“Touch and splat” (Historica, 2009) è un libro di un giovane, Alessandro Cascio, capace di muoversi tra i generi districando, con ironia e profondo senso ludico, una matassa in cui vuole entrare ed in cui è bravissimo ad uscire. Più che di un romanzo si tratta di un racconto con immagini o, meglio ancora, un vero e proprio gioco in cui l’autore vuole catapultarci senza esimersi dal partecipare con noi.
Tra riferimenti cinematografici (“Non toccare la donna bianca”, film di Ferreri del 1974) e fumettistici, si ripropone una sorta di spassoso western all’italiana mescolato ad un “soft-splatter” e ad un parodistico rimando per immagini.
Un pirotecnico uso del linguaggio – grafico visivo ed immaginifico – in cui personaggi, oggetti e persino i luoghi sono da considerare marionette o pedine che si muovono su un terreno tanto fertile quanto minato.
Nella prefazione Ernesto Gastaldi (autore e sceneggiatore tra i più prolifici del panorama italiano) parla di “un libro che ti prende fin dalla prima pagina”. Ed è vero: si tratta di un libro che si legge in un’ora e non solo per la brevità (poco più di cento pagine) ma per le corde dello stato d’animo che prova a toccare riuscendovi. Tutto è frenesia e nevrosi, lo stesso plot raggira i sentieri principali per sorprendere se stesso, sovrapporsi, incanalarsi parallelamente alla storia principale.
Quanto chiasso c’è in queste pagine ma è “passione per il rumore”, visione onomatopeica di un gioco post-futurista a cui l’autore vuole obbligarci a cimentarsi. BUM BUM BUM: i proiettili che volano tra una pagina all’altra si intersecano tra le nostre dita, ci superano, raggiungono un luogo a cui non riusciamo a dare un nome.
Realtà parallele o società troppo simili alla nostra creano personaggi senza volto, virtuali come la nostra esistenza. E in piena foga pop icone e simboli del nostro occidente capitalistico si fanno protagonisti alla loro volta, satira di loro e di noi stessi. Se si accettano le regole del gioco, Cascio preavvisa di questa “presenza” sin dalle prime pagine”, la lettura diventa godibilissima, persino spassosa. Se non lo si fa, si rischia un “incazzamento” bello e buono. Per davvero.
Alessandro Cascio nasce a Palermo nel 1977. Sceneggiatore, disegnatore, musicista e scrittore sperimentale, pubblica i suoi primi racconti sul Visual Line di Londra dove impasta le prime parole per quello che sarà il suo primo romanzo finalista al premio di letteratura Jacques Prevèrt e dal titolo Tre Candele. Scrive racconti per varie riviste letterarie in Italia e all´estero e viaggia tra l´Inghilterra, la Francia, la Spagna e l´Africa per (dice lui) cercare le parole giuste. Si ferma a Roma dove studia per la scuola Internazionale Comics e BC Network con Monicelli e Marciano e scrive qualcosa per Fonopoli di Renato Zero, per il brasiliano Montero Martins e per l´Italo-Ungherese Osservatorio Letterario. Collabora con UT di massimo Consorti (Ediland)Esce nel 2006 con Tutti tranne me, trash recensito da diverse riviste e giornali Italiani e in America con lo story back del libro e nel 2008 con Le sette vite di Dalila e Achille. Partecipa inoltre a diverse raccolte. Sta per uscire con il nuovo romanzo “Spoon, i ragazzi vogliono solo divertirsi” recensito da Francesca Mazzucato (scrittrice di Max ed Einaudi) su Book and Other sorrow. Crede che l´editoria Italiana sia morta senza sperimentazione. Il suo sito è http://shovinskij3.giovani.it
Autore: Alessandro Cascio
Titolo: Touch and Splat
Editore: Historica
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 5,5 euro
Pagine: 118