpiati), oppure impegnata a lanciarsi come attrice; addirittura la scopriamo coinvolta in esperimenti scientifici ed intrighi internazionali.

Gli elementi che fanno da collante alle diverse strisce sono essenzialmente due, un nucleo persistente di personaggi che impariamo a conoscere rapidamente (ad esempio la collega/coinquilina Ruthie, l’agente Solly Brass, oppure Papi Beisoldoni, capitalista senza scrupoli invischiato nei traffici più loschi ed allo stesso tempo protettore dell’orfana Annie) ed il corpo della protagonista in bella mostra: per un motivo o per l’altro infatti la piccola Annie Fanny si trova costantemente semi-nuda ed accerchiata di pretendenti famelici, francamente irresistibili.

Ma le forme di questa modella svampita sono in fin dei conti uno specchio per le allodole, i cui riflessi servono ad attenuare la forza dirompente della satira degli autori: il loro sguardo spietato riesce infatti a sconfessare l’intera popolazione americana, facendo luce su ipocrisie e scheletri nell’armadio, mettendo in ridicolo buona parte delle fondamenta culturali e degli idoli grazie a cui è sorto ed è cresciuto quell’ american dream di cui oggi si ciba mezzo pianeta.

Kurtzman e soci ne hanno per tutti ed irridono senza preoccupazioni i metodi dei potenti, le ragioni degli studenti o lo stile di vita degli artisti: l’idealismo assoluto (vagamente puerile) di Annie è il termine di paragone perfetto per mostrare l’aridità dei suoi numerosi comprimari e la sua esuberanza (caratteriale nonché fisica!) trasforma come per magia professionisti integerrimi in animali tragicomici affamati di carne.

Quella di Little Annie Fanny è una comicità che rasenta la perfezione: intelligente, lucida, mai volgare, sempre e comunque al passo con i tempi; in grado di regalare le risate più sincere proprio quando affronta i temi più spinosi.

Autore: Harvey Kurtzman e Will Elder
Titolo: Playboy’s little annie fanny

Editore: Magic Press
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 25 euro
Pagine: 228