Il Belpaese sotto la lente d’ingrandimento. In “Faq Italia” (Bompiani, 2009), Francesco Merlo si interroga e offre molteplici risposte alle ansie, ai dilemmi e ai luoghi comuni che invadono e connotano la nostra penisola.
“Faq Italia“, un libro di domande e risposte sul nostro paese. Come ha costruito questo libro? Le molteplici domande traggono ispirazione dal suo lavoro come giornalista o dall’osservazione come cittadino?
“Both (lo dico in inglese perché tira). E per continuare nell’ispirazione e nell’osservazione le pongo una domanda che vorrei nel libro. Le recensioni nel web ubbidiscono alla stessa logica imbrogliona delle recensioni sui giornali e in tv?. E se no, perché? L’intelligenza critica italiana è divertimento quando è faziosità e quando è polemica. Quale intelligenza sta dietro il web italiano?”
Ha scritto questo libro per ridare decoro ad un’Italia in difficoltà o per calcare la mano sul degrado del nostro paese?
“Come cantava e vantava Luigi Tenco: <…perché non avevo niente da fare>. Il punto è che i libri sono fatti privati: lo scrivi per liberarti di un grumo, di un’ossessione e cerando di sbrigartela il più presto possibile. Figuriamoci se volevo ridare decoro o calcare la mano. Semmai mettere in luce il lato cupamente ombroso dell’Italia che per tutta la mia vita professionale ho cercato di raccontare e di spiegare, anche quando non l’avevo capita.”
Cosa rimane del Belpaese? Siamo ancora il paese del sole, della pizza e del mandolino?
“Il Belpaese è un formaggio di rancori. Berlusconi ce l’ha con la vecchiaia e si strafà di viagra. Le D’Addario italiane ce l’hanno con chi non paga abbastanza le loro carezze e le loro prestazioni, con chi frena le loro carriere. Attenzione al moralismo però: la bellezza è comunque un valore, anche in un puttanaio. E ovviamente il problema italiano non è solo il vecchio viagroso che si fa impataccare. C’è la nomenklatura della sinistra e c’è la bava leghista… E ancora: ai vecchi che comandano è rimasto in gola il passato, soffrono di suppurazioni che non li uccidono ma che non guariscono mai. Sono rancorosi persino i giovani perché non hanno opportunità, ce l’hanno con i vecchi viagrosi. E il rancore li fa sbagliare perché avvelena l’ambizione: l’energia diventa violenza, la generosità diventa arroganza…Oggi i giovani italiani sono vecchi e i vecchi si travestono da giovani: nulla è più decrepito del giovanilismo. Perciò oggi in Italia giovani si diventa, è una qualità da acquisire. E c’è una grande tentazione di guerra civile… Sul sole, la pizza e le canzoni ho riposto nel libro: il sole è una disgrazia nazionale; la pizza è un destino; le canzoni sono il surrogato della realtà, la degradazione del sentimento, la corruzione della parola come mezzo espressivo.”
Nelle citazioni che aprono il libro c’è “Non si sa nulla” di Jorge Luis Borges. Cosa si sa sull’Italia di oggi e come viene veicolata l’informazione?
“Dopo avere scritto il libro ci sono molte cose italiane che mi tornano ancora più oscure.”
Questo testo affronta questioni di vario genere: dalla gerontocrazia alle coppie di fatto, dal potere della mafia e della chiesa al silenzio italiano. Cosa è rimasto fuori? A posteriori c’è un’altra cosa che merita risposta?
“Come sempre, è più quello che non c’è di quello che c’è. Per esempio non c’è lei e il suo mondo, che è appunto il web. Le pare poco?”
Il libro inizia col sole italiano e finisce col tramonto italiano. Che scelta ha fatto?
“E’ andata così. Il mio attuale stato confusionale non me li fa distinguere bene. Ma il tramonto è più bello. Forse il problema dell’Italia è proprio questo, che odia il tramonto.”
Francesco Merlo, dal 2003 editorialista di “Repubblica” a Parigi, è una delle firme più autorevoli del giornalismo italiano. È stato per vent’anni al “Corriere della Sera”.