Racconti di Pippo Delbono

racconti-di-giugnoRacconti di giugno” (Garzanti, 2008) di Pippo Delbono nasce perchè un giorno qualcuno ha chiesto all’artista di parlare dell’amore. Delbono ha voluto così ripercorrere la sua esperienza, i suoi incontri, le sue lotte tra la vita e la scena che senz’altro hanno come protagonista incondizionato l’amore. Un amore verso chi ha amato, ma anche verso il prossimo in generale, un amore raccontato con pudore e rabbia, in maniera divertente e commovente nello stesso tempo.

Racconti di giugno” è una favola vera in cui Delbono narra la sua vita sin da quando era bambino, arricchendola con immagini in bianco e nero che sembrano i fotogrammi di un film. Il libro ha debuttato in forma di monologo teatrale il 25 giugno 2005 al Teatro Belli, all’interno della rassegna”Garofano verde” su invito di Rodolfo Di Giammarco. Anche leggendo il testo si ha l’impressione di sentire parlare l’autore con la sua voce calda sin dalla prima parola rivolta al pubblico di lettori: “Buonasera…

Questa storia che inizia in Liguria” ha l’odore di un cattolicesimo pressante che senz’altro si è fatto sentire nell’evoluzione dell’artista. Un cattolicesimo imposto dalla famiglia, prima accettato come dato di fatto, poi rifiutato in età adolescenziale, ma comunque determinante nella vita di un uomo che ha scelto un percorso difficile. Un percorso che lentamente ha messo in luce le diversità dagli altri, diversità di cui è stata presa coscienza quasi con sfida e che hanno portato a fuggire dal mondo dei preti e delle regole morali. Diversità che hanno fatto comprendere che un amico era qualcosa di più e che rappresentava libertà,trasgressione,ma sopratutto amore. Un amico pericoloso che a poco a poco lo ha trascinato nel baratro della morte.

La tragedia di un incidente stradale che ha posto fine alla vita di Vittorio ha ucciso moralmente anche Pippo, devastato da un lutto di cui si è sentito colpevole e dalla scoperta che l’unico regalo che gli aveva lasciato l’amico era l’aver contratto da lui l’AIDS.

Delbono porta ancora i segni di quel lutto e di quella malattia, tragedie che solo col teatro è riuscito ad esorcizzare. Il teatro palcoscenico di vita in cui tutto si può gridare senza nascondersi. Il teatro come catarsi liberatoria che aiuta ad andare avanti, a vivere, ad amare, non più l’amico Vittorio scomparso, ma altri esseri umani che hanno bisogno d’amore e di attenzioni anche loro. Ecco quindi arrivare nella vita di Pippo il barbone Nelson, il down Gianluca e il sordomuto Bobò, per “alleggerire quel lutto che restava inciso nello stomaco“.

Tutto questo racconta l’artista ligure, uno dei più conosciuti e apprezzati nel mondo, dalla sensibilità unica, in un libro scritto straordinariamente bene con la semplicità e fluidità di chi parla col cuore in mano senza il timore di essere giudicato. Un libro che si legge tutto d’un fiato e che senz’altro fa venire la voglia di vedere tutti gli spettacoli dell’artista per scoprire di lui e del suo mondo ancora di più.

Pippo Delbono (Varazze 1959) nel 1986 fonda con Pepe Robledo una compagnia con la quale realizza tutti i suoi spettacoli: Il tempo degli assassini, Morire di musica, Il muro, Enrico V, La rabbia, Barboni, Itaca, Guerra, Her Bijit, Esodo, Il silenzio, Gente di Plastica, Urlo, Questo buio feroce,La menzogna.E’ anche regista cinematografico, con Guerra ha vinto il Premio Donatello nel 2004.

Voto: 9
Titolo: Racconti di giugno
Autore: Pippo Delbono
Editore: Garzanti
Anno pubblicazione: 2008
Prezzo: 13 euro
Pagine:135