“Mr. Jones e lo zoo della torre di Londra”

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Dopo il successo internazionale del suo primo romanzo “Monsieur Ladoucette e il club dei cuori solitari” giunge in questi giorni nelle librerie del nostro paese “Mr. Jones e lo zoo della torre di Londra” (Corbaccio 2011) seconda prova della scrittrice inglese Julia Stuart che, pur non rappresentando ormai una sorpresa, ha tutti gli ingredienti di un libro destinato ad incontrare il più largo favore dei lettori.

La trama: la Corona britannica decide che la collezione di animali esotici, ricevuti in dono nel corso degli anni da leaders stranieri, venga trasferita dallo Zoo alla Torre di Londra. Al guardiano della Torre, Balthazar Jones, proprietario della tartaruga più vecchia del mondo, viene conferito il prestigioso incarico di occuparsi della faccenda.

Le nuove incombenze e l’accresciuta affluenza del pubblico cambieranno la vita di Mr Jones, rendendola più movimentata, e in qualche misura lo distrarranno dal grande dolore per la morte del figlio, Milo, perduto in tenera età. Il compito più difficile è quello di cercare di mantenere l’ordine e la calma all’interno della Torre, di far convivere un’inedita e bizzarra comunità,i rissosi abitanti storici con i nuovi, numerosi ed esigenti ospiti. Infatti, anche i vecchi abitanti sono, a loro modo,degli individui “esotici” o meglio dei protagonisti eccentrici e contribuiscono a rendere divertente e piacevole la lettura. Fra i tanti numerosi personaggi, il lettore farà la conoscenza del Reverendo Septimus Drew, un uomo sempre innamorato e scrittore in incognito di romanzi erotici, del “guardiano dei corvi reali” la cui dipartita, si dice, porterebbe alla rovina del regno, di  Ruby Dore, la procace proprietaria dell’amena locanda “La ruota della tortura”, “dove sono benvenuti i topi ma é bandito il gioco del Monopoli” e del numeroso gruppo di fantasmi, che abita le vecchie celle, i patiboli e le segrete della Torre. Per non parlare, poi, dello stesso Mr Jones e della moglie greca Hebe, impiegata all’ufficio oggetti smarriti della metropolitana.

Siamo dinanzi ad un originale romanzo, un pò surreale, divertente e commovente allo stesso tempo. La trama potrebbe non interessare più di tanto, ma l’autrice, con una scrittura lieve e convincente, riesce a rendere la lettura un’occasione di puro, intelligente divertimento.

Julia Stuart, nata e cresciuta in Inghilterra, ha trascorso lunghi periodi in Francia e Spagna dove ha insegnato la lingua inglese. Dopo aver studiato giornalismo, ha collaborato con molte testate regionali, per approdare, negli anni novanta, nella prestigiosa redazione dell'”Indipendent”, in cui ha lavorato per otto anni.

Quello che viene presentato  è il secondo romanzo della scrittrice che ha esordito con  “Monsieur La doucette e il Club dei cuori solitari”, pubblicato in Inghilterra da Harper &Collins nel 2008.

Autore: Julia Stuart

Titolo: Mr. Jones e lo zoo della torre di Londra

Editore: Corbaccio

Anno di pubblicazione: 2011

Prezzo: 18,60 Euro

Pagine: 340

articolo di Roberto Bisogno

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“Non per profitto”

