Undici racconti per “Diletto”. Quando il letto racconta

dilettoUndici storie compongono “Diletto” (Voland, 2009) di Ugo Riccarelli, tutti con un comune oggetto indispensabile per l’uomo da sempre. Quando era un semplice giaciglio di foglie dentro una caverna: il letto.

Attraverso questo luogo che rivela molte cose del carattere di ciascuno di noi, delle nostre abitudini e dei nostri desideri l’autore riflette sui molteplici comportamenti dell’essere umano.

Il letto quindi di volta in volta diventa luogo di amore, di passione, di ricordi, di sofferenza, di dolore. Come il letto d’ospedale dove un infermiere è ricoverato a causa di una grave infermità e si rende conto cosa voglia dire vedere la malattia dalla parte del paziente, il letto da montare causa di un litigio e della rottura definitiva di una coppia dopo cinque anni d’amore, il letto che accoglie il giornalista Friedrich mentre a pochi passi da lui la Storia volta pagina. Siamo a Berlino la sera del 9 Ottobre 1989, letto che è culla per un bambino appena nato frutto di un incesto, ma non per questo non amato dalla sua giovane madre, il letto dove il Padre Eterno si riposa, stanco dopo aver osservato dall’alto il Creato.

Ugo Riccarelli con Il Dolore Perfetto“, affresco del secolo appena passato, aveva abituato il lettore ad una visione di ampio respiro della storia, con Diletto, con lo stesso stile di scrittura sicuro, scorrevole e nitido ci regala dei racconti più intimi, raccolti, sicuramente brevi che sembrano ciascuno dei piccoli romanzi che divertono, sorprendono ed emozionano.

Di questi undici racconti scegliamo il primo denominato Ulisse, dove per l’eroe omerico il talamo nuziale è “dove trascorrere un tempo lento di riposo e cura”. Ad Itaca Ulisse dopo che Penelope le confessa il suo sogno premonitore che gli indica che una guerra presto lo porterà lontano “a perdersi oltre l’orizzonte del mare” costruisce un letto con il tronco di un ulivo centenario che recide con l’ascia del padre Laerte. La soddisfazione dipinta sul viso di guerriero di Ulisse “ché un re si vede anche da come appoggia le mani sulle cose del mondo, su come accarezza gli strumenti della morte e quelli dell’amore” è palese mentre in lontananza l’odore e il respiro del mare già lo attirano verso nuove avventure.

La casa editrice romana Voland nata nel 1995 ad opera di Daniela Di Sora, deve il suo nome all’omonimo diavolo protagonista de Il maestro e Margherita di Michail Bulgacov, dove Satana sotto le sembianze di Voland misterioso professore straniero esperto di magia nera si muove nella Mosca degli anni Trenta del Novecento. Infatti la Casa Editrice è orientata prevalentemente nella pubblicazione di romanzi provenienti dal mondo slavo senza dimenticare però l’autrice belga Amélie Nothomb che ha scoperto e lanciato in Italia.

Un altro successo di una casa editrice romana che oramai da anni insieme a Minimum Fax, Fazi, Newton Compton, Edizioni E/O, Avagliano, Edilazio, Elliot ed altre contendono il primato editoriale a quelle storiche del nord d’Italia. Prova di ciò è che il Premio 2002 del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali è stato assegnato alla Voland “per aver svolto attraverso la pubblicazione di traduzioni di elevato profilo un importante ruolo di mediazione culturale”.

Ugo Riccarelli è nato a Ciriè in provincia di Torino nel 1954 ma è di origine toscane. Ha frequentato la Facoltà di Filosofia presso l’Università di Torino. Nel 2004 ha vinto il Premio Strega con il romanzo Il dolore perfetto (Mondadori 2004). Fra gli altri riconoscimenti ricordiamo Il Premio Chianti 1996 per Le scarpe appese al cuore (Feltrinelli 1995), e nel 1998 è stato finalista al Premio Campiello con il romanzo Un uomo che forse si chiamava Schulz (Piemme 1998). I suoi libri sono tradotti in numerose lingue.

Autore: Ugo Riccarelli
Titolo: Diletto
Editore: Voland
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 13 euro
Pagine: 128