Un delitto impossibile per Peter Shaw. Ecco “Trappola bianca”

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Nelle infinite varianti degli “enigmi della camera chiusa”, dove le indagini ruotano attorno ad un delitto commesso in circostanze apparentemente impossibili – come, appunto, una stanza chiusa dall’interno e magari guardata a vista -, ci sono casi che si svolgono in parte all’aperto. Nel romanzo Sangue al priorato di John Dickson Carr l’uccisione impossibile avviene in un padiglione e le uniche impronte nella neve che lo circonda sono di chi è entrato, mentre nessuno sembra essere uscito. Una situazione simile, come già evidenziato da altri, ci viene proposta dall’inglese Jim Kelly in Trappola bianca (Giunti), il primo romanzo di una serie ambientata sulla costa del Norfolk, che ha come  protagonisti l’ispettore Peter Shaw e il sergente George Valentine.

In un’isolata località della costa che si affaccia sul Mare del Nord, otto veicoli rimangono a lungo bloccati durante una fortissima tempesta di neve. Dopo aver scoperto, non molto lontano, un cadavere trasportato dal mare sulla spiaggia, l’ispettore Shaw e il sergente Valentine intervengono anche a Siberia Belt, per verificare se, nelle macchine intrappolate dietro il pino caduto sulla strada, qualcuno ha bisogno di aiuto: una ad una, le auto ed i loro conducenti vengono controllati, fino al camioncino che, per primo, blocca la strada.

Lì dentro, inspiegabilmente, visto che nessuno ha visto o sentito nulla, c’è un uomo morto: “Abbassò la maniglia e aprì la portiera, saltando rapidamente in avanti per aggrapparsi alla barra di sostegno. Si trovava a circa mezzo metro dal conducente e gli ci vollero solo tre secondi, forse anche meno, per capire che quello che stava guardando era un cadavere”Una scena del crimine resa ancora più improbabile dal fatto che le uniche impronte presenti intorno al veicolo sono quelle, chiare e inconfondibili, dell’investigatore e di un uomo, John Holt, che era andato a dare un’occhiata, prima di essere vittima di un infarto.

I due delitti sembrerebbero due casi distinti, ma una serie di indizi, ai quali si aggiunge il ritrovamento di un terzo cadavere, mettono in evidenza quello che si potrebbe definire un vero e proprio complotto e la fitta e intricatissima rete di legami che collega tutti i presenti sulla scena del delitto, solo apparentemente capitati per caso su quella strada a quell’ora: la scoperta del loro ruolo che, nonostante le apparenze, era ben definito fin dall’inizio, riserva al lettore più di una sorpresa.

La presenza di molti personaggi fa sì, necessariamente, che alcuni di essi siano delineati solo superficialmente, così come, rispetto alle motivazioni che hanno portato ai delitti (oltre a questioni familiari ci sono il contrabbando di animali esotici e lo smaltimento illegale di rifiuti tossici), viene privilegiato il modo in cui gli omicidi stessi sono stati compiuti.

Parallelamente a queste indagini, i due investigatori si trovano alle prese con una dolorosa vicenda personale. Peter Shaw è, infatti, il figlio di Jack, l’ultimo collega di Valentine prima di un caso che ha messo entrambi in cattiva luce: la loro negligenza – come era stata chiamata dal giudice – aveva permesso, diversi anni prima, che un giovane accusato dell’omicidio  di un ragazzino venisse rimesso in libertà. Ora Jack è morto e Valentine, retrocesso, si trova a ricevere ordini dal figlio – il “Controllore”, come lo chiamano alla stazione di polizia – il quale, per altro, sente di dover chiarire una volta per tutte se il padre ha volontariamente manipolato le prove di quel vecchio caso.

I pregiudizi sono tanti, ma ciascuno dei due, col procedere delle indagini, vince l’iniziale diffidenza, che a tratti sfiora l’aperta ostilità, e impara ad apprezzare le doti investigative e umane del compagno. Inoltre, una serie di circostanze legate al riesame delle prove del caso che ha messo fine alla carriera di Valentine e di Jack Shaw, convincono Peter della buona fede dei due: Trappola bianca si conclude dunque con la promessa di ritrovare i due investigatori coinvolti non solo in nuove inchieste, ma anche in interessanti sviluppi della loro storia personale.

Jim Kelly è nato a Barnet, Hertfordshire, nel 1957 e vive a Ely, nei pressi di Cambridge. Ha lavorato come giornalista per vari quotidiani e ora si dedica interamente alla scrittura. Ha pubblicato otto romanzi. Con The Skeleton Man del 2007 ha vinto il Dagger in the Library Award della Crime Writers’ association. Vive tra l’Inghilterra e la Toscana.

Autore: Jim Kelly
Titolo: Trappola Bianca
Editore: Giunti
Anno: 2012
Pagine: 432
Prezzo: 12,90 Euro

Articolo di Lidia Gualdoni