Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà di Luis Sepulveda (Guanda Editore 2015). Dopo la “Trilogia dell’amicizia”, una raccolta di memorabili storie narrate con la piacevole leggerezza della fiaba, che divertono e commuovono, Luis Sepulveda ci regala un’altra delle “parabole” con le quali esplicita la su visione del mondo e, in particolare, i valori che gli stanno più a cuore: l’amicizia anche tra diversi, la solidarietà e la generosità disinteressata.
Secondo l’Autore, infatti, “la favola riflette la realtà in uno strano specchio, e fornisce un’immagine che permette una migliore comprensione del reale”. La decisione di Sepulveda di raccontare la realtà attraverso una narrazione favolistica risale a quasi venti anni fa, nel 1996, quando nella “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” gridò con forza tutto il suo amore profondo per la natura e le sue creature e la condanna di coloro che quotidianamente la feriscono ed attentano alla sua sopravvivenza. Successivamente nella “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”, affidò ad un indimenticabile personaggio il ruolo di comunicare l’insofferenza al conformismo dilagante e l’anelito ad un’autentica libertà.
In questa nuova favola, ambientata nel Sud del Cile fra gli indios mapuche, la gente della Terra da cui lo stesso Autore discende, ci racconta di un cane lupo legato come un fratello ad un bambino indio, Aukanan, dal quale viene forzosamente separato da un gruppo di uomini di malaffare, dediti ad una vita di ogni tipo di violenza e di sopraffazione. E’ veramente triste per un cane, ancora non adulto ed abituato fin da cucciolo ad una spensierata libertà, passare il tempo in solitudine legato alla catena e, quel che è peggio, essere coinvolto – in uno scenario di ferocia e crudeltà che istintivamente rifiuta – nella caccia di un misterioso fuggitivo che “si nasconde al di là del fiume”. La storia ha l’atteso finale: la granitica forza morale e la ferma volontà di ritrovare l’amico, infine, prevarranno sulle sofferenze e le immancabili avversità affrontate nella pericolosa avventura.
Luis Sepulveda è nato in Cile nel 1949 e vive in Spagna, nelle Asturie. La prima parte della sua vita lo vede fra i protagonisti della lotta del popolo cileno contro il regime del generale Pinochet. E non solo, perché Sepulveda prende parte alle lotte di liberazione di altri paesi sudamericani: nel 1979 partecipa, con le Brigate Internazionali Simon Bolivar, alla vittoria rivoluzionaria in Nicaragua. Incarcerato e torturato nel suo Paese dai seguaci di Pinochet, viene prima condannato a morte e, successivamente grazie all’intervento di Amnesty International, espulso dal Cile.
Nel 1980, quindi, si trasferisce in Europa, prima ad Amburgo, poi a Parigi dove soggiorna a lungo ottenendo anche la cittadinanza francese. Lavora come giornalista e poi come scrittore raggiunge notorietà internazionale nel 1989 a seguito della pubblicazione del suo primo romanzo “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” portato sugli schermi cinematografici da Rolf de Heer nel 2001. Nel corso degli anni all’ attività letteraria, che registra crescenti successi di pubblico, si affianca la sua opera di regista e di sceneggiatore cinematografico. Tra i libri più recenti “Storia di un gatto e del topo che diventa suo amico” (2012) e “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza” (2013), tutti pubblicati in Italia, con grande successo di vendite, dall’editrice Guanda. “Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà” è tradotto da Guido Scarabottolo e illustrato da Simona Mulazzani.
Autore: Luis Sepulveda
Titolo: Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà
Editore: Guanda Editore
Pubblicazione: 2015
Prezzo: 10 euro
Pagine: 90