“La mamma dei carabinieri”. Una storia siciliana

la-mamma-dei-carabinieriZia Mimma” com’è affettuosamente chiamata da tutti Domenica Lupo è “La Mamma dei Carabinieri”, il libro di Alessio Puleo e Filippo Vitale (Longanesi, 2010) con la prefazione di Rita Borsellino.

L’anziana donna ormai novantenne “vive sola in una villetta stile Liberty dei primi del Novecento” a Palermo davanti all’abitazione dei familiari del giudice Paolo Borsellino.

Dal 19 luglio 1992 giorno della strage di via d’Amelio, nella quale ha perso la vita il giudice antimafia insieme a cinque agenti di scorta, la casa è piantonata da una pattuglia di Carabinieri. Zia Mimma amorevolmente porta loro colazione, panini con le “panelle”, chiacchiera e aggiusta la divisa se un bottone sta per sfilarsi.

Nel 2001 un giovane carabiniere ausiliario Alessio Puleo, il quale prestava servizio di vigilanza alla famiglia Borsellino, decise di scoprire il motivo di tanta dedizione. “Durante il mio lavoro ho visto per la prima volta la signora Mimma. Portava il cappello dell’Arma e i gradi cuciti sulla giacca, ho capito che era un personaggio speciale con una storia altrettanto speciale”. Domenica ospitò il carabiniere a casa sua e gli raccontò la sua vita.

La storia ha inizio qualche anno prima della II Guerra Mondiale a Borgo Brancaccio dove il maniscalco Tano insieme alla moglie Marianna “mamma nonna patrona” ha allevato le nipoti orfane come se fossero figlie sue, Mimma e la sorellina Luisa di quattordici anni. Mimma ha “la pelle ambrata, i capelli corvini, due occhi color smeraldo”, la sua è la tipica bellezza della donna di Sicilia, portamento fiero e altero e “il naso diritto antico retaggio della razza greca” che ha reso immortale questa terra meravigliosa e tragica nello stesso tempo. Il giovane brigadiere romano Giovanni Tagliarini “che aveva chiesto di andare in Sicilia per avere un contatto più ravvicinato con la malavita e la mafia siciliana” s’innamora ricambiato della ragazza. Giovanni e Domenica si fidanzano ma la felicità è di breve durata: don Vito Caronia s’invaghisce della ragazza, la rapisce e secondo la consuetudine Mimma è disonorata e costretta a sposare un uomo che disprezza e che non ama. Non dimenticherà mai Giovanni e custodirà nel suo cuore il ricordo dell’unico uomo che abbia mai amato.

Una vicenda drammatica che richiama alla memoria il passato, quando le donne dell’isola erano costrette a subire umiliazioni fisiche e psicologiche senza potersi ribellare, la loro era una protesta muta, silenziosa che si poteva cogliere nei loro sguardi. Il caldo umido vento di scirocco ha il potere di travisare la realtà e di far scambiare un rapimento come una fuitina d’amore che destina la protagonista a una vita di dolore e infelicità.

Nei poemi omerici per descrivere il colore del mare si dice che ha il colore del vino. Lo stesso titolo che Leonardo Sciascia ha dato a una raccolta di racconti pubblicata nel 1973 per Einaudi. Leggendo questo romanzo torna alla mente la frase che il piccolo Nené pronuncia nel racconto Il mare color del vino riferendosi al colore del mare siciliano “a me sembra vino”. L’ingegner Bianchi, altro personaggio del racconto, concorda con Nené “l’effetto, come di vino, che un mare come questo produce. Non ubriaca, si impadronisce dei pensieri, suscita antica saggezza”.

Non si può comprendere la vicenda di Mimma se non si comprende la Sicilia come luogo di contrasti atavici, secolari dove la verità assume spesso diversi significati, popolata da personaggi straordinari, saggi come Mimma. Personaggi che grandi scrittori come De Roberto, Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Brancati, Sciascia e Camilleri hanno saputo caratterizzare, rendere indimenticabili e che Guttuso ha ritratto nei suoi dipinti pieni di colore e di luce.

Il racconto di una vita, il caso umano di Domenica Lupo, il sorprendente finale che dà una nota di speranza e redenzione all’intera vicenda è il modo migliore per ricordare oggi 19 luglio il diciottesimo anniversario del feroce attentato di stampo mafioso avvenuto in via d’Amelio a Palermo.

Alessio Puleo è nato a Palermo nel 1983 e si è formato presso il Teatro Libero di Palermo dove ha lavorato per diversi anni.

Filippo Vitale è nato a Cinisi nel 1949 e si è trasferito a Padova per dedicarsi alla poesia e alla pittura. Le sue opere sono esposte in collezioni pubbliche e private.

Autore: Alessio Puleo e Filippo Vitale
Titolo: La Mamma dei Carabinieri. Un romanzo toccante basato su una storia vera
Editore: Longanesi
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 15 euro
Pagine: 216