Il ladro

Georges Darien-libroScrittore insolito, inclassificabile, sorprendente di sicuro, a prescindere dalla valutazione che se ne voglia dare o dal mero piacere che un lettore potrebbe guadagnare da una lettura del più noto fra i suoi sconosciuti romanzi. Parliamo di Georges Darien e del suo Le Voleur, ora riproposto da Calstelvecchi con la stessa traduzione di Roberta Ferrara apparsa nei coralli einaudiani – stesso titolo – Il Ladro, nel 1977.


Il libro è del 1897, l’autore era nato nel 1862. Settant’anni dopo l’uscita del libro apparve una versione cinematografica firmata da Louis Malle. E in Francia lo considerano un precursore di Céline. Anarchico o a quegli ambienti assai vicino, anticlericale come di pochi ahimè si può dire, viaggiatore, politico e pensatore forse più rivoltoso che rivoluzionario, contraddittorio, lettore (critico, vigile e disincantato), dei pensatori politici decisivi dell’800 ma scrittore acuto, di marcata consapevolezza letteraria, autore anche di un romanzo dichiaratamente antimilitarista, Biribi, e capace nel Ladro di scriverne uno che sembra per molte pagine un trattato stirneriano sull’uomo e la società. Il suo non è quindi un libro di grandi avventure, trame e scolpi di scena ¬ – se cercate una storia incentrata sul paradigma dello “show, don’t tell” non è questo il libro che fa per voi; ma Darien è capace di architettare marchingegni metaletterari come il più distaccato dei letterati.

Si potrebbe forse dire che Le Voleur anticipa il modello del romanzo-saggio, virandolo però su una tonalità aggressiva affine a quella del pamphlet – che a parlare sia il narratore, o un abate sui generis o qualche altro personaggio, segnatamente lo zio del protagonista, carnefice e vittima di una storia che da personale si fa emblema di un’epoca in cui si era cominciato a considerare la differenza di classe una questione un po’ più complicata di un “libero” e ancor meno democratico gioco di abilità (come usa oggi). In un modo però che qui poco crede alle illusioni di un qualche socialismo romantico – né, parrebbe, alla “scientifica” lotta di classe.

Georger Randal, questo il nome del nostro narratore (il cui diario l’autore empirico finge di aver trovato in una camera d’albergo e, letteralmente, rubato: che è una bella variazione al topos del manoscritto ritrovato) regola i conti con lo zio che gli ha dilapidato l’eredità con dissennate operazioni finanziarie, derubandolo a sua volta – facendosi insomma giustizia da sé e accampando nell’azione-chiave della sua vita un concentrato di ribellistiche esemplari ragioni. La prima delle quali è rifiutare la paura che un sistema autoritario ha provato a inculcargli dalla scuola. E così argomentare con quell’accanimento genealogico che avrebbe prodotto il meglio del secolo futuro e che oggi appare lunare solo perché l’effetto serra è innanzitutto un fenomeno locale – ossia localizzato nella testa dei più. Il furto non è la scappatoia del borghese che si arrangia con altri mezzi, spregiando il lavoro o rubando costretto dalla necessità di non averne uno, ma un’individualistica azione a suo modo politica. Se il fatto ci appassioni o deluda è, volendo, secondario.

Nel romanzo dialoghi e monologhi tracciano traiettorie di riflessioni politiche, etiche, sociali così ampie da oltrepassare la mera traduzione in emblema fornita poc’anzi e, soprattutto, lo fanno seminando esempi di scrittura comica, dall’umorismo all’ironia all’invettiva di pregevole fattura stilistica per descrivere – più che raccontare – un mondo assai lontano la cui pregnanza argomentativa (anche nel paradosso) oggi sarebbe assai utile.

Georges Darien (pseudonimo di Georges Hippolyte Adrien), (1862-1921) è stato uno scrittore francese, apprezzato, fra gli altri, da Alfred Jarry e André Breton. Anarchico e libertario, scrisse il romanzo antimilitarista Biribi (1890) e il satirico Abbasso i cuori (Bas les coeurs, 1889). Il suo libro più famoso è, Il ladro (Le voleur), pubblicato nel 1897. Nel 1967 Louis Malle ne diede una versione cinematografica. FONTE WIKIPEDIA

Autore: Georges Darien
Titolo: Il ladro
Editore: Castelvecchi
Anno di pubblicazione: 2016
Pag: 360
Prezzo: 19,50 euro