Il “gran” passante di Mestre. Intervista a Valter Vanni

passanteL’opera appena terminata a Mestre è sintomo di una regione che sta bene. Valter Vanni nel libro  “Un passante per il Nordest” (Marsilio Editori, 2009) ne ripercorre le numerose tappe. Dal dialogo con l’autore i retroscena dell’infrastruttura osannata da Berlusconi.

Il passante di Mestre, una storia lunga 50 anni. Un progetto ambizioso, come giudica l’esito finale?
“Il Passante è un’ opera tutto sommato ben costruita a costi relativamente contenuti: circa 30 milioni di euro a chilometro che sono relativamente pochi se confrontati con i 55 milioni chilometro spesi per il tratto Torino Novara dell’Alta Capacità-Alta Velocità ferroviaria e con i 73 milioni chilometro  spesi nel tratto Novara Milano della stessa linea ferroviaria. L’inserimento del Passante nel territorio sarebbe invece stato di gran lunga migliore se le comunità e le istituzioni locali avessero, per tempo, scelto di “trattare metro x metro” le caratteristiche del percorso, invece che accettare di discuterlo solo “con il coltello alla gola” delle procedure previste dalla Legge Obiettivo”.

Con questa ennesima opera il Nordest si dimostra sempre più regione delle eccellenze?
“Il Passante non è, purtroppo,  l’ennesima infrastruttura, ma l’unica attivata. Ciò fa sì che solo il deficit di infrastrutture del Nord Est resti “eccellente”.

L’idea iniziale. Perchè il passante era un’infrastruttura che non poteva ancora aspettare. Soltanto problemi di traffico o la volontà di dare un segnale forte?

“Il Passante ha evitato una probabile caduta drammatica della produttività complessiva del Nord Est e una sicura emergenza ambientale nella terraferma veneziana. Certo Galan e con lui l’intero centro destra hanno colto l’occasione per dare un segno forte alla società veneta in questo agevolati dal grave errore compiuto da alcuni tra i massimi dirigenti del centro sinistra”.

Il 2003, anno della svolta. Inizia il conto alla rovescia per un’opera “fatta da tutti”. E contro l’Italia della lentezza. Cosa ne pensa?
“La  svolta del 2003 dimostra che l’assunto fondamentale del mio libro, ovvero che nel Veneto nessuna grande opera può essere realizzata dal centro destra contro il centrosinistra e viceversa, è giusto. Al di là della propaganda,  Berlusconi, nel 2003, ha avviato la costruzione, che si è conclusa nel 2008 grazie al lavoro del governo Prodi”.

Cosa pensa del ponte sullo Stretto? Nonostante la diversità delle opere, se fosse stato nel Nordest già sarebbe in piedi?
“Non ho nulla contro la costruzione del ponte  sullo stretto di Messina, ma come giustamente  sottolineato dal Presidente degli Industriali Veneti,il ponte non è una priorità. Per uscire rapidamente dalla crisi  è meglio finanziare subito tante “piccole opere” immediatamente cantierabili come le opere complementari del Passante, e per guardare avanti, “l’incrocio veneto” dei grandi coridoi europei, Berlino Palermo via Bennero e Barcellona Kiev  via Verona Venezia ,  è assolutamente prioritario su ogni altra scelta, senza nulla togliere al significato anche simbolico della proposta del ponte sullo stretto”.

Valter Vanni, 59 anni, dal 1985 al 1990 è stato segretario provinciale del PCI di Venezia; dal 1990 al 2000 consigliere regionale del Veneto con il ruolo di presidente del gruppo PDS, poi DS e di assessore; fino al 2005 presidente dell’ACTV, l’azienda  di trasporti di Venezia.