La “prostituzione intellectuale”. Intervista a Gabriele Porri

libro-interIronico, spietato, irriguardoso. E frizzante come Mourinho. E’ il Manuale di prostituzione intellectuale (Mursia, 2009) del Collettivo Bauscia. I perchè del libro nelle parole di Gabriele Porri, ideatore di un gruppo  di blogger interisti, sorto il 3 marzo 2009, con l’intento di scrivere un libro che dimostrasse come la “prostituzione intellectuale” di molti media calcistici non fosse soltanto un’invenzione del mister portoghese.

Manuale di prostituzione intellectuale“, ovviamente ogni riferimento è puramente casuale. Come nasce questo libro?
“Il libro nasce, qualche ora prima della famosa conferenza stampa di Mourinho, dalla mia indignazione per le polemiche che hanno fatto seguito al rigore assegnato all’Inter con la Roma, alla linguaccia di Balotelli a Panucci dopo aver zittito la curva romanista che lo stava riempiendo di insulti e cori razzisti. Quell’episodio mi ha convinto a contattare diversi blogger per scrivere una specie di pamphlet su come la pubblica opinione e la stampa riservi un diverso trattamento all’Inter rispetto alle altre grandi del calcio: mi hanno risposto in quattro e ci siamo divisi i diversi argomenti. Il motivo di questa diversità di trattamento è semplice: l’Inter è attaccabile perché attaccarla non provoca guai ai giornalisti sportivi, non hanno nulla da perdere, Moratti non è il loro datore di lavoro e gli ultras non tagliano le gomme della macchina a chi parla male della squadra. Qualch ora dopo è arrivata la conferenza stampa di Mourinho, quella della “prostituzione intellectuale” e degli “zero tituli”: da lì il titolo del libro e l’ultimo capitolo, ma l’idea è di qualche ora prima.”

E’ stato un libro scritto “di getto”, cavalcando l’onda Mourinho?
“Il libro è a tutti gli effetti un instant book, dalla nascita dell’idea agli scaffali delle librerie sono passati soltanto cento giorni: se ci pensi, sembra incredibile. Parecchi fatti raccontati sono accaduti dopo l’inizio della stesura, l’annata di Mourinho occupa le ultime 70 pagine e se dicessi che il titolo e l’avere parlato dell’impatto causato dal suo arrivo nel calcio italiano non ci abbia dato una spinta alla pubblicazione, forse mentirei. Ma la genesi del libro è quella che ho spiegato prima, lo scopo fare informazione dal basso e spiegare ai lettori, tifosi e non, come funzionano certi meccanismi mediatici. Per farlo abbiamo dovuto documentarci ma ciò non contrasta col fatto che hai ragione, è stato scritto “di getto”.”

Cosa ha portato Mourinho nel calcio italiano? Solo spocchiosità, antipatie e uno scudetto all’Inter?
“Mourinho è rimasto quello di sempre, il Mou del Porto e del Chelsea, non ti saprei dire se i giornalisti non lo conoscevano prima che arrivasse in Italia o se pensavano di “domarlo”. Può risultare antipatico e spocchioso come chiunque dice sempre quello che pensa senza diplomazia, ma spesso l’antipatia nei suoi confronti è stata, per così dire, preventiva: molti attacchi da parte di giornalisti o colleghi sono precedenti alla sua reazione, ma spesso quest’ultima è stata enfatizzata come se fosse Mourinho ad attaccare il giornalista e il collega: penso ai battibecchi con Ranieri o Ancelotti, di cui parliamo diffusamente nell’ultimo capitolo, ricostruendone passaggi e cronologia.”

