Il padre della sposa

il-padre-della-sposaPerché l’organizzazione del matrimonio di Kay doveva essere complessa come una grande campagna elettorale?”. Ne “Il padre della sposa di Edward Streeter (Donzelli 2012) era questa la domanda che rivolgeva a se stesso l’avvocato Stanley Banks pensando ai preparativi del matrimonio della sua adorata figlia Kay promessa sposa di Buckley Dunstan “quel gigione con due spalle così”.

Il romanzo comico pubblicato con successo per la prima volta negli Stati Uniti viene ora edito in Italia per la felicità di chi ha amato le due omonime versioni cinematografiche del libro, la prima del 1950 regia di Vincente Minelli, protagonisti Spencer Tracy, Joan Bennet e Liz Taylor e la seconda del 1991 con la regia di Charles Shyer, interpreti Steve Martin, Diane Keaton e Kimberly Williams.

America. Anni Cinquanta. Mr Stanley Banks “amava la sua primogenita Kay più di quanto si rendesse conto” forse anche per questo l’uomo era sempre stato un po’ geloso dei corteggiatori di Kay, liquidandoli tutti con “un grugnito sprezzante”. Al numero 24 di Maple Drive nel quartiere di Fairview Manor tutti quei giovanotti “spilungoni con i capelli a spazzola” che si erano presentati alla porta di casa, erano stati guardati con occhio ostile da Mr Banks. Poi senza alcun preavviso negli occhi di Kay era apparsa una strana luce che nessuna delle vitamine prescritte dal medico di famiglia aveva mai acceso. Forse la sua micina si era innamorata? Il prescelto si chiamava Buckley Dunstan un simpatico “allocco” per Mr Banks, “una persona meravigliosa” per Kay, un uomo sicuramente da sposare. “Ok micina, gli voglio già bene. Come hai detto che fa di cognome?”.

Father of the bride corredato dalle divertenti illustrazioni originali di Gluyas Williams, famoso cartoonist del New Yorker è un’esilarante, rivelatrice carrellata di tutte quelle situazioni tipiche che accadono quando si deve organizzare un matrimonio. Una garbata presa in giro di questo importante rito al quale nemmeno il riluttante Mr Banks può sottrarsi. “Chi era questo mascalzone che aveva violato la sacralità della sua casa?” si domandava Stanley mentre nel frattempo Mrs Banks e Kay con frenesia si gettavano nei preparativi della cerimonia perché il padre della sposa “aveva promesso di finanziare tutte le cose collegate: vestiti, cappelli, scarpe, e ancora biancheria, lenzuola, asciugamani, insomma quella miriade di cose che, per una donna, legittimano davvero un matrimonio”. Ecco dunque la visita ai consuoceri che non abitano in una catapecchia ma “in una grande casa bianca in muratura a circa un chilometro e mezzo dalla città”, il ricevimento che annuncia il fidanzamento nel quale Stanley è costretto a stare tutto il tempo in cucina a mescere cocktail, Martini dry e bibite varie “bell’aiuto sei stato!”. Ecco la lista degli invitati limata e revisionata fino all’ultimo minuto, la spassosa prova del vecchio tight “sepolto in una cassa in soffitta, sotto una grandine di naftalina”: “Se uno di quei bottoni dovesse cedere, accecherebbe qualcuno”, l’emozionante arrivo dei primi regali di nozze, l’acquisto del costoso guardaroba della sposa e il servizio di catering dell’agenzia Buckingham Caterers affidata alle mani sapienti e alquanto snob di Mr Massoula che “aveva il labbro sporgente contornato da baffetti che somigliavano alla trina di un paralume”. Mr Banks ormai ha compreso che attorno alla celebrazione di un matrimonio vi è un grande business. Infine il giorno tanto atteso dove il padre della sposa in chiesa deve pronunciare “l’unica battuta in tutto lo spettacolo”. Infatti, quando il sacerdote sarebbe arrivato al punto in cui dice “chi dà questa donna in sposa?”, Stanley avrebbe dovuto rispondere “Io”.

Invitiamo tutti i lettori al matrimonio Banks – Dunstan che avverrà il 10 giugno alle 4 e mezzo del pomeriggio presso la chiesa di San George. Mentre leggiamo le pagine del libro, non possiamo fare a meno di ripensare alla bravura di Spencer Tracy nella parte del padre della sposa interpretata da Liz Taylor nella pellicola in bianco e nero degli anni Cinquanta. Viene voglia di convolare a nozze solo per ricevere le cure e le attenzioni di un padre tenero e affettuoso come Stanley Banks/Spencer Tracy. “Per tutta la vita era stato un uomo oculato e parsimonioso. E ora, intrappolato nella morsa delle convenzioni, stava per fare a pezzi con le sue stesse mani la posizione economica che aveva raggiunto. “Non lo farò mai”, grugnì girandosi su un fianco. Tuttavia sapeva che l’avrebbe fatto”.

Edward Streeter (1891-1976) cominciò la sua carriera come reporter del Buffalo Express, sulle cui colonne conobbe il suo primo successo con una serie di finte lettere dal fronte della prima guerra mondiale di un soldato semi-analfabeta. La sua fama esplose però nel 1949 col clamoroso successo de Il padre della sposa, cui seguirono altri sei romanzi, alcuni dei quali passati anch’essi sul grande schermo.

Gluyas Williams (1888-1982) è stato uno dei più popolari cartoonist americani del Novecento. Nato a San Francisco, nel 1911 si laureò a Harvard e in pochi anni cominciò a collaborare con le principali riviste dell’epoca, da Life Magazine a Century e soprattutto al New Yorker, di cui divenne una delle firme più prestigiose. Il padre della sposa è tradotto da Marianna Matullo.

Autore: Edward Streeter

Titolo: Il padre della sposa

Editore: Donzelli

Anno di pubblicazione: 2012

Prezzo: 17 euro

Pagine: 212