Metro 2033 Universe: le radici del cielo

le-radici-del-cieloCome vivrebbero gli uomini se si perdesse ogni speranza nel domani e se il giorno del giudizio arrivasse per mano non divina ma umana? Come potrebbero sopravvivere all’Apocalisse la religione e la fede? Le radici del cielo è il primo spin off italiano ispirato all’Universo del romanzo russo “Metro 2033“, opera prima e caso letterario del giovane scrittore Dmitry Glukhovsky. Con il realismo descrittivo e il gusto per l’avventura che lo contraddistinguono, Avoledo è autore ancora una volta di una storia appassionante ed intensa, ricca di sfaccettature diverse e dal finale inaspettato: zombie e creature immonde, fede e spiritualità, bene e male, passione e morte…

Un altro aspetto che aggiunge fascino alla narrazione, è la descrizione di strade, o autostrade, e città nostrane, luoghi familiari insomma come la metro di Roma, Piazza San Marco a Venezia o quella del Palazzo Ducale ad Urbino, ridisegnate dall’esplosione nucleare. “Un romanzo di ricerca delle possibili radici del futuro, della fede che non è andata persa e di un domani meno cupo di quanto ci si possa attendere” In Metro 2033: dopo una catastrofe nucleare, i sopravvissuti si trovano a vivere nelle gallerie della metropolitana di Mosca. Ogni stazione diventa uno stato, lo sfondo perfetto per storie e viaggi avvincenti. Nata come un’esperienza interattiva sul web nel 2002, dopo essere stato d’ispirazione ad un videogioco (THQ 2010), e dopo aver raggiunto le 300 mila copie vendute solo in Europa, tradotto in 25 lingue ora le ambientazioni post-­‐apocalittiche dei romanzi di fantascienza di Glukhovsky diventano un modello da internazionalizzare. Il giovane autore russo ha esportato, infatti, il suo modello narrativo in giro per il mondo.

Fino ad ora hanno aderito al progetto, contribuendo al Metro 2033 Universe: Regno Unito, Germania, Spagna, Cuba e probabilmente USA. “E ora, un punto sulla mappa del mondo dell’anno 2033 sta lentamente uscendo dalle nebbie del mistero… vedo il Colosseo, il Vaticano… Sì, è Roma...”

I passi dei cacciatori risuonano come colpi battuti su un tamburo prima di un’esecuzione. Sono tre. I loro richiami sono più forti del sibilo del vento che sferza i muri antichi. Non fanno niente per nascondersi. Sono veloci, determinati. Sicuri di sé. Nascosto in fondo al pozzo li sento avvicinarsi sempre più… Mi stringo alla parete umida e gelida, cercando di rendermi invisibile. Non guardo verso l’alto, dove la luce più chiara del crepuscolo disegna il cerchio irregolare dell’imboccatura del pozzo. Senza bisogno di vederlo, so che il nevischio sollevato dal vento è come un lenzuolo grigio. So che nasconde le nuvole di un grigio diverso che incombono sulla città morta. Lo so senza bisogno di alzare la testa… La foresta di tronchi antichi. E’ così che mi è apparsa la Città della Luce, la prima volta che l’ho vista. La prima volta che ho camminato lungo i canali in secca. Il modo in cui le palafitte antiche su cui posano questi palazzi mi era sembrato una foresta fatta di radici. Le radici del cielo. E poi lo scheletro del mostro marino. Le maschere. Il ballo delle anime morte, al Palazzo… Ricordo come tutto è cominciato. E’ stato poche settimane fa, eppure sembra siano passati secoli. Sono invecchiato di mille anni, in così poco tempo…

Tutto è cominciato nel quarantatreesimo anno della mia vita, a Roma. Molto lontano da qui. E’ cominciato nelle catacombe di San Callisto. Un antico luogo di morte, riportato alla vita. O a quello che di questi tempi chiamiamo vita… 20 anni dopo l’olocausto nucleare Roma è una città desolata e spoglia, fatta solo di rovine. I suoi abitanti sembrano non avere più niente di umano. Il Nuovo Vaticano si è insediato nelle gallerie delle antiche catacombe di San Callisto. E’ una comunità di poche centinaia di persone, governata da un incerto equilibrio di poteri tra quel che resta della Chiesa e la spietata e corrotta famiglia Mori. Da lì vengono organizzate spedizioni verso il resto della penisola, alla ricerca di materiali e scorte alimentari, ma anche per stabilire avamposti e creare legami con le comunità locali di sopravvissuti. Padre John Daniels, all’epoca del disastro un giovane seminarista, ed ora unico membro della Congregazione per la Dottrina della Fede, meglio nota, un tempo, con il nome di Santa Inquisizione, viene convocato a sorpresa dal capo del Nuovo Vaticano, il camerlengo Ferdinando Albani, l’ultimo cardinale della Chiesa. Il Papa è probabilmente morto, anche se nessuno può esserne certo. Da allora la sede papale è vacante. Il destino della stessa Chiesa è appeso a un filo: gli equilibri di potere all’interno delle catacombe pendono sempre più a favore della componente laica del Consiglio, l’organismo di governo locale cui appartengono uomini avidi e senza scrupoli. Con la promessa di recuperare il prezioso Tesoro della Basilica di San Marco, il porporato ottiene l’autorizzazione e i mezzi per una spedizione al Nord, nell’antica città di Venezia. In realtà lo scopo è tutt’altro. Un recente viaggio ha riportato la notizia di una comunità che vive nella città dei Dogi, della quale farebbe parte il Patriarca. A Daniels viene chiesto di riportare l’alto prelato a Roma per poter convocare un Concilio ed eleggere finalmente un nuovo Papa. Il destino del Nuovo Vaticano dipende dal successo della spedizione. Nessuno ha mai tentato prima un viaggio così lungo, in un ambiente divenuto ostile: gelido, radioattivo, battuto da creature incomprensibili e mortali. Accompagnato nella sua impresa da sette “Guardie Svizzere” capitanate dall’ex legionario Marc Durand, più vicine alle guardie Variaghe dell’Imperatore di Bisanzio che ai giovani elvetici dalla faccia pulita che popolavano gli angoli del Vaticano prima del Giorno del Giudizio, il giovane sacerdote parte alla volta di Venezia, per un viaggio costellato di pericoli e di strani ed eccitanti incontri.

