Alan Bennett: leggerezza vs inconsistenza

9788845926594

Questa commedia del meraviglioso Alan Bennett vi divertirà parlando di cose serissime, di storia e di verità per esempio. Gli studenti di storia è datata 2004 ma è stata tradotta soltanto ora da Adelphi. Bennett fa ridere, lo sappiamo, come pochi. In Italia di scrittori così non ce ne sono.Mah, qualcuno passa per esserlo, divertente, ma vola basso rasoterra, dimentico dell’avvertenza di Valéry, per il quale “Il faut etre léger comme l’oiseau, et non comme la plume”: allora sentono subito odore di intellettualismo e preferiscono costeggiare la buona sana ignoranza che assicura qualche copia venduta in più e il plauso degli utili idioti messi a firmare la cosiddetta critica letteraria di giornali noiosi e facoltosi.

La pièce di Bennet, drammaturgo e narratore, è preceduta da un’assai interessante prefazione dell’autore in cui ripercorre momenti topici della propria vita di studente per mostrarne il riverbero letterario nel testo

Gli studenti di storia è diviso in due atti. Da una parte, 8 studenti di una scuola superiore inglese che cercano di prepararsi per l’ammissione al corso di storia Oxford o Cambridge. Di fronte a loro, tre professori, nessuno dei quali sembrerebbe l’ideale della categoria – peraltro, trovatelo. Una satira sul mondo dell’istruzione, sul senso stesso del fare scuola negli anni Ottanta della Thatcher. Il professor Irwin, un tipo che la nostra televisione e quella inglese ci hanno offerto in questi anni fino alla nausea: per lui tutto si risolve in recita, secondo una declinazione spettacolare bassamente sofistica per cui non solo non esiste alcuna verità – nella storia come nella vita- ma conta soltanto raggiungere i propri obbiettivi: nello specifico, stupire e sedurre con facili paradossi gli allievi in modo che essi comprendano come la performance sia tutto – il che sarebbe l’unico modo per essere ammessi nelle prestigiose università inglesi.

“Tutti così eh? Non resistono. A cosa? Devono per forza dimostrarti che ci sanno fare. Ti sparano un prepuzio, o una roba così, e tu dici ‘Uh, ‘sto prof è un grande!’”. I piacioni, è il caso di dire “teatralmente” arroganti faranno carriera sparandole grosse purché sorprendenti, passabilmente ciniche: storici da tv, insomma, più giornalisti che studiosi. ”Sorriso sprezzante e nota di scherno”: altrochè protocolli storiografici.

D’altro canto, il vecchio Hector crede che il suo compito sia di far entrare nelle zucche dei ragazzi poesie a memoria e nozioni di “cultura generale” che “nobilitino” lo spirito. E nel frattempo non manca di allungare le mani fra le mutande dei giovani più avvenenti. Cosa che allarma il preside – poveretto come qualsiasi preside – se non fosse che pure Irwin, ingaggiato per allenare i ragazzi a mostrarsi brillanti e paradossali come è obbligatorio nel regime dello spettacolo che tocca anche i bonzi accademici delle prestigiose università inglesi, se non fosse che pure Irwin non gli va giù esagerando nel suo tentativo di rimettere nei normali binari della storia persino Hitler, non perché lo trovi riprovevole in sé ma perché provoca la reazione indignata di un genitore ebreo che minaccia di montare un caso assai rognoso. Ritmo, battute fulminanti, oscillazione linguistica scoppiettante fra alto e basso, solito caustico acume di uno scrittore che avercene, in giro. Per godere e insieme capire che la leggerezza non è evanescenza (che non fa bene nemmeno alla salute).

Infine, in un testo  che è ovviamente solo dialogo, la traduzione è oserei dire più importante dell’originale: un plauso a Mariagrazia Gini.

Autore: Alan Bennett

Titolo: Gli studenti di storia

Editore: Adelphi

Anno: 2012

Pagine: 178

Costo: Euro 12.00