“L’Anarchiste” di Francesca Mazzucato

anarchisteL’Anarchiste” (Aliberti, 2005) di Francesca Mazzucato non avrebbe potuto avere titolo migliore. Senza dubbio. Nulla si trova in questo libro di controllato o regolato. Tutto segue un proprio, travolgente corso. Un fiume in piena di emozioni, ricordi, sesso. Una serie di pagine liquide e dense allo stesso tempo, che ad ogni svolta, però, tagliano l’aria, la fendono come ali desiderose di assumere un assetto controllato e stabile. E invece sfuggono.

Sono parole sfuggenti, sono ricordi che affiorano, colpiscono e scuotono. Si tratta di una Bologna che è difficile immaginare di giorno. Molto più semplice è la notte. Molto più completo il buio. E di notte, spesso, si muovono i protagonisti, attraverso stanze affollate e stanche, in locali cangiati di luci graffianti e odori, alla ricerca costante di una forma da dare ai propri pensieri: un netto contorno a desideri e pulsioni, uno sfogo, una foce. Almeno così sembra.

L’Anarchiste” è la storia di un’amicizia, poi di un amore, poi di gelosia e poi di tutte queste cose assieme. Non c’è nessuna interruzione, mai, nessuna caduta di stile, sebbene il terreno sia sconnesso e deboli i sostegni. Il tono è lieve, per quanto possa sembrare disperato, mai scomposto, ma nulla in tutto ciò sembra predeterminato.

L’Anarchiste” è una narrazione intimistica che sfocia su risvolti psicologici profondi. Quindi, forse, qualcosa di disperato c’è.L’autrice si mette in gioco. Nuda carne. È un regalo, un’estrema dimostrazione di generosità e fiducia di chi riesce a raccontarsi senza filtri, di chi sa di poter coinvolgere.Si parla di realtà ma prima che i fatti narrati si possano acquisire come reali è necessario superare un limes tanto tangibile quanto fragile.

Questa patina di reale è, però, l’elemento meno interessante. Interessante davvero è la capacità di questa scrittura di non restare stampata sulle pagine quanto piuttosto impressa a fuoco sulla pelle e tra le pieghe delle sensazioni di chi legge.In fondo si narra di una donna e di un uomo che si contendono un amore: L’anarchiste, e l’Anarchiste è un uomo, un nomignolo, un emblema; si narra di passione e di gelosia.Nulla di più semplice e nulla di più intrigante.

Francesca Mazzucato è nata a Bologna nel 1965, e con il libro Hot Line, storia di un’ossessione, pubblicato da Einaudi nel 1996 ha raggiunto il successo. Nel 2003 ha vinto il Premio “Fiuggi – erotismo e scrittura”. Anche L’Anarchiste è intriso di erotismo, ma un erotismo che va molto, molto oltre i confini del sesso colpendo, turbando e, per il legame empatico che con la protagonista si intreccia, commuovendo.

Autore: Francesca Mazzucato
Titolo: L’anarchiste
Editore: Aliberti
Anno di pubblicazione: 2005
Prezzo: 15 euro