L’uomo solitario

uomo solitarioL’uomo solitario (Incontri editrice, 2012)  è la narrazione padana della vita di una giovane promessa del calcio. Umili le origini, grandiosa l’ascesa sotto i riflettori nazionali ed esteri; adrenalinica la mondanità sperimentata come stella del football oltre manica.

Peccato che, come una condanna, il caso (o l’ingenuità) segnino una precoce-quanto-fulminea-caduta: la denuncia delle autorità antidoping, arrivata a causa di una serata di troppo da musicista di cover-band, segna il suo ritorno alla vita umile.

È questa l’apertura del romanzo del medico e scrittore modenese Claudio Gavioli. Multa per doping, sospensione dai campi di spicco. E, visto che nella vita spesso le sfortune non arrivano mai da sole, ecco che in quella di Stefano Marchetti arriva, in perfetta coincidenza, la contestuale perdita di capitale della società aperta con un socio poco fidato.

Le nebbie dell’Emilia lo aspettano per cercare di dimenticare l’emozione della popolarità e dei soldi e per riscattarlo come uomo ancora nel fiore della vita. Trentadue anni sono troppo pochi per smettere di vivere appieno, eppure Marchetti sembra un pesce fuor d’acqua nella moltitudine delle persone comuni. E’ per questo, forse, che la sua vita di Uomo Solitario lo accompagna in un percorso a precipizio.

Una stella della Nazionale si sente stretta a tornare a vivere dei successi di una squadra di dilettanti di provincia, eppure, dopo tanto pubblico e doloroso esporsi, lui stesso sceglie di tuffarsi nell’anonimato e nella discrezione della gente di un piccolo paese di pianura. “Intanto lì lo pagavano bene e faceva meno fatica contro difese mediocri. Poi il paese gli piaceva […], la gente era discreta e nessuno indagava sulla sua doppia vita e sulle serate consumate in giro a cantare”.

Il riscatto nei confronti di se stesso, non a caso, cerca di passare attraverso la musica. E’ nelle balere emiliane e sui palchi romagnoli che riesce ancora ad attirare l’attenzione della stampa e ad ottenere la sua – seppur magra- dose di applausi. I sogni, i dialoghi con la chimera di Johnny Cash (il cantante che lui interpretava), bellissime parentesi sospese fra vita e surreale, sono la descrizione della continua ricerca d’identità da parte di un uomo che vorrebbe recuperare un senso che non trova più.

Solo l’amore, inaspettatamente, arriva nella vita di Stefano Marchetti come unico momento di  benessere e sincerità, ma proprio questo suo essere vero è il punto critico da accettare. La realtà mette a nudo e l’ex calciatore, e stanco cantante, fatica ad accettare di smascherarsi. Accoglie il sentimento, lo respinge, lo cerca di nuovo. Si illude di poter essere per la nuova  famiglia l’uomo che nella vita non è mai stato.

Troppo forte, aihmè, il suo spirito randagio. Nemmeno la migliore compagna che potesse capitargli può strapparlo ad un destino ramingo. Chi esce dalla scena, ancora una volta, è l’Uomo Solitario.

Claudio Gavioli è un medico dello sport. Cura distorsioni, strappi, lombalgie, traumi, lacerazioni, posture di atleti professionisti e amatoriali e tutti dicono che è bravo. Qualcuno mi ha raccontato che quando curava i calciatori del Modena non si occupava solo di tendini o muscoli doloranti, ma li inquadrava nella psicologia dell’infortunato e nel suo momento particolare, aiutandolo a guarire con una motivazione interiore. In pratica anziché curare un “pezzo” di atleta curava l’uomo nel suo insieme e ci riusciva meglio di tanti altri e con una semplicità di approccio che metteva a proprio agio. In letteratura i medici son numerosi: Bulkagov, Céline, Checov, Conan Doyle, in Italia Primo Levi, Mario Tobino fino ad Andrea Vitali, stabilmente ai primi posti nelle classifiche di vendita. Esistono persino delle associazioni di medici scrittori a conferma di un’affinità consolidata, le cui motivazioni sembrerebbero ovvie….. ( Roberto Valentini)

Autore: Claudio Gavioli
Titolo: L’uomo solitario
Editore: Incontri Editrice
Anno: 2012
Pagine: 140
Prezzo: 12 euro

*articolo di Chiara Celada