La cattiva educazione. Gli arrabbiati di “Malacrianza”

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Malacrianza è un romanzo di quelli neri e arrabbiati, si snoda in un intreccio di racconti che danno forma a un unico affresco ironico, sporco e graffiante dell’infanzia tradita e sopraffatta.

La “malacrianza” è la cattiva educazione, la mala grazia, la disobbedienza, tutte quelle piccole o grandi sfacciataggini (un furtarello, un pezzo di pane buttato via, un bagno mancato…) dei bambini che gli adulti cercano di ingabbiare in un dedalo di regole e di forme astratte. Ma la “malacrianza”, la maleducazione, la ribellione, è anche l’unica forma di sopravvivenza e di riscatto per quei bambini diseredati che hanno negli adulti il loro nemico per eccellenza. Adulti che se non sono colpevoli della loro umiliazione ne sono almeno complici, niente più che esseri amorfi, silenziosi e distratti.

Tutti votati al complotto della “buonacreanza”, devoti a un gergo incomprensibile e ingannevole, pronti a oscurare ogni desiderio di riscatto. Malacrianza ha il pregio di unire insieme l’originalità di un esperimento linguistico e letterario ben riuscito (in un saltellare dalla prima alla terza persona) alla veridicità di un romanzo-reportage. Le storie di Malacrianza sono appunto solo storie, ma potrebbero benissimo essere delle inchieste uscite da un terzo mondo che è nascosto appena dietro l’angolo delle nostre coscienze. Sono storie queste che diventano un occhio nel buco della serratura, un occhio pronto a sbirciare senza pudore nelle storture di un’infanzia pestata a forza nel sottosuolo.

I racconti si intrecciano, si separano e si ritrovano in un viaggio ad anello che ci fa luce nelle viscere della disperazione dei bambini venduti, prostituiti, sfruttati. Bambini costretti a difendersi e a conquistarsi un futuro giorno per giorno. Bambini che diventano fabbriche di organi di ricambio, che vanno in sposa a qualche vecchio visto solo in foto, che partoriscono nei vicoli, che sparano senza giocare, che fanno cena di un gatto. Esserini malconci ai margini delle periferie del pianeta, che abitano nelle fogne, nelle strade e nelle baraccopoli. Un nodo di storie che si legano e si disfanno dal Sud America all’Italia, dall’Est Europa al Medio Oriente.

Giovanni Greco (Roma, 1970) è attore, regista, traduttore. Ha firmato molti testi e regie teatrali in Italia e all’estero; ha insegnato storia del teatro presso l’Accademia nazionale di arte drammatica di Roma e partecipato come docente al progetto Babele promosso dal Ministero degli Esteri per l’insegnamento dell’italiano attraverso il teatro (Egitto, Cipro, Argentina, Messico, Brasile, Etiopia). Con Malacrianza ha vinto nel 2011 il Premio Italo Calvino.

Autore: Giovanni Greco

Titolo: Malacrianza

Editore: Nutrimenti Editore

Anno di pubblicazione: 2012

Prezzo: 18,00 euro

Pagine: 266