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Martha Nussbaum, nel suo ultimo bellissimo saggio, Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica (Il Mulino 2011), ripropone, con molto coraggio, una riflessione che, di questi tempi, dovrebbe essere presa subito in considerazione e non etichettata come insensata. Il pensiero che anima questo saggio agevole è molto semplice : la nostra democrazia è a rischio perché non si dà più il giusto spazio ad un’educazione umanistica, fondamentale perché consente a un bambino di imparare a pensare criticamente allargando i suoi orizzonti. Un’idea, questa, corroborata dalle numerose esperienze pedagogiche, da Pestalozzi a Dewey passando per Tagore, le quali hanno dimostrato che il progresso di una nazione è strettamente correlata al tipo di istruzione proposto. Purtroppo, invece, oggi i nostri governanti sono ancora propensi a non considerare la cultura nell’ambito delle proprie politiche, addirittura convertendo il sistema d’istruzione scolastico in funzione della carriera del discente che, magari, in un’azienda andrà a ricoprire, in un probabile futuro, una funzione dirigenziale. Ma, ci avverte la Nussbaum, in che modo affronterà i problemi che si troverà dinanzi? è importante, per questo, insistere nel sistema d’istruzione col metodo socratico perché viviamo in società aperte, dove costantemente ci confrontiamo con popoli diversi. Bisogna, quindi, puntare alla formazione dei cittadini, sradicando quei miti di purezza che spesso ritroviamo nelle dichiarazioni dei politici e insegnando agli studenti a vedere il mondo dal punto di vista di altre persone. La cultura umanistica, oltre a promuovere il pensiero critico, insegna a non aver paura della debolezza e ad affrontare ogni difficoltà attraverso la cooperazione. Una buona scuola, come dice Tullio De Mauro nella prefazione, “deve educare in questo modo al mondo”. Un saggio importante e attuale che affronta il problema della democrazia partendo da un’altra visione delle cose e lucidamente ci ricorda che la crisi, a breve termine, è economica ma, nel lungo periodo, è culturale e quest’ultima sarà sempre più difficile da risolvere se non si affronta il problema seriamente e con coscienza.

Martha Nussbaum insegna Law and Ethics nell’Università di Chicago. Con il Mulino ha pubblicato : “Diventare persone” (2001), “Giustizia sociale e dignità umana” (2002), “Le nuove frontiere della giustizia” (2007), “Giustizia e aiuto materiale” (2008), “L’intelligenza delle emozioni” (2009), “Lo scontro dentro le civiltà” (2009), “Libertà di coscienza e religione” (2009), “La fragilità del bene” (2011).

Autore: Martha Nussbaum
Titolo: Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica.

Editore: Il Mulino
Anno di pubblicazione: 2011
Pagine 160
Prezzo: 14 euro

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“Green”

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Finalmente l’attesissimo ultimo capitolo della trilogia nata con “Red” dalla penna della scrittrice tedesca Kerstin Gier “Green” (Corbaccio 2012)

Sono trascorse solamente due settimane da quando la giovane protagonista Gwendolyn ha scoperto di essere la dodicesima viaggiatrice nel tempo. Ultima del ramo femminile.

Una vita, la sua, totalmente sconvolta da salti temporali nel passato,resi non casuali solo grazie all’utilizzo di uno speciale cronografo. Salti utili a portare a compimento un’importantissima missione destinata, secondo alcuni, a salvare il destino dell’umanità. Ma sarà realmente così?

Una vita contro la quale Gwen cerca di lottare con tutte le sue forze, un destino che non le interessa e verso il quale non è affatto preparata. Infatti, la segretissima setta che gestisce questi salti temporali, ha istruito la persona sbagliata: la cugina Charlotte, che alla scoperta di non essere la prescelta, tenterà in tutti i modi di rovinare la vita alla giovane cugina.

A complicare di più  le cose, il giovane ed afascinante Gideon De Villers, occhi verdi e capelli corvini, ultimo del ramo maschile, che non lascerà Gwendolyn del tutto estranea al suo fascino.

“Buoni amici?” ripetei con la bocca improvvisamente secca.

“E’ importante che tu ti fidi di me”.

Gideon le era sembrato la sua unica ancora di salvezza, ma ora l’ha fatta decisamente sprofondare negli abissi dell’infelicità.

Lentamente però vengono a galla insospettabili segreti che la riguardano in prima persona. Segreti che la giovane Gwendolyn cerca in tutti i modi di svelare e sarà solo con l’aiuto dei suoi più fidati amici come Lelie ed il piccolo gargoyle Xemerius, che la giovane protagonista potrà districarsi nell’enorme labirinto di imbrogli destinato a concludersi con un tragico epilogo.

