
IL LIBRO
Può un’Intelligenza Artificiale aiutarci a riscoprire Dio?
Tra fede e ragione, trascendenza e modernità, questo libro ci offre un confronto originale e appassionante tra l’essere umano e un’intelligenza artificiale. Da un lato l’uomo, con il suo bagaglio di domande sul divino, sul mistero del male, la bellezza dell’universo, il senso della storia e il futuro ultimo dell’umanità; dall’altro un’entità algoritmica capace di analizzare, pensare e rispondere anche in modo sorprendentemente umano.
Un libro per chi cerca risposte, per chi ama porre domande e per chi desidera intravedere nel progresso tecnologico non una minaccia, ma una possibilità di rinascita spirituale, ricordandoci che, anche nell’era digitale, l’essenza della nostra umanità resta quella di riflettere l’immagine di Dio.
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UN’INTERVISTA ALL’AUTORE
Dialogo di Mariagrazia Cucchi con Cristiano Ceresani sul libro Èschaton – Gesù di Nazareth e il futuro del mondo edito da Cantagalli.
L’AUTORE
Cristiano Ceresani, giurista e saggista, cultore di teologia, storia e filosofia e attento studioso di antropologia e geopolitica. Consigliere parlamentare della Camera dei deputati da oltre vent’anni, ha ricoperto diversi incarichi dirigenziali nel Governo. Ha pubblicato: Kerygma. Il Vangelo degli ultimi giorni (Giubilei Regnani, 2018); Èschaton. Gesù di Nazareth e il futuro del mondo (Cantagalli, 2022).
Anno di pubblicazione: 2025
Pagine: 176
Prezzo: 15,00 euro
Isbn: 9791259626639
*si ringrazia la casa editrice Cantagalli



A un anno di distanza da L’assassinio della parola, il pensiero di Maurice Bellet torna in Italia con “Il Dio selvaggio. Per una fede critica” (Servitium, 2010). Bellet non teme gli ossimori, nemmeno quando si tratta di applicarli alla divinità: così, dopo aver appreso dalle sue opere precedenti che Dio può essere “folle” e “perverso”, scopriamo che Dio può essere anche “selvaggio”.
Come fare ad esprimere la divinità se il divino è inesprimibile? Dalla tensione fra l’ineffabilità del divino e il bisogno, sempre frustrato ma sempre rinnovato di “dirlo”, in qualche modo, scaturisce il libro di Alain Besancon “L’immagine proibita“ recentemente edito in Italia da Marietti. Per gli ebrei il nome di Dio è impronunciabile; per i musulmani Allah non è visibile in alcuna immagine.
Monsignor Bregantini con “Lettera ai sacerdoti” (Paoline, 2010), ha voluto scrivere prendendo come punto di riferimento la Lettera agli Ebrei con l’intento che i destinatari possano “incarnare il comune e mutuo amore che passa e regna tra il Padre e il Figlio, tra il Creatore e il Verbo, come da una sorgente unica che è l’Amore che si compie per noi e con noi”. Colpisce l’universalità dell’autore che si rivolge ai sacerdoti tutti
È giunta ormai alla terza edizione l’Agenda filosofica delle edizioni InMagazine di Forlì, a cura del prof. Rocco Ronchi. Il tema di quest’anno è “Il Dio dei filosofi”, quel Dio «del pensiero e per il pensiero» (come si legge nella presentazione) che si è sempre scontrato – e spesso aspramente – con il Dio della fede e della tradizione; scontro dal quale, tuttavia, sono sempre emersi entrambi reciprocamente arricchiti: il primo dall’autoreferenzialità, che è il rischio supremo della ragione, il secondo dall’ingenuità dell’anima devota che non conosce né il rigore né la conseguenza.