Antonio Cassano ora dice tutto. Il calcio, le donne e il futuro

antoniocassanoDice tutto Antonio Cassano, il George Best delle Puglie. Bocciato sei volte in italiano, ha preso la licenza media serale a 17 anni: “Praticamente me la regalarono“. Grazie a Pierluigi Pardo, giornalista di Sky, ha messo nero su bianco la sua vita, “Dico tutto (e se fa caldo gioco all’ombra)” (Rizzoli, 2008).

Dalla sua infanzia fino al boom nel calcio professionistico, attraverso racconti di strada, esperienze forti, successi e cadute. Rivelazioni, aneddoti e insulti, mentre racconta della sua adolescenza difficile. Il blucerchiato parla di pericolosi espedienti per sopravvivere nella zona antica del capoluogo pugliese (“sarei diventato un delinquente come molti di quelli che conoscevo“). E invece no, perché arriva quel goal di Bar-Inter, 18 dicembre 1999: a poco più di 17 anni, il prodotto del vivaio barese risolve con una prodezza la gara contro i nerazzurri beffando Blanc, campione del Mondo con la Francia appena 18 mesi prima.

Il passaggio alla Roma. E il rapporto con Francesco Totti sono una tappa fondamentale della vita e della carriera di Cassano. Dalle scorribande notturne (prima che il capitano giallorosso si fidanzasse con Ilary Blasi) al gelo finale. Festini in ville della Roma bene con “bonazze e donne della tv” fino alle 9 del mattino, andando poi direttamente all’allenamento, raid a Napoli o a Milano «Se c´era una festa, partivamo». Una di queste partenze improvvise stava anche per costargli la vita: rivela infatti di aver fatto un incidente alle 4 del mattino a 180 all´ora perché guidava telefonando con una mano e mandando sms con l´altra. Chiamò il cugino, lo imbrattò di sangue e lo mise al volante al posto suo prima di chiamare i soccorsi. Il primo dissapore con Totti risale al dicembre 2002 per una questione di soldi (un cachet di “C´è posta per te” diviso iniquamente: 8 a 2) fino all´ultimo anno nella Roma, giocato senza parlarsi, senza abbracciarsi dopo i goal, ma «la rivalità che c´era nella vita non entrava in campo».

Capitolo allenatori. Cassano spara a zero su Claudio Gentile, al tempo ct della Under 21 («la nazionale degli sfigati e dei rimbambiti»), apostrofato come «Viscido». Parole di astio anche verso Capello (“nello spogliatoio del Real gli ho dato del falso”, imitandolo anche a bordo campo con i compagni prima di una partita). Fino ad arrivare a Spalletti e agli ultimi mesi romani: «Davanti sembravano amici miei, ma appena mi giravo mi pugnalavano. Del resto non me ne fregava un cazzo di loro, io pensavo a me stesso e basta». Parole buone invece per Eugenio Fascetti, colui che lo ha lanciato, credendo in lui sin dal primo momento e coprendolo di attenzioni come il miglior padre poteva fare.

Cassano e le donne. Una delle parti più accattivanti di tutto il racconto resta quella delle prestazioni erotiche del campione di Bari vecchia. Un numero impressionante di conquiste: 6-700 donne, una ventina dello spettacolo. «Ho lo stesso vizio di Michael Douglas. L´unica differenza è che lui è stato ricoverato, io ancora no». Molte di queste avventure le ha consumate alla vigilia di grandi match nei blindatissimi ritiri. «Ne ho trombate molte, anche in ritiro. E´ piuttosto facile”. Cassano si vanta: “Quando ero a Madrid, una di queste prendeva sempre una stanza nell’albergo dove alloggiavamo e quindi c’era modo di passare intere notti insieme“.

E non finisce qui: “A Trigoria le facevo entrare da un cancello secondario, avevo le chiavi e andavamo negli spogliatoi delle giovanili a farci i fatti nostri“.  Racconta il doriano: “spesso ho giocato grandi partite dopo aver fatto sesso. Andatevi a rivedere Roma-Juventus 4-0, quella della bandierina spezzata. Avevo fatto le 6 la domenica mattina, con una delle tante amiche che avevo in quel periodo. L´1-1 con la Lazio è un altro esempio. Ero in panchina, sono entrato a 20´ dalla fine e ho segnato il gol del pareggio“. Non andò altrettanto bene prima della finale di ritorno di Coppa Italia a Milano: “Passo una notte di sesso leggendario con una soubrette della tv. Alle 6 del mattino mi ordina di rifarlo. Mi ricatta, minaccia di dirlo a tutti se non avessi fatto ancora il mio dovere. Io eseguo. Arrivo a San Siro piuttosto carico, ma stavolta non basta. La coppa se la prende l´Inter“.

Soldi, donne e auto, liti con gli allenatori, ammutinamenti e risse negli spogliatoi. L’Antonio Cassano che ti aspetti e forse anche no.

Antonio Cassano è nato a Bari nel luglio del 1982. In carriera ha all’attivo centinaia di cassanate, qualche bandierina rotta, alcune fughe dai ritiri, migliaia di maglie lanciate a seguito dei litigi con quasi tutti gli allenatori (e pure molti arbitri). Ama le belle donne, il pesce crudo e i cavatelli cozze e fagioli. Ha vinto un Campionato spagnolo e una Supercoppa italiana. Non è interessato a conoscere l’esatto utilizzo degli apostrofi e nemmeno troppo incline all’uso dell’espressione “Chiedo scusa”.

Pierluigi Pardo
è nato a Roma nel marzo del 1974. Dopo un’esperienza nel marketing delle multinazionali ha scelto di non svegliarsi all’alba tutte le mattine. È giornalista e telecronista Sky. Passeggia chiassosamente per la redazione o più frequentemente è in trasferta. Ama Genova, il calcio inglese, i libri di Marías e il talento in campo e fuori. Non ha ancora lanciato maglie, ma non si sa mai… Questo è il suo primo libro.

Voto: 7,5

Autore: Antonio Cassano, Pierluigi Pardo

Titolo: Dico tutto. E se fa caldo gioco all’ombra

Pagine: 187

Editore: Rizzoli

Prezzo: 16.00 euro

Anno di pubblicazione: 2008