“Il cerchio di sangue giunge a conclusione, la pietra è dell’eterno realizzazione

La veste della gioventù si accresce di nuova energia,

che da potere immortale a colui che porta la magia.

Ma, attenzione, quando la dodicesima stella sorgerà

Il destino di quanto è terreno si compirà.

La gioventù si scioglie, la quecia è condannata

A decomporsi in quest’epoca buia e odiata.

Soltanto quando impallidisce la dodicesima stella,

l’aquila raggiunge per sempre la sua meta più bella.

Sappi dunque, una stella si consuma per amore

Se sceglie liberamente di distruggersi per amore”

Avvincente, appassionante e come per i capitoli precedenti, un capolavoro che conferma l’enorme bravura della scrittrice Kerstin Gier.

Titolo: Grenn

Editore: Corbaccio

Autore: Kerstin Gier

Anno: 2012

Pagine: 423

Prezzo: 16.60

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Meglio dietro

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“Come si sopravvive in una città come Roma?”, questo è quello che si chiede Rita Meliis (pseudonimo), neolaureata in ingegneria piena di belle speranze appena arrivata nella capitale.  Tra colloqui andati male, furfanti e le ricerche tra le pagine di Portaportese l’autrice si imbatte nell’annuncio per una telefonista erotica. E, dopo uno dei più insoliti colloqui d’assunzione, inizia per Rita un viaggio attraverso le fantasie erotiche più curiose e sotterranee dei maschi italiani. Dopo l’imbarazzo delle prime chiamate, armata di cuffietta in testa, sospiri e mugolii di piacere a comando, Rita scopre che si può lavorare in un call center erotico anche mentre si sfoglia una rivista o si studia per la tesi, tanto è il livello di alienazione-assuefazione raggiunto delle telefoniste. Otto ore al giorno per scoprire che c’è chi sogna la segretaria, chi si eccita immaginando le corna della moglie, chi vuole una padrona, chi smania per i piedi sporchi e chi fantastica sulle galline. Ma forse la scoperta più interessante è quella dell’umanità dietro la cornetta del call center, “meglio dietro” appunto, e attraverso gli occhi di Rita possiamo finalmente scoprire chi sono queste ragazze che sempre si descrivono come bellissime e seducenti. Ci sono straniere , italiane, studentesse che lavorano part-time per pagarsi l’università, signore di mezz’età che hanno perso il lavoro e non sanno come riciclarsi in un mercato sempre più feroce; normalissime donne pronte a trasformarsi in Noemi, Katia, bionde, brune e in qualunque modo possa suggerire la fantasia del “cliente” di turno. Il ritratto che ne viene fuori non è a tinte rosee, la maschile umanità non ci fa bella figura, ma almeno c’è un lieto fine. Rita ha trovato lavoro in una grande azienda, un ufficio come tanti, dove tutti fingono di rispettarti, sono un po’ stronzi e il capo ti sta sulle scatole. Ma comunque si può dire che questo è davvero un lieto fine.

Autore: Rita Meliis

Titolo: Meglio dietro. Diario di una telefonista erotica

Editore: Stampa Alternativa – Nuovi Equilibri

Anno di pubblicazione: 2008

Prezzo: 10 euro

Pagine: 128


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“Il sognatore”

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E’ The turnaround il titolo originale de Il Sognatore (Piemme 2011) romanzo di George Plecanos premiato con l’Hammett Award, il riconoscimento conferito dalla International Association of Crime Writers al miglior thriller dell’anno.

Celebrato dalla critica, dalla stampa, dai colleghi e perfino dal presidente americano Barack Obama che lo adora, Pelecanos – vero e proprio autore cult – è giunto con Il sognatore, pubblicato in 15 Paesi, al suo quindicesimo lavoro.

