Il giornalismo d’inchiesta con Gerardo Adinolfi

dentro-linchiestaGerardo Adinolfi ci porta alla scoperta delle inchieste italiane. Il suo volume, “Dentro l’inchiesta” (Edizioni della Sera, 2010), è un saggio che indaga sul modo di fare giornalismo investigativo nel nostro paese. Una bella carrellata di inchieste giornalistiche confezionate in tv, sui giornali, in radio, sul web. Un approccio multidisciplinare per una professione ancora in evoluzione e che dovrà adeguarsi per far presa, sempre di più, su un’opinione pubblica bombardata quotidianamente dai media.

Nel dialogo con il giovane autore, emergono tratti interessati sul mondo giornalistico e sulla stesura di questo lavoro.

“Dentro l’inchiesta”, un saggio sul giornalismo investigativo italiano. Da dove nasce l’amore per questa professione, quali sono i suoi obiettivi professionali e soprattutto come è nato questo volume?
“Di giornalismo sono stato sempre appassionato, e mi hanno sempre interessato non solo i contenuti di un giornale, ma anche le dinamiche, la struttura, le metodologie di come venivano trovate e scritte le notizie. Ho iniziato ad interessarmi di giornalismo d’inchiesta con la tesi di laurea, quando ormai avevo già ben chiaro che il mio obiettivo sarebbe stato quello di diventare un giornalista. Oggi frequento la Scuola di giornalismo Ilaria Alpi di Bologna. L’idea alla base del libro è appunto rispondere ad alcune domande che mi ponevo: Come si fa un’inchiesta? Da dove partire? Come trovare le fonti? Ho cercato di trovare una risposta e nello stesso tempo di raccontare la storia dell’Italia, dagli anni Cinquanta ad oggi, attraverso le inchieste dei giornalisti per dimostrare che non è vero che il giornalismo investigativo, in Italia, non esiste.”

Il libro, edito da Edizioni della Sera, fa una bella carrellata di inchieste giornalistiche che si sono succedute negli anni, a testimonianza che il mestiere, seppur tra mille difficoltà e minacce di estinzione, è vivo. Come si realizza un testo del genere?
“Si realizza attraverso lo studio dei manuali di giornalismo investigativo, attraverso ricerche negli archivi dei giornali e delle tv italiane, ma soprattuto attraverso le testimonianze dirette dei giornalisti d’inchiesta. Ho intervistato vari reporter, come Sandro Provvisionato, autore della prefazione, Alessandro Sortino, Maurizio Torrealta, Andrea Cairola, Ruben Oliva, che mi hanno raccontato le loro esperienze, il loro modo di lavorare fornendomi consigli, risposte e soddisfando tante curiosità.”

La ricerca delle fonti. Come mi è posto il problema di consultarne nella stesura del volume e che approccio ha utilizzato nel “fondere” giornalismo televisivo, citizen journalism e quello tradizionale?
“Le fonti sono un elemento importante, quasi indispensabile, per ogni giornalista. Ovviamente ci sono vari tipi di fonti. Quelle chiuse, cioè segrete e riservate. E le fonti aperte, reperibili e accessibili a chiunque. Le fonti aperte vanno da pubblicazioni precedenti, documenti, disposizioni, articoli di giornale, database e sono quasi più importanti di quelle chiuse. E il mio libro si basa soprattutto su queste. Per quanto riguarda la fusione tra i vari tipi di giornalismo, ho cercato di scegliere le inchieste secondo me più significative della società italiana per ogni settore. Ho desceritto l’Italia attraverso le inchieste della carta stampata,per poi desceivere l’inchiesta che cambia e approda in tv in programmi come Report, Presa Diretta, L’inchiesta. Il web invece rappresenta la nuova frontiera del giornalismo investigativo. Sul web è nato il crowdfunding, cioè l’inchiesta finanziata dai cittadini che in siti come www.spotus.it possono proporre le loro indagini e aiutare finanziando attivamente le proposte di altri reporter o cittadini. Stampa, televisione e web sono modi diversi di fare giornalismo d’inchiesta ma quello che conta è il fine: informare i cittadini producendo cambiamenti sociali attraverso la denuncia di qualcosa che qualcuno vuole tenere nascosto.”

