Una politica estera per la sinistra-large

Una politica estera per la sinistra

Una politica estera per la sinistra-largeCome dovrebbe essere una politica estera per la sinistra? Quando è giusto intervenire, anche con mezzi militari, in un paese diverso dal nostro? Come si configura la giustizia a livello globale? Quale posizione dovrebbe assumere un pensiero di sinistra di fronte al revival religioso, in particolare quello islamico?


Sono solo alcune delle domande che attraversano i saggi contenuti in Una politica estera per la sinistra (Raffaello Cortina Editore) dell’influente politologo americano Michael Walzer. A lungo direttore della rivista di sinistra Dissent, nata a New York nel 1954, ed autore di numerosi saggi tra cui ricordiamo Sfere di giustizia, Walzer si conferma acuto analista dei fenomeni politici contemporanei. L’impostazione dei saggi è realista e concreta, rifacendosi a quell’arte del distinguere che porta sovente a schierarsi su due fronti. D’altra parte la stessa rivista Dissent era nata per combattere sia il maccartismo sia il totalitarismo sovietico schierandosi per una posizione progressista liberal.

La sinistra che intende Walzer è ampia, assumendo una posizione socialista, socialdemocratica e liberale di sinistra in dialogo con chiunque si dichiari di sinistra. Prendendo le mosse dalle questioni più urgenti di politica estera, Walzer si schiera per un internazionalismo che non rinunci ad un impegno concreto fuori dai confini nazionali. Per far questo, si parte da una critica della posizione standard che alberga anche a sinistra; questa posizione sostiene che la migliore politica estera non è altro che fare bene la politica interna.

Walzer si muove sia sul piano storico sia sul piano teorico. Non rinuncia a dire la sua su temi anche controversi come l’intervento umanitario. Come dicevamo, il distinguere le situazioni comporta posizioni che possono essere sostenute da un’argomentazione più complessa e sfumata, lontana da un facile manicheismo. Per fare un esempio, si può essere contro l’intervento in Vietnam ma anche contro i vietcong; contro l’intervento in Guatemala del 1954 ma a favore di quello più recente in Kosovo. La bussola è quella del fermare i massacri, sostenere le persone più vulnerabili, difendere i diritti umani.

L’internazionalismo è diverso dal cosmopolitismo perché si basa sempre sugli Stati nazionali. Ci sono popolazioni che non hanno ancora una statualità; rispetto a queste popolazioni appare ingiustificata una prospettiva oltre lo stato nazionale. Ma anche dove esiste lo Stato nazionale, è proprio qui che possono avvenire le politiche redistributive e di welfare. Oltre lo Stato nazionale ci sono i rapporti con attivisti, politici, associazioni di altri paesi; questo è è un compito internazionalista. L’internazionalismo non rinuncia ad accogliere le istanze patriottiche ma non ascolta le sirene del nazionalismo e guarda oltre i confini in direzione di una maggiore giustizia globale.

Anche il tema della religione rientra in questo discorso. Troppo spesso la sinistra ha visto nel terrorismo una risposta degli oppressi all’ordine capitalistico ed alla prepotenza americana rinunciando a cogliere l’importanza della motivazione religiosa. E scambiando la violenza terroristica come una giustificata reazione a un ordine ingiusto. Da qui la tiepida reazione di esponenti di sinistra alla violenza terroristica a partire dall’11 settembre.

Non c’è spazio in Walzer per il politicamente corretto e il facile antiamericanismo e pacifismo ad oltranza. Lo sguardo lucido e attento alle singole situazioni ed alle diverse variabili in gioco può configurarsi come una lezione di metodo per una sinistra non più ideologica, attenta alle situazioni storiche specifiche ma ancora impegnata nella mobilitazione globale in difesa dei diritti umani.

Michael Walzer è filosofo politico statunitense nato a New York nel 1935. Ha diretto la rivista Dissent per oltre trent’anni. Autore di numerose opere tra cui Sfere di giustizia (1987) e Sulla tolleranza(1997). Ha indagato il pensiero politico contemporaneo, in particolare sui concetti di pluralismo e democrazia, il ruolo dell’intellettuale militante, la guerra giusta e ingiusta.

Autore: Michael Walzer
Titolo: Una politica estera per la sinistra
Editore: Raffaello Cortina
Anno di pubblicazione: 2018
Pagine: 210
Prezzo: 20 euro