Anni Settanta: tre adolescenti su una Gran Torino a spasso per le vie in un quartiere nero di Washington, una sera d’estate. Il romanzo si apre con la dettagliata descrizione di quel che accadde la sera che avrebbe cambiato la vita di quei ragazzi – Alex Papas, Pete Whitten e Billy Cachoris – ma anche dei tre adolescenti di colore coinvolti in una bravata finita in tragedia: i ragazzi bianchi che provocano i loro coetanei neri; la rissa che si conclude con l’omicidio di uno di loro, mentre l’altro rimarrà sfigurato.

35 anni dopo, Pelecanos ci fa rientrare nel quotidiano dei sopravvissuti, quando le conseguenze di quella notte infinita torneranno a determinare il flusso delle loro vite.

Descrive il desiderio di rivincita di uno di loro, che deciderà di farsi giustizia con qualunque mezzo possibile e il desiderio di riconciliazione di un altro, rivela il suo terribile segreto e  la voglia di chiudere finalmente i conti col passato.

Parla della vita reale, racconta la Washington della gente che fatica ad arrivare a fine mese, quella città che George Pelecanos ha vissuto in prima persona: l’episodio dell’omicidio a sfondo razziale è basato su incidente realmente accaduto nel 1972, quando l’autore era un adolescente, nella Montgomery County.

George P. Pelecanos Produttore di film indipendenti, giornalista, sceneggiatore della celebre serie tv The Wire, ha scritto numerosi thriller ambientati a Washington, la città in cui è nato e cresciuto. Romanzi che gli hanno valso premi internazionali e un posto da autore bestseller nelle classifiche americane. Osannato dalla critica e da colleghi illustri, è stato definito «uno degli scrittori che, insieme a Dennis Lehane, sposta i confini del thriller nel territorio della letteratura» («The New York Times»), nonché «probabilmente il più grande giallista americano vivente» (Stephen King). Presso Piemme ha pubblicato Vendetta, Angeli neri, Strade di sangue, Il circo delle anime, Fuoco nero, Il giardiniere notturno e Il guardiano del buio.

Autore: George P. Pelecanos
Titolo: Il sognatore
Editore: Piemme
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 16,50 euro
Pagine: 320

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21 dicembre 2012 la profezia dei Maya

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21 dicembre 2012 è la data indicata dai Maya come ultimo giorno del calendario, l’ultimo giorno dell’età dell’oro. Una grande profezia che ci lascia tutti con il fiato sospeso. (Giunti editore, 2012).

«Le costellazioni dicevano che il cielo non sarebbe stato più lo stesso, al termine dell’età dell’oro. Il calendario doveva interrompersi perché il nostro universo sarebbe cambiato.»

Un grande enigma della nostra storia: la profezia Maya, spinge il giovane Jude Byron alla ricerca di un antico codice che potrebbe cambiare il destino dell’umanità. Ma Jude è un abitante di Aurora un mondo abitato dai Luminosi, creature simili agli dei, in missione per conto del padre, Damon. Ma per quale motivo i Luminosi sono interessati così tanto all’antico codice Maya??

Durante la sua ricerca, il giovane luminoso si imbatte in Viola, una studentessa di Archeologia presso l’Università di Venezia. Una ragazza molto ostinata e razionale, legata drammaticamente al misterioso codice. Insieme i due cominceranno ad indagare tra le calli di una romantica Venezia, dove non mancheranno complicazioni che li porterà da prima sulle meravigliose colline toscane per giungere in fine alle misteriose rovine del Messico.

I destini dei due giovani protagonisti si intrecceranno in un vortice pericoloso che coinvolgerà non solo altre persone che come loro sono sulle tracce del codice, ma il destino dell’intera umanità.

Un’avventura pregna di mistero, che fino alla fine lascerà con il fiato sospeso, un racconto dove la vendetta e l’amore si scontreranno per decidere le sorti del nostro mondo.

«Che cosa dice il testo?» chiese Viola, sedendosi accanto a lui. Jude notò che gli occhi le brillavano.

