La contessa nera di Rebecca Johns

la-contessa-neraIl ragazzo e suo padre sono giunti all’alba per murarmi nella torre. Venivano dal villaggio ai piedi del castello, con il loro asino e il carretto pino di attrezzi. Io ero sveglia da ore, a fissare dal davanzale il cielo che da nero volgeva all’azzurro chiaro, ed è così che ho sentito il loro scalpiccio sulla neve della corte (…).” In principio c’erano i Bathory, gruppo black metal svedese nato a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, il cui nome scaturiva dalla canzone “Countess Bathory” dei Venom, ispirato alla contessa e omicida seriale ungherese Erzsébet Báthory. 

Poi i fumetti. In Italia, la casa editrice Bonelli, le fa fare una “comparsata” nello speciale di Dampyr (Mauro Borselli, Stefano Andreucci, Enea Ribaldi) dal titolo “Dracula Park”. Poi il cinema. Alla terribile nobildonna, è stato dedicato un film eccezionale “The Countess” diretto ed interpretato da Julie Delpy. Ora  la casa editrice Garzanti affida alla penna di Rebecca Johns Iceberg, con questo libro alla sua seconda prova narrativa,  il compito di parlare della “contessa nera”. Di Erzsébet Báthory, si sa qualcosa, non molto, e comunque il tutto viene lasciato al “si dice che …”, “si tramanda che …“, d’obbligo quando si ha a che fare con personaggi inferici di questo calibro. Nella storia Elisabetta è stata data in sposa a Ferenc Nádasdy (uomo freddo, inquieto, inquietante, scostante, perennemente lontano dalla famiglia per combattere i turchi) presso Prešov, nell’attuale Slovacchia nord-orientale.

Alcuni dati storici dicono che sia stata capace di uccidere oltre seicento giovani donne, anche se per la verità non è stato mai accertato il numero esatto delle sue vittime. Nella storia Elisabetta era imparentata con Vlad III, detto l’impalatore, nell’immaginario collettivo vampiresco dunque parliamo di  “Dracula”. Tutti questi indizi portano ad una sola ed inequivocabile conclusione: stiamo per entrare in un mondo di tenebre e abissali oscurità. E questo l’autrice de “La contessa nera” (Garzanti, 2011) lo sa, come sa che parlare di certe creature può essere pericoloso. Già perché Il Male, ha mille modalità di manifestazione ma quando Esso s’incarna in un corpo che al Male tende e si affida, allora può accadere realmente di tutto.

Nel romanzo, Erzsébet Báthory racconta la sua storia. Siamo in Ungheria nel 1611. E’ l’alba, e Elisabetta può guardare il cielo solo da una fessura, della torre più alta del castello di Csejthe dove è stata rinchiusa. E’ stata condannata a morte … murata viva! La storia di Erzsébet, è quella di una bambina fin troppo indomita, amante delle lettere stampate sulle pagine dei libri, delle corse a cavallo, incline all’irriverenza, testimone nella sua dimora tra i gelidi monti della Transilvania di atti osceni e blasfemi. La storia di Elisabetta è la storia di un’adolescente costretta a sposarsi, a gestire diplomazia e affari di famiglia, sola, sempre sola, con i suoi orrori, le sue angosce, i suoi mostri. Una vita fatta di sotterfugi, tranelli, sparizioni di serve torturate, sinistre aderenze alla magia e all’alchimia. Quello della Johns è un libro sopraffino, colto, suadente e terribile, che terrà il lettore col fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina. Un libro che insegna a lasciar stare quella parte oscura di noi, che se “ordinata” alla luce, porta solo Distruzione e Morte. Non mi resta altro che consigliare caldamente la lettura di un’opera veramente unica nel suo genere. Rebecca Johns insegna al dipartimento di inglese della DePaul University, a Chicago, e scrive su giornali e riviste tra cui «Harvard Review», «Chicago Tribune», «Cosmopolitan».

Il suo primo romanzo, Icebergs, è stato finalista dell’Hemingway Foundation/PEN Award per romanzi d’esordio e ha ricevuto il Michener-Copernicus Award. “Come sono strani i ricordi che affiorano quando si è privati del sonno e del calore, di tutte le comodità della vita quotidiana (…)

Rebecca Johns
insegna al dipartimento di inglese della DePaul University, a Chicago, e scrive su giornali e riviste tra cui «Harvard Review», «Chicago Tribune», «Cosmopolitan». Il suo primo romanzo, Icebergs, è stato finalista dell’Hemingway Foundation/PEN Award per romanzi d’esordio e ha ricevuto il Michener-Copernicus Award.

Autore: Johns Rebecca
Titolo: La contessa nera
Traduzione dall’inglese di Claudia Marseguerra
Editore: Garzanti
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 18,60 euro
Pagine 324 pagine