Il grande Gatsby nella nuova collana della Newton

il-grande-gatsbyL’incipit de “Il grande Gatsby“, (Grandi Tascabili Economici Newton Compton 2011) di Francis Scott Fitzgerald, è forse uno dei più efficaci di tutta la letteratura americana del Novecento.

«Quand’ero più giovane e indifeso, mio padre mi ha dato un consiglio che ho fatto mio da allora. «tutte le volte che ti viene da criticare qualcuno», mi ha detto, «ricordati che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu».

Nick Carraway è l’io narrante di un’epoca immortale e leggendaria: i frenetici e ruggenti anni Venti nei quali spicca la breve vita infelice di Jay Gatsby. «Nelle notti estive, dalla casa del mio vicino si sentiva della musica. Nei suoi giardini azzurri uomini e donne andavano e venivano come falene tra i mormorii, lo champagne e le stelle». Nick appartiene a gente agiata di questa città del Midwest da tre generazioni i Carraway che “sono una specie di clan e secondo la tradizione discendiamo dai duchi di Buccleuch”. Nell’estate del ’22 Nick, dopo essersi laureato nel 1915 e aver combattuto nella Prima Guerra Mondiale, si trasferisce nell’Est “a imparare il lavoro di Borsa”. Il giovane sbarca nella costa orientale nel villaggio di West Egg vicino a New York “in una delle comunità più strane del Nord America”. Capo dell’Uovo è un promontorio sulla baia di Long Island e qui il reduce affitta “un bungalow di cartapesta rovinata” che confina con il palazzo di un misterioso personaggio il signor Gatsby. Nick Carraway dalla sua magione osserva gli splendidi edifici bianchi della mondanissima East Egg che luccicano lungo il filo dell’acqua.

Queste due uova enormi “identiche nei contorni e separate soltanto da una baia di cortesia” sono per i gabbiani che vi volano sopra “fonte di continua confusione”. Nick è il testimone di una storia indimenticabile “la storia di quella estate incomincia praticamente con la sera in cui andai a cenare da Tom Buchanan”. Quest’ultimo ha sposato Daisy Fay, l’incantevole cugina “in secondo grado” di Nick ma non fu un matrimonio felice. Perché il misterioso Gatsby osserva di notte “le pallottole argentee delle stelle” e la villa dei Buchanan situata sulla sponda opposta alla sua, sullo stretto di Long Island?

The Great Gatsby, pubblicato per la prima volta nel 1925, rappresenta l’icona di un periodo dorato di quella età del jazz della quale Francis Scott Fitzgerald è il simbolo. The Jazz Age è quel decennio che va dalla fine della Prima Guerra Mondiale fino alla grande crisi economica americana del ’29. Proibizionismo e suffragio universale, boom capitalistico e modernità, progresso e velocità con il dilagare dell’automobile mentre le donne accorciano le gonne e si tagliano i capelli. Tutto questo mentre imperversa nei locali e nei grammofoni la musica jazz.

L’autore nei Racconti dell’età del jazz (1920) descrive quest’epoca fatta di divertimento sfrenato, spensieratezza vissuta nei quartieri alti newyorkesi e nelle eleganti ville in Cote d’Azur dove si possono incontrare giovani donne vacue la cui unica preoccupazione è di essere sempre glamour, requisito indispensabile per sposare un uomo dotato di reddito che le mantenga.

Il grande Gatsby resta un romanzo – capolavoro sempre attuale, perfetta l’ambientazione nella quale i personaggi appaiono reali ed emozionano il lettore. Chi è veramente Jay Gatsby? Ex gangster diventato miliardario, vittima e artefice di un sistema che lo distruggerà, insegue il sogno spezzato della sua giovinezza: conquistare per sempre il cuore di Daisy. Dal nulla Jay è diventato ricco e famoso, si è costruito un passato, ha acquistato uno splendido palazzo solo per Daisy. Quando erano giovani, si erano giurati eterna fedeltà ma la capricciosa ereditiera diciottenne aveva sposato Tom Buchanan famoso giocatore di football americano di Chicago. Riconquistare il cuore di Daisy diventa lo scopo della vita per Jay. Daisy per Gatsby rappresentava quello che la moglie Zelda era per Fitzgerald, l’incarnazione della giovinezza e delle emozioni vissute allora insieme. Dramma della solitudine, dell’incomunicabilità e dell’indifferenza in un mondo dove solo il denaro e l’apparenza acquistano importanza e impera la disgregazione morale.