«Parla di come gli uomini bramino il potere sopra ogni cosa, condannandosi alla distruzione» svelò Eckhart.

«E descrive una stella luminosa, che compie un lungo viaggio nell’universo per tornare nei pressi della terra alla fine dell’età dell’oro. Dopo il suo passaggio il cielo cambierà, ma non si può prevedere in che modo.»

Ilenia Provenzi e Francesca Silvia Loiacono da anni si guadagnano da vivere con le parole. Amiche per la pelle ed entrambe lettrici appassionate di romanzi YA sono al loro esordio narrativo.

Titolo: La discesa dei luminosi. 2012 la profezia dei Maya

Autore: Ilenia ProvenziFrancesca Silvia Loiacono

Editore: Giunti editore

Anno: 2012

Pagine: 442

Prezzo: 14.50

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“Il titolo lo dai tu”

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Il titolo lo dai tu (Esnemble, 2012) è la seconda raccolta poetica di Roberto Orsatti. Una raccolta corposa che esprime una poetica matura e consapevole e una certa ricerca nello stile e nel linguaggio.

È difficile cercare un minimo comune denominatore dei testi perché l’autore riesce a non dare alcun appiglio al lettore.

Questo rivolgersi direttamente a noi è un omaggio alla purezza della poesia: siamo noi a dover dare il titolo alla raccolta. È assente anche la tradizionale prefazione, quella che troviamo sempre in appendice ai libri di poesia.

Orsatti ci mette alla prova ben consapevole di portare a casa la vittoria. È difficilissimo, impossibile, catalogarlo in un genere o in uno stilema.

Una poesia che è poesia d’amore ma anche altro.

Una poesia che è poesia civile ma fino ad un certo punto.

Una poesia che è poesia lirica ma è anche prosastica.

Una cosa solo è certa: non ci troviamo di fronte ad una poesia nichilista. Anzi due: Orsatti racconta la vita. E a volte la inneggia anche: “Io vivo per” dice. Ed elenca una serie di motivi: Cuore, dolore, felicità, amore, tristezza, malinconia, paura, coraggio, scelta, mano, gesto, chiarezza, furore, rabbia, onestà, calore, passione, sensi, sapore, gioia, ritmo, corsa, fatica, sudore, respiro, ansia, pensiero, attesa, paura, pazzia, battito, rumore, suono, musica, colore, vita.

La vita dunque come forza assoluta (e protagonista) ma dipanata in ognuna delle sue forme: naturale e metropolitana, familiare e civile, reale ed onirica, felice e triste.

Orsatti coglie nel segno proprio perché non crea sovrastrutture ma cerca nella semplicità la chiave di volta per tracciare il flusso continuo tra ciò che si vede, ciò che si vuole esprimere, e quello che si trascrive traducendolo in versi.

Roberto Orsatti è nato a Ferrara nel 1959, si trasferisce nei primi anni ‘60 a Roma. da sempre lavora nel mondo dei saperi, prima come insegnante delle scuole medie e successivamente presso l’Istituto Superiore di Sanità. da molti anni è impegnato nel mondo politico-sindacale.

Collabora con alcuni giornali e portali web. Nel 2010 pubblica la sua prima raccolta di poesie “Le parole che non so dire”.

“Il titolo lo dai tu” è la sua seconda silloge poetica.

Autore: Roberto Orsatti

Titolo: Il titolo lo dai tu

Editore: Ensemble

Anno di pubblicazione: 2012

Prezzo: 12 euro

Pagine: 110

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Via della Trincea

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Pubblicato nel 2002, Via della Trincea (Iperborea, 2009) è diventato un caso nazionale in Finlandia, confermando la maestria di uno scrittore capace di sperimentare e di superare quelle strategie di mercato che stanno pericolosamente appiattendo la narrativa contemporanea. Il romanzo narra la storia di Matti, un nostalgico del rock anni ’70 che ha lasciato il lavoro per dedicarsi alla cura della casa e della figlia, e per favorire la carriera della moglie. Continue reading

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