Oggi siamo vivi

Oggi siamo vivi

Oggi siamo viviOggi siamo vivi di Emmanuelle Pirotte (Nord 2017) è una valida lettura per ricordare la Giornata della Memoria che si celebra il 27 gennaio.


Dicembre 1944. Nelle Ardenne e in particolare nella cittadina belga di Stoumont, un uomo aveva consegnato al parroco del paese la piccola orfana Renée di circa sette anni, dai capelli ricci e neri, affinché potesse prendersene cura, perché ebrea. Quando sembrava che la guerra stesse per terminare “erano mesi che non si vedevano tedeschi nei paraggi”, orde in grigioverde erano tornate. Infatti, era in corso “l’Operazione Grifone” in cui piccoli gruppi di commando teutonici, travestiti da soldati americani, avevano l’ordine di compiere azioni di sabotaggio nel tentativo di spezzare il fronte alleato e ribaltare le sorti del conflitto sul fronte occidentale.

Renée “un po’ selvatica e fiera” con due occhi neri pieni d’intelligenza e avidi, era cresciuta da braccata vivendo nascosta ma sempre nel pericolo. La bambina aveva ricordi precisi solo a partire dai quattro anni e il suo unico punto di riferimento era il suo bambolotto di pezza, minuto e piuttosto consunto di nome Ploc. Le era stato riferito che il pupazzo, capelli di lana dritti sulla testa e sguardo vigile, le era stato donato dalla sua mamma e la piccola ricordava di averlo sempre tenuto con sé.

Quando il parroco aveva incontrato una jeep americana, aveva consegnato ai due soldati la bambina pregandoli di salvarla perché ebrea. Nel momento in cui i due uomini si erano messi a parlare Renée aveva riconosciuto quella lingua, che aveva imparato presto a temere. La jeep si era fermata vicino a un bosco e i tre viaggiatori si erano incamminati in un sentiero. La perspicace orfana aveva capito che forse “stava davvero per morire dopo averla scampata così tante volte?”. In quel momento quasi sospeso nel tempo, Renée sentiva prepotente la voglia di bere e per questo motivo si era chinata a raccogliere la neve per portarsela alla bocca. “Era buona. Poi riprese a camminare”. Questo disarmante e naturale gesto aveva colpito uno dei due tedeschi “tra il petto e l’addome, qualcosa aveva vibrato”. Renée, volendo guardare negli occhi chiari e freddi dell’uomo che le stava per sparare, si era voltata verso di lui. Il soldato Mathias aveva fatto fuoco ma per uccidere il proprio compagno. Mathias, dall’andatura elastica, non aveva ancora capito la ragione della sua azione. Il soldato, da anni appartenente alle SS, non aveva mai approvato il fatto di uccidere “povera gente disarmata, debole e disperata” pur consapevole di essere un ingranaggio di quella macchina di distruzione.

L’intuitiva e curiosa Renée, abituata a vivere in un mondo precario e ostile, che né giudicava né rimproverava, forse aveva avuto il modo di trovare qualcuno che poteva prendersi cura di lei senza timore e sospetto. La bambina ebrea e il soldato nazista, dalla stessa luce selvatica negli occhi, avrebbero compiuto un viaggio dentro il conflitto che stava per terminare, per capire che il loro legame era la chiave per salvarsi.

“La ruota aveva girato. La situazione era cambiata. Bisognava adattarsi. E vivere”.

Emmanuelle Pirotte è una sceneggiatrice cinematografica. Oggi siamo vivi è il suo romanzo d’esordio ed è in corso di traduzione in 10 Paesi. Today we live è tradotto da Roberto Boi.

Autore: Emmanuelle Pirotte
Titolo: Oggi siamo vivi
Editore: Nord
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo: 16,90 euro
Pagine: 304