Gli aggiornamenti e le curiosità sul romanzo saranno disponibili all’interno della pagina dedicata su Facebook: https://www.facebook.com/pages/Tullio-­‐Avoledo-­‐Metro-­‐ 2033-­‐Universe-­‐Le-­‐radici-­‐del-­‐Cielo/293647003979916.

Note sull’autore -­ Tullio Avoledo e la Fantascienza italiana “Mi interessa la fantascienza quando ci mette in contatto con un futuro possibile e che come in questo caso, ci fa riscoprire l’importanza di aver perso tutto. Solo immaginando di non avere le nostre cose quotidiane possiamo tornare a dare valore a ciò che è umano, a ciò che veramente conta nella nostra esperienza e che forse non avvertiamo più come tale. Dal piacere di bere un bicchiere d’acqua fino alle domande ultime, prima tra tutte quella della fede”. Tullio Avoledo Per “Le Radici del Cielo” l’autore ha tratto ispirazione dai classici della fantascienza, come Davy di Edgar Pangborn o Un Cantico per Leibowitz di Walter Miller Jr. ai fumetti, come “The Walking Dead”, che rendono bene la vivacità, la creatività che possono contraddistinguere una rinascita dopo la catastrofe. Basti pensare che Avoledo ha conosciuto l’Universo di Metro 2033, per la prima volta, attraverso i pixel del videogame omonimo e che nel pensare il plot del romanzo ha impostato la struttura ed un ritmo perfetti per una trasposizione in videogioco…

Tullio Avoledo nasce a Valvasone nel 1957, Friuli, da famiglia per tre quarti friuliana e per il resto tedesca. Laurerato in giurisprudenza, bancario, vive attualmente a Pordenone con moglie e due figli. Dopo aver fatto diversi mestieri, fra cui il copywriter e il giornalista, dal suo romanzo d’esordio, L’elenco telefonico di Atlantide (Sironi Editore, 2003) che ha ottenuto un lusinghiero successo di critica e di pubblico e vinto il premio «Forte Village Montblanc -­‐ scrittore emergente dell’anno», la sua penna non si è più fermata. Incredibilmente prolifico, “Scrittore caso” con “licenza di ibridare”, Avoledo ha conquistato sempre più lettori con la sua sfrenata fantasia, un’ironia misurata, una nera comicità, ma soprattutto con l’entusiasmo e la passione per progetti editoriali e sfide sempre nuove. In un’intervista tempo fa ha detto: “Se qualcuno mi domandasse perché scrivo io gli risponderei: perché mi diverte. E mi diverto ancora di più a rileggere quello che ho scritto…. A me sembrano due buoni motivi!” Nel novembre 2003 viene pubblicato il suo secondo titolo, Mare di Bering (Sironi) e nel 2005 i due romanzi Lo stato dell’unione (Sironi) e Tre sono le cose misteriose (Einaudi), Premio Super Grinzane Cavour 2006 e finalista, nello stesso anno, al Premio Stresa. Nel marzo del 2007 è stato pubblicato il suo quinto romanzo: Breve storia di lunghi tradimenti (Einaudi). Vincitore del Premio Letterario Castiglioncello -­‐ Costa degli Etruschi e del Premio “La tisana per il Nord-­‐Est”, questo bank-­thriller con ritmi alla James Bond , è stato d’ispirazione per il film omonimo, attualmente in lavorazione, per la regia di Davide Marengo. Il suo sesto romanzo, La ragazza di Vajont, è uscito per Einaudi nel giugno del 2008. È la storia di un amore impossibile, sullo sfondo apocalittico di un Nord-­‐Est “parallelo” tormentato da una guerra civile e dai fantasmi della pulizia etnica. A settembre 2008 è stato pubblicato nella collana “VerdeNero” delle edizioni Ambiente il romanzo breve L’ultimo giorno felice (Premio “Tracce di Territorio”, Pavia), che narra la crisi esistenziale di un architetto cinquantenne coinvolto nella ecomafia delle discariche friulane. Nel 2009 è uscito per Einaudi il romanzo, L’anno dei dodici inverni, avvincente storia d’amore e viaggi nel tempo (Premio dei Lettori Lucca-­‐Roma 2009-­‐2010, finalista al Premio Stresa 2010). Nel 2011 Avoledo ha pubblicato il suo ottavo libro, Un buon posto per morire, un “romanzo storico sulla fine del mondo” scritto con Davide “Boosta” Dileo, fondatore e tastierista dei Subsonica.

Info: ascolta le parole dell’autore

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