Ritorno a Memphis, tornando a casa vent’anni dopo

ritorno-a-memphisRitorno a Memphis” (Corbaccio, 2010) di Peter Taylor.Il corteggiamento e le nuove nozze di un vecchio vedovo sono sempre complicati dalla presenza di figli di mezza età – e soprattutto di figlie”.

In una domenica di marzo quando il crepuscolo sta calando su Manhattan, l’antiquario Peter Carver solo nel suo appartamento riceve “a venti minuti di distanza l’una dall’altra” due interurbane dalle sorelle Josephine e Betsy.. Il loro padre George “un avvocato di primissimo livello” di ottantun anni vedovo da due anni ha intenzione di sposare Clara Stockwell una giovane signora conosciuta da poco Le attempate e bizzarre signorine chiamano “dalla stagnante città di Memphis” chiedendo al fratello di tornare subito a casa per impedire il matrimonio che si dovrebbe celebrare il giorno seguente. Questo matrimonio non si ha da fare, né domani né mai…” giunge l’eco del famoso divieto di manzoniana memoria… Mentre su New York è scesa la sera l’uomo ripensa alla sua gioventù riandando in particolare alla storia della sua famiglia. Un ritorno a Memphis vent’anni dopo facendo i conti mai risolti con il passato e con il proprio genitore. Un’occasione per rivedere persone e luoghi mai scordati.

Con A Summons to Memphis Peter Taylor vinse il Premio Pulitzer nel 1987. L’autore ricostruisce perfettamente la società provinciale borghese dell’America del Sud tra il 1930 e il 1950/60. Il background dello scrittore assomiglia a quello di Peter. Anche Peter Taylor, come il protagonista, da giovane si era trasferito a Memphis. “Mio padre era figlio di un avvocato e proprietario di piantagioni di cotone del Tennessee occidentale… Mia madre era nata e cresciuta a Nashville. Era il prodotto della società antica, piuttosto formale, in cui era cresciuta…” In una realtà sociale così ristretta e classista è difficile trovare il proprio posto, smarcarsi, brillare di luce propria. E’ per questo che il protagonista fugge dalla sua città adottiva attratto dalle mille luci di New York dove ciascuno cerca di vivere senza condizionamenti e retaggi familiari.

Più di quarant’anni fa, nel 1931, mio padre, dopo i suoi rovesci devastanti a Nashville, decise, nel bene e nel male, di fare fagotto e di trasferire famiglia e attività a Memphs. Il cambiamento provocò nella famiglia Carver, composta da due figlie ventenni e due maschi adolescenti Georgie di 15 anni e Peter di 13 un vulnus insanabile. Ferita che in seguito avrebbe inciso nelle loro esistenze, infatti da allora in poi nulla sarebbe più stato come prima. “Beh, non ci siamo lasciati dietro niente. Tutto quello che è nostro lo abbiamo. Adesso andiamo”. E’ la storica frase che il padre pronunciò rivolto alla sua famiglia e ai domestici dopo aver dato un ultimo sguardo alla loro vecchia proprietà di Franklin Pike diretti a Stonewell Place. Il trasferimento da Nashville a Memphis fu la causa di una serie di reazioni a catena all’interno del nucleo familiare. Le sorelle rimasero “eterne signorine”, per il fratello Georgie “significò la morte prematura nella seconda guerra mondiale”. Per la madre la nuova città fu la causa di “una totale alterazione del suo ruolo all’interno della nostra famiglia e una sorta di liberazione personale a cui non era preparata…” Per Peter il cambiamento avvenne per gradi e lo portò fuori dal Tennessee. L’avvocato George Carver invece “riuscì con successo ad aprire il suo studio legale a Memphis, e a ricominciare la sua vita professionale nel pieno della Grande Depressione”.

Ironia, disincanto, nostalgia, dramma e passione. Queste sono le note dominanti di Ritorno a Memphis nel quale ancora una volta il passato ha il potere di condizionare la vita di un uomo. Un capolavoro della letteratura americana ripubblicato da Corbaccio, un’occasione per scoprire il talento letterario di un autore dalla prosa brillante e raffinata. “Quella era stata la sua Nashville, la nostra Nashville. Memphis era un’altra cosa. Era tutta partite a carte per le donne e golf per gli uomini. Memphis era l’oggi. Nashville era ieri. La mamma voleva dimenticare Nashville. Papà voleva vivere Nashville a Memphis”.

Peter Taylor è nato nel 1917 a Nashville nel Tennessee da una ricca famiglia del luogo. A 17 anni si trasferisce a Memphis per frequentare il Rhodes College sotto la guida del critico Allen Tate, per poi incontrare, nella sua carriera universitaria, i maggiori critici di quegli anni. Sposato con la poetessa Eleanor Ross, è morto in Virginia nel 1994.

Autore: Peter Taylor
Titolo: Ritorno a Memphis
Editore: Corbaccio
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 16,60 euro
Pagine: 205