Nel libro si citano i numerosi attacchi all’Inter negli ultimi anni. Quando non vincevate che aria tirava? Sicuramente eravate più simpatici…
“Guardi, proprio perché non volevamo apparire vittimisti e complottisti, il “Manuale” parla all’ottanta per cento di fatti accaduti dopo Calciopoli, con l’Inter vincente. Tuttavia, nel primo capitolo è possibile trovare una carrellata di episodi e polemiche relativi al periodo in cui l’Inter era “perdente”. Emergono due cose: quando squadre come Juventus e Milan erano favorite dagli arbitri, si cercava di porre l’accento sulla reazione dei danneggiati, mai è stato scritto un titolo del tenore di “Scandalo Inter” quando vincevano i “biancorossoneri”, piuttosto si scriveva “L’Inter urla: ‘Vergogna!'” come nel caso Iuliano-Ronaldo. Inoltre, ad accompagnare questi titoli non schierati c’era sempre un editoriale in prima pagina che potremmo sintetizzare così: “Ok, ci sono stati errori contro Inter (o Roma, o Lazio) ma se non vincono è anche colpa loro” oppure “Ok, la Juve (o il Milan) è stata favorita dall’arbitro, ma ne avrebbe volentieri fatto a meno”. Atteggiamenti che dal 2006 sono completamente spariti.”

In questo libro coloro che non amano particolarmente Mourinho cosa possono trovare? Perchè dovrebbero comprarlo anche loro?
“Il libro innanzitutto è una specie di manuale di autodifesa per i tifosi interisti, non vogliamo certo sostituirci all’ufficio stampa della società ma di certo in questi ultimi anni gli allenatori Mancini e Mourinho si sono esposti in prima linea nelle schermaglie con la stampa e noi blogger cerchiamo di dire la nostra. Tuttavia, il lavoro è documentato e le tesi difficili da confutare, diciamo che chi non ama Mourinho e l’Inter può cercare di leggerlo per aprirsi a un altro punto di vista, un punto di vista supportato dai fatti. Poi si sa, non c’è niente di più difficile che far cambiare idea a chi ha una profonda antipatia per qualcuno o qualcosa, Mourinho e Inter compresi.”

Non era facile trovare un editore, il libro rischiava di sembrare banale. Invece ne avete trovato uno di tutto rispetto. Come è nato l’incontro con Mursia?
“Intanto, spero che chi lo legge non lo trovi banale, anche se in effetti il rischio c’è sempre: lasciami dire però che noto un certo pregiudizio nei confronti di tifosi o blogger che scrivono libri, come se dovessero per definizione essere faziosi all’inverosimile. Per quanto rigurada l’editore: per il tipo di argomento trattato, non era un libro che poteva uscire tra un anno, per cui doveva per forza essere pubblicato da un grosso editore, uno coi mezzi per mandare un libro in stampa in così breve tempo. Mursia dei grandi gruppi è l’unico completamente indipendente, che può permettersi di pubblicare quel che ritiene interessante, forse altri avrebbero avuto un conflitto di interessi nel far uscire un libro che parla male di persone che fanno parte dello stesso gruppo editoriale. Poi tre anni fa aveva pubblicato un libro di un tifoso juventino contro Calciopoli, per cui mi sono chiesto “Perché no?” e ho seguito le istruzioni del loro sito su come mandare i dattiloscritti. Il 19 maggio, tre giorni dopo la vittoria dello scudetto, mi chiama Cristina Bonecchi e mi comunica la bella notizia: da lì poi è stato una specie di “tour de force” per farlo uscire a giugno, ma ce l’abbiamo fatta, anche con buoni risultati.”

Un anno con Mourinho: dal “Io non sono un pirla” all’epilogo dei “Zero tituli”. Che anno è stato?
“Al di là dei risultati sul campo che parlano da soli, dal punto di vista “mediatico” è stato un anno divertente ed esaltante allo stesso tempo. Vedere qualcuno che, di fronte a un giornalista che pone una domanda tendenziosa, risponde a tono senza farti rammaricare di non essere al suo posto a ribattere, è quasi una rivincita di anni di sberleffi e personaggi senza il carisma e la personalità di Mourinho. E devo dire che tutti ci mettono del loro per far uscire il meglio dal portoghese, anzi continuano a farlo: se il buongiorno si vede dal mattino, ci potrebbe essere il materiale per un nuovo volume…”

Gabriele Porri è l’ideatore del “Collettivo Bauscia”, un gruppo di blogger interisti, sorto il 3 marzo 2009, appena dopo la conferenza stampa di José Mourinho, con l’intento di scrivere un libro che dimostrasse come la “prostituzione intellectuale” di molti media calcistici non fosse soltanto un’invenzione del mister portoghese.