Appenninia. Viaggio nella terra di domani

appeRiccardo Finelli non è nuovo ai viaggi di scoperta, è un esploratore che preferisce all’esotico quello che è nascosto appena dietro la porta di casa, e dopo averci accompagnati per le strade ferrate con il suo Cronache dalla Transiberiana d’Italia torna ora in libreria con Appenninia. Viaggio nella terra di domani (sempre per la Neo Edizioni). Finelli abbandona le rotaie per andare alla scoperta della dorsale italiana in un’inchiesta degna del miglior National Geographic, che percorre tutti i 2300 chilometri degli Appennini, 195 comuni dalla Liguria alla Calabria, alla scoperta di una terra inaspettata e a volte nascosta, protetta da picchi, valli e boschi, immune alle cronache delle conquiste alpinistiche, e più affine alle resistenze che alle guerre. E per definizione un viaggio, una vera scoperta, non può che avvenire lentamente, e così si parte a bordo di uno scooter, “poco più di un motorino”, per strade e piste di ghiaia.

Lungo gli Appennini si possono trovare paesi orfani delle industrie, delle centrali elettriche, come Ligonchio, eppure pronti a reinventarsi creando laboratori, nuovi spazi creativi che hanno raccolto più di dodicimila persone. Bariste slovacche che parlano quattro lingue e tutti i giorni devono scalfire la diffidenza a suon di sorrisi e caffè. Le comunità degli Elfi che dagli anni ’80 crescono i figli lavorando la terra, senza tv e con le prese elettriche che funzionano con i pannelli solari, seguendo i capricci di Madre Terra. C’è la comunanza agraria di Costacciano, che dal 1289 cura millesettecento ettari di pascoli e boschi, un’Università dei boschi che è ancora riservata ai membri delle famiglie originarie. Ci sono paesi disabitati, come Castelfranco in Miscano, che circondato dalle pale eoliche, sembra aver perso la memoria di essere stato il cuore del west di casa nostra, la terra di Sergio Leone.

Le storie che raccoglie Finelli sono davvero troppe per darne anche solo un assaggio, ma è impossibile non innamorarsi di un viaggio come questo, dove anche una sosta al bar apre un pezzo della nostra storia, e il desiderio di procurarsi uno scooter e partire sulle stesse tracce è, di pagina in pagina, sempre più forte. Gli Appennini sono, come ricordato nel titolo del libro, la “terra di domani”, piena di paesi minuscoli popolati solo da anziani intorno a un bar, di strade tagliate da torrenti e ruderi a testimoniare un più glorioso passato; ma è anche e soprattutto un laboratorio vivente in continua espansione, il luogo dei “piani B”, di una resistenza vera alla crisi dell’economie e delle speranze, dove comuni disabitati si ripopolano di immigrati e vecchi telai dell’Ottocento ridanno vita a un lanificio che fa concorrenza ai cinesi. Appenninia è un diario di viaggio che ricorda quelli di Melville e Dickens, non è un libro per chi ama i confort rassicuranti delle vacanze, per quello ci sono i rotocalchi da leggere sotto l’ombrellone, se invece volete conoscere l’Italia ben oltre le notizie riciclate e anestetizzanti dei telegiornali partite per questo viaggio. Vale ogni euro speso, consigliatissimo (e anche questo si può leggere in spiaggia).

 

 

Riccardo Finelli, emiliano, quarant’anni, è giornalista e scrittore. Capo ufficio stampa di una multiutility, come scrittore si occupa prevalentemente di narrativa di viaggio, prediligendo gli sguardi obliqui sui luoghi di confine, aree interne e ogni tipo di terra di mezzo. Suoi i libri Storie d’Italia (2007), C’è di mezzo il mare (2008), 150 anni dopo (2010), pubblicati per Incontri Editrice. Per Neo Edizioni ha pubblicato Coi Binari fra le nuvole – Cronache dalla Transiberiana d’Italia (2012).
Il suo sito internet è www.riccardofinelli.it.
Il sito che ha accompagnato il viaggio di Appenninia è www.appenninia.net

 

 

Autore: Riccardo Finelli

Titolo: Appenninia. Viaggio nella terra di domani

Editore: Neo Edizioni

Pagine: 304

Prezzo: 15,00 euro

Anno: 2014

 

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