La vita di Irène Némirovsky. Una voce dal passato

la-vita-di-irene-nemirovskyNel prologo di La vita di Irène Némirovsky di Olivier Philipponnat e Patrick Lienhardt (Adelphi, 2009), il 17 Luglio 1942 “…un vagone, destinato al trasporto di bestiame…. alle finestrelle il filo spinato”.

Simile a tanti altri vagoni che in Europa nello stesso momento sono diretti verso i campi di concentramento nazisti, è in partenza da Parigi verso Auschwitz-Birkenau. Tra i novecentoventotto passeggeri viene registrata anche una donna come: Epstein Irène Niemierovsky, scrittrice.


Il viaggio verso la Polonia, in condizioni disumane, dura tre giorni e due notti. All’arrivo i passeggeri vengono fatti scendere, bastonati e frustati, le donne divise dagli uomini, vestiti e gioielli confiscati, perquisite e portate alle docce. In questo campo,  dove sopra il cancello si trovava, e si trova tuttora a perenne memoria, la scritta Arbeit macht frei, il lavoro rende liberi, Irène sopravvivrà meno di un mese fino alla morte per tifo avvenuta il 19 agosto.

Philipponnat e Lienhardt per tre anni hanno consultato le carte inedite, i manoscritti, i diari, i taccuini di lavoro e le lettere della scrittrice aiutati dalla figlia della Némirovsky, Denise Epstein, la quale durante la 13esima edizione del Festivaletteratura di Mantova che si è svolto dal 9 al 13 Settembre, Denise Epstein presentando il libro, ha raccontato la storia e la tragica fine della propria madre. Gli autori hanno ricostruito la vita della scrittrice: l’infanzia di Iroka in Ucraina dove nacque nel 1903, i soggiorni in Francia d’inverno “…ho parlato il francese prima di parlare il russo…“, i genitori banchiere Leonid, e la madre Anna alla quale la lega un rapporto di amore-odio, l’amata istitutrice Zézelle, i pogrom descritti ne “I cani e i lupi”, la fuga prima in Finlandia e poi in Francia dopo la rivoluzione russa del ’17, gli anni beati della giovinezza a Parigi, i primi scritti, il successo e il rapporto con il mondo letterario francese, il matrimonio, la conversione al cattolicesimo, gli ultimi giorni trascorsi in Borgogna con marito e figlie nel Morvan a Issy-l’Evèque, scenario del libro “Le chaleur du sang”, fino all’arresto il 13 Luglio 1942.

Prima di andare via Maman aveva lasciato alle proprie figlie una valigia marrone contenente i suoi manoscritti ed il romanzo “Suite francese”, valigia che le bambine avevano sempre portato con loro durante la fuga e che ora è esposta presso il Museum of Jewish Heritage di New York, “Ho scritto molto. Saranno opere postume, temo, ma scrivere fa passare il tempo” (lettera di Iréne Nèmirovsky a André Sabatier, 11 Luglio 1942).

In questa emozionante biografia con foto d’epoca, i lettori ritroveranno i personaggi usciti dalla fantasia creativa di Iréne, la quale nei suoi romanzi come il banchiere “David Golder” o gli innamorati de “I doni della vita”, descriveva con arguzia, ironia e precisione la comunità ebraica della quale faceva parte ed era testimone. La vie d’Irène Némirovsky pubblicata nel 2007 dalle Editions Grasset & Fansquelle, con il contributo del Ministero francese della Cultura ed il Centre National du Livre, rappresenta una voce dal passato che ritorna, quella voce che la furia nazista con la sua cieca violenza credeva di aver fatto tacere per sempre.

Olivier Philipponat è nato nel 1967 a Épernay nel Dipartimento della Marna. Critico musicale di Compact e Cinéfonia. È autore insieme a Patrick Lienhardt di Roger Stéphane, enquete sur l’aventurier (Grasset 2004), biografia del fondatore dell’Observateur e pioniere della televisione culturale. La vie d’Irène Némirovsky (Grasset & Fansquelle 2007) scritta insieme a Patrick Lienhardt ha ricevuto nel 2008 il Premio della Biografia Le Point.

Tutti i libri di Iréne Nèmirovsky sono pubblicati in Italia da Adelphi.

Voto:  9

Autore: Olivier Philipponnat Patrick Lienhardt

Titolo: La vita di Irène Némirovsky

Editore: Adelphi

Anno di pubblicazione: 2009

Prezzo: 23 euro

Pagine: 515