Nell’introduzione che precede il volume Walter Mauro, scrive “Francis finì per sottolineare specialmente la dimensione traumatica della ricchezza, oltre che i suoi vacui aspetti positivi e gratificanti”. Gli occhi del dottor T. J. Eckleburg “azzurri e giganteschi” esposti in un cartellone pubblicitario nella strada che collega New York a West Egg osservano la tragedia finale che ineluttabilmente sta per compiersi. Romanzo breve nel quale l’autore compie una critica nei confronti della materialistica e capitalistica società americana che avrebbe presto perso tutto nel venerdì nero del ’29. Jay Gatsby bello e dannato antieroe romantico il cui sogno è destinato a spezzarsi. Jay quindi come Francis che visse certamente in una stanza piena di orologi e calendari, ma seppe usare la clessidra del tempo con la convinzione di essere uomo fra gli uomini”.

Gatsby credeva nella luce verde, al futuro orgiastico che anno dopo anno indietreggia davanti a noi. C’è sfuggito allora ma non importa: domani correremo più forte, allungheremo ancora di più le braccia… e una bella mattina… Così remiamo barche controcorrente, risospinti senza sosta nel passato”.

Francis Scott Fitzgerald era nato a Saint Paul nello Stato americano del Minnesota il 24 settembre del 1896 da “genitori della piccola borghesia irlandese e cattolica, che ne segnarono il temperamento e le azioni, malgrado ogni tentativo compisse di assumere atteggiamenti liberatori come scrive nell’introduzione Walter Mauro. Iniziò a scrivere fin dai tempi della scuola. Presso la Newman School, college cattolico del New Jersey, conobbe Padre Fay il quale comprese che il giovane era dotato di grande sensibilità e intelligenza. Nel 1913 si iscrisse all’Università di Princeton. “Furono tuttavia benefici e fortunati gli anni di Princeton, perché lì conobbe e strinse amicizia con numerosi intellettuali di un’America felice e come lontana da rabbie e da dolori, immersa in una sana custodia che la crisi di tredici anni dopo si occuperà di infrangere”. Il 6 aprile del ’17 gli Stati Uniti entrarono nella Prima Guerra Mondiale e Fitzgerald abbandonò Princeton per arruolarsi. Non fu mai inviato al fronte. Fitzgerald sfruttò ogni momento per rivedere, correggere e completare i ventitré capitoli del romanzo che aveva iniziato a Princeton e che sarebbe stata la prima traccia di This Side of Paradise (Di qua dal Paradiso). “Stava nascendo il leader di una nuova generazione carica di un infrenabile inno alla vita, che si definì età del jazz”. Nel ’18 fu inviato a Camp Sheridan nell’Alabama, durante un ballo del Country Club di Montgomery conobbe Zelda Sayre figlia di un noto giudice dell’Alabama. I giovani si innamorarono e si fidanzarono. La coppia si sposò nel 1920 ma la malattia mentale di Zelda sarà la causa principale della fine di questo matrimonio nato sotto i migliori auspici e allietato dalla nascita della figlia Frances chiamata affettuosamente Scottie. Nel 1920 pubblicò con successo di pubblico e critica il suo primo romanzo This Side of Paradise dedicandolo a Padre Fay. Nei primi anni Venti uscirono la prima raccolta di otto racconti Flappers and Philosophers (Maschiette e Filosofi), il suo secondo romanzo The Beatiful and Damned (Belli e dannati) e una nuova raccolta dal titolo Tales of the Jazz Age (Racconti dell’età del jazz). Nel 1925 fu la volta di The Great Gatsby (Il grande Gatsby). Nel ’34 pubblicò Tender is the night (Tenera è la notte). Il suo ultimo romanzo The Last Tycoon (L’ultimo magnate) è rimasto incompiuto. Dopo aver goduto di uno straordinario successo, morì quasi dimenticato a Hollywood a causa di un attacco cardiaco il 21 dicembre 1940. La moglie Zelda sopravvisse al marito otto anni e nel 1948 morì bruciata in un incendio divampato nella clinica per malattie mentali dove era internata da qualche tempo.

La Newton Compton ripubblica con una nuova traduzione di Bruno Armando e un’introduzione di Walter Mauro Tenera è la notte, I racconti dell’età del jazz e Il grande Gatsby.

Walter Mauro scrittore e critico letterario, è nato a Roma, dove svolge un’intensa attività di studioso delle letterature italiana, angloamericana e francese. Fra i suoi testi sono da ricordare Cultura e società nella narrativa meridionale; La progettazione letteraria tra formalismo e realismo; Vita di Giuseppe Ungaretti e Invito alla letteratura di Dante.

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Autore: Francis Scott Fitzgerald
Titolo: Il grande Gatsby
Editore: Grandi Tascabili Economici Newton Compton
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 4,90 euro
Pagine: 192

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