Il sabotaggio dell’esistenza. Parla Roberto Mandracchia

guida-prativca-sabotaggio-esistenzaGuida pratica al sabotaggio dell’esistenza” (AgenziaX, 2010) è un romanzo duro, violento, a tratti estremo. Il giovane protagonista vive in Sicilia, vittima di se stesso e della società che lo circonda.

E’ inoltre ossessionato da un patologico desiderio per la sua amica Marta, è in preda a una crisi d’astinenza da eroina e gli restano solo nove giorni prima di morire. Roberto Mandracchia, l’autore di questo romanzo, ci racconta come è nato il suo libro che come lo definisce lui stesso è un genere di  narrativa fantascientifica.

È  il suo primo romanzo, quanto c’è di lei nel protagonista e come mai ha scelto un titolo così inquietante come: Guida pratica al sabotaggio dell’esistenza?
“Il romanzo – pur essendo scritto in prima persona singolare e pur narrando una fase della vita che ho attraversato – contiene ben poco di strettamente mio e molto di ciò che mi sta intorno. Mi piace pensarmi come una spugna che assorbe i pensieri, le esperienze, i discorsi delle persone che mi capita di incontrare o che frequento con una certa costanza e che dopo rielabora il tutto in forma narrativa. Diciamo che più che aggrapparmi al mio cordone ombelicale ho seguito quelli altrui. Ho scelto questo titolo perché ho come l’impressione che parecchia gente stia seguendo i dettami di un’ipotetica guida al sabotaggio della propria esistenza o subisca dal prossimo i dettami di un’ipotetica guida al sabotaggio dell’esistenza altrui.”

Non pensa che il suo personaggio sia un po’ descritto con eccessiva enfasi negativa? Cosa vuole raccontare veramente attraverso il suo romanzo?
“Penso che non soltanto il personaggio principale ma tutto ciò che sta dentro al romanzo sia descritto con eccessiva enfasi negativa. Uno dei pregi della narrativa fantascientifica (o comunque di un certo tipo di narrativa fantascientifica e penso ai romanzi di Kurt Vonnegut o di Philip K. Dick) è quello di esasperare gli aspetti e le dinamiche del presente per comprendere meglio quest’ultimo. Da questo punto di vista mi piace pensare che il mio romanzo racconti una di queste storie: parla di una società “esplosa” mentre viviamo un tipo di società quantomeno “slabbrata” in cui le utopie politiche sono evaporate e ognuno pensa al proprio tornaconto, in cui ci si parla addosso e ci si ascolta poco, in cui i vizi e le ossessioni sono prassi quotidiana.”

La disperazione, la depressione, il mondo che circonda il protagonista è oscuro. La scelta di ambientarlo in un paesino della  Sicilia che è per natura solare e non in una grande metropoli da dove nasce?
“Garogenti, la città in cui è ambientato il romanzo, è l’anagramma di Agrigento, il nome della città in cui sono nato e ho vissuto per diciotto anni così come quello che avviene a Garogenti è l’anagramma di quello che avviene nella realtà ad Agrigento. La storia parla di un’adolescenza vissuta in una città siciliana perché da adolescente ho vissuto in una città siciliana e sapevo più di due o tre cose su quella specifica realtà. Dell’adolescenza vissuta in una grande metropoli – ad esempio Roma, dal momento che adesso vivo lì – avrei saputo molto meno: il ritratto ne sarebbe uscito piuttosto sfuocato. E non volevo questo. Sulla Sicilia “solare” ci sarebbe parecchio da discutere, diciamo che basta leggere la citazione – tratta da quel capolavoro che è “Il Gattopardo” – in epigrafe al mio romanzo e questa banale considerazione: non c’è sole senza ombra.”

In questo romanzo aleggia grande tristezza e senso di oppressione, è così che vede il mondo e la vita fatto di corruzione, molestie e di disagio giovanile?
“E’ ovvio che non veda soltanto questo nel mondo e nella vita e che nel mondo e nella vita non ci sia soltanto questo, ma ritengo sia più interessante raccontare le laidezze piuttosto che le cose belle. Scrivo quello che mi piacerebbe leggere. E il racconto di una società fin troppo serena e pacifica mi annoierebbe a morte. Per come la vedo io un libro deve provocare scombussolamento, angoscia e disgusto nel lettore; non rassicurarlo.”

Roberto Mandracchia è nato nel 1986 ad Agrigento. È redattore della rivista “Terranullius – Scritture a sorgente libera”. Ha pubblicato racconti su diverse antologie e riviste letterarie. Questo è il suo primo romanzo.

Autore: Roberto Mandracchia
Titolo: Guida pratica al sabotaggio dell’esistenza
Editore: Agenzia X
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 13 euro
Pagine: 160