Il grande futuro

grandefuturoIl grande futuro di Giuseppe Catozzella (Feltrinelli 2016). Amal, che in arabo vuol dire speranza, nasce in un’isola tormentata dalla guerra fra l’Esercito regolare e i “Neri”, un conflitto di quelli di cui le cronache ci hanno abituato, in cui i soldati “in una mano impugnano il fucile e nell’altra il Corano”.


La prima svolta nella sua vita gli capita a nove anni, quando, dilaniato da una mina, subisce il trapianto di una parte del cuore, donatogli da un cristiano, quindi un cuore “nemico”, come gli viene continuamente di pensare. Vive un’infanzia ed un’adolescenza inquiete e sofferenti segnate da una endemica miseria – la sua famiglia di pescatori è una delle più povere dell’isola – temperata, tuttavia, dallo stretto e sincero legame con Ahmed, figlio del signore del villaggio, e dall’amicizia con Karima, una dolce inseparabile coetanea. Le crescenti tensioni nell’isola, però spezzano questa atmosfera – “sospesa”, estranea al contesto reale – di fraterna amicizia, fatta di giochi, di esperienze e progetti comuni.

A seguito di oscuri episodi l’amico Ahmed ed il padre Hassam abbandonano il villaggio portando con sé segreti inconfessabili. Amal rimasto solo e sentendosi abbandonato, viene irresistibilmente attratto dal richiamo della sua fede. Decide di dare un senso alla sua giovane vita, di riempirne il vuoto, dedicandosi in una scuola coranica allo studio ed all’approfondimento dei testi sacri dell’Islam ed alla preghiera. Ha appena sedici anni ed è in preda ad un comprensibile stato d’animo quando viene avvicinato e, dopo molte resistenze, spinto all’arruolamento nei guerrieri degli Shabaab, una formazione di “fondamentalisti” islamici. Lo convincono offrendogli un rifugio sicuro ed i mezzi per ”diventare un vero uomo e, attraverso il fucile, la possibilità di credere nel Bene e di combattere nel suo nome”.

Il ragazzo viene portato in un campo di addestramento nel deserto somalo dove per tre anni vive in una tenda beduina insieme ad altri soldati giovanissimi. Gli insegnano a sparare, a saltare fossati, a fronteggiare un attacco armato, a lanciare un razzo da un “mezzo tecnico”. Riceve lezioni di religione, gli viene chiesto di mandare a memoria e ripetere all’infinito alcuni versetti del Corano, i più violenti; gli vengono mostrati video di uccisioni di civili da parte degli eserciti occidentali in Palestina, a Gaza, in Iraq, in Afghanistan, in Giordania; gli viene spiegato il valore del martirio come arma onorevole per fronteggiare aerei ed armi chimiche che quell’esercito non possiede. Alla fine gli viene affidato il suo fucile ordinandogli di ammazzare il primo nemico in battaglia. Solo allora, gli dicono, sarebbe diventato uomo. E gli viene “assegnata” anche una sposa, una giovanissima fanciulla, una bambina, rapita nei villaggi circostanti il campo, che gli possa assicurare una discendenza. La situazione precipita quando viene mandato nel cortile di una scuola cristiana per ammazzare dei bambini: Amal non riesce a sparare e, invece, scoppia a piangere, un atto che, secondo le regole, gli può costare la vita. Una notte, perciò, prende la sua sposa bambina e insieme fuggono dal campo. E il momento della ritrovata umanità, del ritorno al suo villaggio, per una nuova esistenza.

Oggi Amal dedica le sue giornate a tenere i bambini del villaggio lontani dalla guerra. Questa storia, commovente e drammatica, è stata affidata all’autore direttamente dal suo protagonista “perché i ragazzi la conoscessero per tenersi lontani dalla violenza”. Catozzella ce la trasmette con l’intensità ed al tempo stesso la semplicità della sua scrittura. Inoltre, penetrando senza pregiudizi in un mondo come quello islamico oggi, come secoli addietro, al centro dell’ attenzione e delle paure, sa cogliere lo spirito del nostro tempo, creando le premesse per un nuovo successo editoriale.

Giuseppe Catozzella è nato a Milano nel 1976 ove si è laureato in Filosofia. Scrive reportages, articoli ed inchieste su L’Espresso, Repubblica, Corriere della Sera, Vanity Fair e tiene un blog sul sito de Il fatto quotidiano. Ha pubblicato il libro in versi ”La scimmia che scrive”, i racconti: “Il ciclo di vita dei pesci” (Rizzoli 2011), “Fuego” (Feltrinelli 2012) e i romanzi ”Espianti” (Transeuropa 2008), “Alveare” (Rizzoli 2011), dal quale sono stati tratti molti spettacoli teatrali e il film “L’assalto” prodotto dalla Rai. “Non dirmi che hai paura” è il romanzo che lo ha fatto conoscere al grande pubblico (14 edizioni e 150 mila copie vendute solo in Italia) dal quale è stato tratto un film di produzione internazionale in corso di realizzazione e per il quale ha vinto il Premio Strega Giovani 2014. Nel 2015 è stato nominato Goodwill Ambassador UNHCR, l’Agenzia ONU per i rifugiati.

Autore: Giuseppe Catozzella
Titolo: Il grande futuro
Editore: Feltrinelli
Pubblicazione: 2016
Prezzo: 16 euro
Pagine: 261