Nella scrittura di questo suo lavoro, qual è l’inchiesta che l’ha colpita di più?
“Ci sono tante inchieste su cui vale la pena soffermarsi, sia di tempi un po più lontani come quella di Tommaso Besozzi sulla morte del bandito salvatore Giuliano o di Gaetano Scardocchia e Giampaolo Pansa sull’affaire Lockheed, o recenti come l’inchiesta di Exit sulla bufala dell’influenza suina o i documentari sulla camorra e sulla ‘ndrangheta. Ma forse l’inchiesta che mi ha colpito di più è stata Io clandestino a Lampedusa di Fabrizio Gatti. Il giornalista de L’Espresso, maestro dell’inside story, si è finto clandestino cmabiando totalmente la sua identità e fingendosi Bilal, un curdo iracheno ripescato sulle coste di Lampedusa. Gatti è stato rinchiuso nel centro di permanenza temporanea dell’isola e dall’interno ha potuto raccontarne gli aspetti negativi, la mancanza di igiene, il sovraffollamento e i comportamenti non troppo corretti dei sorveglianti. Le inchieste di Gatti, ricordo anche Io schiavo in Puglia, o il Policlinico degli orrori, sono inchieste particolari in quanto il giornalista si immedesima e diventa un protagonista delle storie che racconta. Ma non tutti sanno che dietro un’inchiesta del genere c’è un lavoro minuzioso e importantissimo di acquisizione, di monitoraggio e preparazione indispensabile per non correre rischi e per affrontare i pericoli in cui ci si imbatte in situazioni limite come quelle che descrive Gatti.”

I giovani e il giornalismo. Perché, a suo modo di vedere, c’è ancora una forte attrazione verso una professione giudicata da molti in declino?
“Perché il giornalismo dà la possibilità di far conoscere a tutti qualcosa che si è scoperto, qualcosa che qualcuno vorrebbe tenere nascosto ma anche semplicemnte informare e soddisfare il bisogno di informazione dei cittadini. E finchè ci sarà il bisogno di conoscere e di essere informati, ci sarà sempre bisogno del giornalismo. E se ben fatto il lavoro del giornalista è anche divertente e soprattutto pieno di soddisfazioni, se non economiche o sociali, quanto meno personali.”

“Dentro l’inchiesta” è già stato presentato varie volte con la presenza di notevoli esponenti del mondo dell’informazione da Andrea Cairola di Report(di Vanguard) a Sandro Provvisionato del tg5 fino a Maurizio Torrealta di Rai News 24. Quali sono le prossime tappe?
“Dentro l’inchiesta sarà presentato a Bologna, alla libreria Feltrinelli International il 9 dicembre alle 18. Insieme a me ci saranno il direttore della Sede Rai Emilia Romagna Fabrizio Binacchi, Giampiero Moscato, giornalista dell’Ansa, e Fabio Bravo, professore di Criminalità e tecniche investigative all’Università di Bologna, che ha inserito il saggio nei libri consigliati per il suo corso. L’11 dicembre invece, il libro verrà presentato a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, alle 18.30 nella Sala comunale Galleria Maiorino. Da gennaio, invece, stiamo organizzando presentazioni a Milano, Urbino e Palermo mentre ad aprile ci sarà una sorpresa, con la partecipazione ad un evento molto importante di cui ancora non posso dire molto.”

In tre parole, cos’è il giornalismo oggi e cosa sarà domani?
“Oggi il giornalismo è il potere di far conoscere e informare. Domani lo sarà ancora di più, perchè con la convergenza mediatica e la nascita di tanti canali di informazione toccherà ai giornalisti indirizzare i cittadini verso la giusta direzione.”

In ultimo: 3 buoni motivi per entrare in libreria ed acquistare “Dentro l’inchiesta”.
“E’ un libro interessante( e non l’ho detto io ma Sandro Provvisionato) per chi è interessato a questa professione2) Racconta la storia dell’Italia contemporanea senza pregiudizi o commenti di parte, ma attraverso i racconti in tempo reale degli avvenimenti così come descritti dai reporter3) Se è vero che i giornalisti d’inchiesta sono in via d’estinzione, quale è il modo migliore per salvaguardare il giornalismo investigativo, se non imparare a conoscerlo?”

Gerardo Adinolfi è nato a Oliveto Citra (Sa) il 20 ottobre 1987, ma è cresciuto a Nocera Inferiore (Sa).  Ha conseguito ad Urbino la laurea triennale con lode in Scienze della Comunicazione con una tesi su “Il giornalismo investigativo e l’informazione antimafia in Italia”.  Frequenta la Scuola di Giornalismo “Ilaria Alpi” di Bologna dove sta effettuando il praticantato giornalistico sul settimanale on-line La Stefani. Per due mesi ha lavorato da stagista al Corriere Fiorentino. Visita il blog del libro.

Autore: Gerardo Adinolfi
Titolo: Dentro l’inchiesta. L’Italia nelle indagini dei reporter
Editore: Edizioni della SeraA
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 15 euro
Pagine: 244

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