Dmitrij Šostakovič “uno dei figli più talentuosi della madre Russia” e Karl Eliasberg “il miglior direttore d’orchestra di Leningrado” sono gli immortali protagonisti del romanzo “Sinfonia Leningrado” di Sara Quigley (Neri Pozza).
Un libro che è una melodia dell’anima e un omaggio alla tenacia e al coraggio del popolo russo.
Leningrado, 30 agosto 1941. Mentre “l’Europa stava per precipitare nel caos” asserragliata dalle truppe naziste, i soldati tedeschi avevano raggiunto il fiume Neva. Era iniziata l’Operazione Barbarossa la più grande operazione militare di tutti i tempi volta alla conquista dello sterminato impero sovietico e che avrebbe causato un milione di vittime. Di fatto la città fondata nel 1703 dallo Zar Pietro il Grande e per questo chiamata San Pietroburgo, da questa data si sarebbe trovata sotto assedio, un assedio che sarebbe durato dall’8 settembre 1941 fino al 18 gennaio 1944. Nella città la cui gemma è la Prospettiva Nevskij creata a immagine e somiglianza dello Zar di tutte le Russie specchio della sua passione per l’Occidente, gli unni erano alle porte. “Hanno appena dato l’annuncio. Hitler ha sferrato il suo attacco. La Russia è in guerra con la Germania”. Ma il popolo russo non aveva nessuna intenzione di arrendersi proprio come era avvenuto nel 1812 contro la Grand Armée di Napoleone Bonaparte.
Se è vero che la musica con il suo linguaggio universale è capace di sconfiggere le barbarie, la Settima Sinfonia di Šostakovič chiamata Sinfonia Leningrado ideata dal “figlio più celebre di Leningrado” con la potenza della sua melodia rappresenta da sempre un inno non solo contro il tiranno tedesco ma contro qualsiasi forma di totalitarismo che altro non è che il Male Assoluto. Sinfonia Leningrado è il racconto in un crescendo musicale che non lascia staccare gli occhi dal volume di quello che avvenne nella città affacciata sul delta della Neva mentre si preparavano le barricate e si assisteva a episodi odiosi di cannibalismo, estrema conseguenza della fame atavica degli abitanti. In mezzo a tutto ciò quando la ragione sembrava persa per sempre anche se “la natura umana era straordinariamente adattabile”, Karl Eliasberg The Conductor (titolo originale del volume) aveva ricevuto l’ordine da Zdanov segretario del Partito Comunista di ricostruire l’Orchestra Radiofonica disciolta a causa della morte della maggior parte dei suoi componenti. “Il Dipartimento delle Arti ha in mente una stagione di concerti sinfonici volti a risollevare il morale della città. E toccherà a noi eseguirlo”. Dmitrij Šostakovič aveva appena terminato di comporre la Settima Sinfonia lontano da Leningrado e la rinata orchestra aveva il compito di eseguirla. “La musica deve essere barbarica, brillante. Ricordate, state respingendo l’attacco nemico!”. La prima sarebbe avvenuta presso l’Auditorium della Filarmonica alla fine del 1942.
”Nel libro non parlo del concerto. Il romanzo finisce due giorni prima. Ed è come se scrivessi a ritroso” ha dichiarato l’autrice durante una recente intervista. “Compagni, un grande avvenimento culturale sta per aver luogo a Leningrado. Tra qualche minuto ascolterete dal vivo, per la prima volta, la Settima Sinfonia di Šostakovič, il nostro illustre concittadino”.
“La città si trova in una posizione vulnerabile”. Sembra impossibile ma l’assedio di Leningrado sarebbe durato 900 lunghi interminabili giorni scanditi dal freddo, dal caldo opprimente, da rumori incessanti quali “lo squillo lacerante delle sirene, lo strillo acuto delle granate, lo schianto del fuoco antiaereo, il sibilo dei bombardieri”. L’autrice per scrivere questo romanzo storico che raccoglie voci indimenticabili si è documentata scrupolosamente. “L’idea è nata dopo aver letto un articolo su Leningrado durante l’assedio del 1941-42. Mi ha colpito la determinazione e la risposta eroica dei musicisti, pronti a suonare la Settima Sinfonia di Dmitrij Šostakovič nonostante la situazione”. E’ anche per questo che nell’intero romanzo brilla la figura di Karl Eliasberg riservato come il padre “artigiano che fabbricava scarpe”, il cui concerto per lui rappresenta un’occasione di riscatto. “Sono nato senza un cuore. Così credono almeno. Li sento quando parlano di me durante le prove”. Pochi sanno che la Settima Sinfonia era nelle mente del suo creatore descritto come il classico genio incurante di tutto ciò che gli gravita intorno, già nel luglio del ’41. “Negli anni, ho visto in lui sia un avversario, sia un amico. E’ per lui che sono qui, oggi: oggetto di chiacchiere e di disprezzo, accusato di essere un uomo senza cuore. Se ne avessi la forza, riderei dell’ironia di questa situazione. Certo che non ho un cuore. Perché tanti anni fa, su quella scala di Leningrado, lo donai a Šostakovič”.
Sara Quigley è nata in Nuova Zelanda nel 1967. Si è laureata in Letteratura Inglese al St. Hilda College di Oxford. Autrice di numerosi romanzi, è una delle voci più importanti della letteratura neozelandese contemporanea. Sinfonia Leningrado tradotto da Chiara Brovelli ha dominato le classifiche dei libri più venduti in Nuova Zelanda e si appresta ora a essere pubblicato in numerosi paesi.
Autore: Sara Quigley
Titolo: Sinfonia Leningrado
Editore: Neri Pozza
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 17 euro
Pagine: 379
Video: http://www.youtube.com/watch?v=mtjAmaG7jjA