Storie e leggende napoletane

croceSe pensate di andare o di ritornare a Napoli, o semplicemente se la città partenopea vi ispira curiosità e simpatia, non tralasciate la lettura di queste Storie e leggende napoletane, raccolte in un libro di straordinaria ricchezza di episodi storici, aneddoti popolari e riferimenti che gioveranno a  meglio penetrare l’anima dei suoi abitanti.
Benedetto Croce, apprezzato non solo come filosofo ma anche come storico, inizia a raccontare Napoli dal quartiere in cui vive, a due passi da quel Monastero di Santa Chiara in cui il Re Roberto d’Angiò si ritira con la Regina Sancia in premio della devozione di lei, pur non amata. Si passa poi alla vera origine della novella di Andreuccio da Perugia, una delle dieci del Decamerone, che Giovanni Boccaccio conobbe a Napoli, esempio ante-litteram della proverbiale destrezza con cui in città già si imbastivano le truffe più efferate a danno degli sprovveduti.

Di grande coinvolgimento è la Storia di Lucrezia d’Alagno, giovane esponente d’una famiglia nobile di Torre del Greco, amante ricambiata di Re Alfonso d’Aragona, che perseguì il disegno di divenire Regina. Esilarante la lettura del faraonico corteo che la accompagnò a Roma per chiedere al Papa lo scioglimento del matrimonio di Alfonso, infelicemente sposato in Spagna con Maria di Castiglia.

Con un gran numero di aneddoti, ora spassosi ora truculenti, e virgolettando passi del racconto De Varietate Fortunae del 1475, l’autore presenta la lingua napoletana del XV secolo, per poi raccontare la triste storia di Tininella Capece, uccisa per adulterio a soli 20 anni, dopo essere stata data in sposa, a 15, ad un mercante di 50.

Emblematica della condizione italiana del tempo è la storia di Re Ferrandino, aragonese, e della sua lotta contro “l’usurpatore” Carlo VIII d’Angiò, francese, per come le famiglie aristocratiche si schierassero per interesse con l’uno o con l’altro, mentre il popolo, inizialmente indifferente, finì per innamorarsi del Re per il suo valore, piangendone poi l’improvvisa morte per malaria.

Sulla campionessa di sventure Isabella del Balzo di Lecce, dopo tanti lutti sposa di Federico d’Aragona e quindi Regina, si fonda un’altra Storia intrecciata alla precedente: non meno tragica, ma che, per la distanza che separa il lettore dai fatti, suscita qualche ilarità, specialmente nel racconto del lentissimo viaggio dalle Puglie a Napoli.

A chiusura due storie: una stuzzicherà in particolare chi conosce la chiesa di S. Maria del Parto a Mergellina, fatta edificare da Jacopo Sannazzaro sul posto ameno cui sempre pensava dalla Spagna, dove volontariamente aveva seguito il Suo Re in esilio – il poeta vi è ora sepolto accanto a un dipinto in cui il drago trafitto da San Giorgio ha il volto della “bella diavolessa di Mergellina”, una donna che a lungo tentò il parroco della Chiesa; l’altra narra invece i tormenti di Giulia Gonzaga, precocissima vedova reputata all’epoca la donna più bella d’Italia.

 

Un’opera di grande interesse non solo storico, ma anche filologico e squisitamente letterario, in cui si ritrova tutta la ricchezza e la musicalità della lingua italiana, di quando la si amava autenticamente. Lo stile è certamente un po’ lento rispetto ai testi attuali, ma, forse proprio per questo, permette di immergersi nell’anima del popolo napoletano, coglierne la filosofia di vita, e di capire quanto la città di Napoli, esempio emblematico per tutta l’Italia, sia cresciuta ed abbia sviluppato un carattere peculiare perché costantemente preda di conquista e sotto il giogo sempre di un nuovo invasore.

 

Autore: Benedetto Croce
Titolo: Storie e leggende napoletane
Editore: Adelphi
Anno di pubblicazione: 1919
Ultima edizione: 2013
Prezzo: 13 euro
Pagine: 357